Giustizia

Dai lupi di Goldau ai 204 «ehm»: le naturalizzazioni negate più discusse

Il Tribunale federale ha stabilito che non si può negare la naturalizzazione per delle «sottigliezze» - Diversi i casi balzati agli onori delle cronache
©CdT/Archivio
Nico Nonella
28.01.2020 14:23

Quando ci si china su una domanda di naturalizzazione è giusto che le autorità dispongano di un certo margine di manovra, ma è inaccettabile focalizzarsi solamente su un criterio, specialmente se secondario. Lo ha deciso negli scorsi giorni il Tribunale federale (TF) di Losanna nel dare ragione a un italiano residente nella Confederazione da 30 anni la cui domanda era stata bocciata dalla commissione delle naturalizzazioni di Arth (SZ). Quest’ultima decisione, tuttavia era stata motivata con «lacune decisamente minori».

Le autorità locali avevano giudicato insufficienti le conoscenze del territorio dell’uomo, poiché fra le altre cose ignorava il fatto che lupi e orsi del parco naturale di Goldau (SZ) condividono lo stesso recinto. Questo fatto, più alcune lacune geografiche, è stato sufficiente alla bocciatura. La suprema Corte federale ha concluso che il cittadino italiano, di professione gessatore, è riuscito nel test di conoscenza sociale e civica. Inoltre, non si può discutere la sua indipendenza economica, vista l’attività commerciale che gestisce dal 2001. Un tipo di impiego che, tra l’altro, difficilmente può portare a una mancanza di contatto con la popolazione locale e a una carente integrazione. In conclusione, il TF ha stabilito che «tutti i criteri della naturalizzazione sono soddisfatti, nonostante piccole lacune dal punto di vista geografico e culturale», ma queste mancanze sono ampiamente compensate da altre conoscenze.

Gli altri precedenti

Non è la prima volta che episodi come questi finiscono sui giornali oppure all’attenzione di un tribunale. Nell’aprile del 2017 il comune di Buchs (AG) aveva negato la naturalizzazione a una 25.enne di origine turca nata e cresciuta in città in quanto aveva citato lo sci come sport tipico della Svizzera. La commissione delle naturalizzazioni del comune di 7’700 abitanti confinante con il capoluogo Aarau, avrebbe invece preferito sentire risposte come la lotta svizzera o il gioco dell’Hornussen. La giovane si era rivolta ai media e dopo qualche mese di polemiche aveva infine ottenuto ragione. Circa un anno dopo un cittadino inglese domiciliato a Freienbach (SZ) si era visto rifiutare la naturalizzazione poiché sapeva troppo poco della raclette e dei capuns, un piatto tradizionale grigionese. In quel caso la commissione aveva evidenziato una «inadeguata familiarità con le abitudini e i costumi svizzeri».

Ben 204 «äh»

Aveva invece dovuto ricorrere fino al TF anche una 60.enne irachena, da 20 anni domiciliata a Ingenbohl, sempre nel Canton Svitto, che nell’agosto del 2017 si era vista rifiutare la cittadinanza comunale a causa delle sue «insufficienti» conoscenze del tedesco. A detta dei commissari, la 60enne si era dimostrata troppo insicura nel rispondere alle domande, con cambi di tono nella voce e, soprattutto, 204 «äh» («ehm») che le sono sfuggiti durante l’audizione. L’estate successiva i giudici di Mon Repos avevano accolto il suo ricorso e bacchettato le autorità comunali, colpevoli di aver «arbitrariamente disconosciuto le competenze linguistiche della ricorrente».