Dal 2013 a oggi, ecco come sono aumentati i premi

Alain Berset, cappello nero, alle 14.56 ha attraversato per l’ultima volta Piazza federale raggiungendo il Medienzentrum per la classica conferenza stampa sui premi. La dodicesima e ultima volta. Eletto nel dicembre del 2011, ha debuttato con i premi per il 2013, quando il premio medio era di 258,80 franchi (Svizzera +1,5%, Ticino +1,4%). Rallegrandosi per «il secondo rincaro più basso nell’ultimo decennio». Un anno dopo è stata la volta dei premi 2014 (+2,2 e +1,1%), decantando la nostra «sanità pubblica di qualità». Meno bene il 2015 con i premi su del 4% a livello nazionale e del 3,2% in Ticino. Ha così fatto capolino quello che è ormai diventato un mantra: «L’aumento segue l’evoluzione dei costi». Il 2016 conferma del 4% in Svizzera e 4,3% in Ticino.
È così emersa la questione invecchiamento: «La tendenza verso l’alto è inevitabile se si considerano l’aumento della speranza di vita e lo sviluppo della medicina». Ed eccoci nel 2017: (+4,5% e +5,7%). Berset disse: « Ora si tratta di sviluppare la concorrenza tra le casse malati là dove è positiva per gli assicurati: qualità, servizi e costi». E siamo nel 2018 con +4% a livello nazionale e +4,5% nel nostro cantone. Le parole di Berset: «L’aumento dei premi pesa sulle economie domestiche, in particolare sulle famiglie. Il Consiglio federale è preoccupato per questo andamento, ma si sta facendo il possibile per cercare di frenare questa tendenza». In questo senso aveva lanciato un appello a tutti gli operatori attivi nel settore sanitario affinché «il sistema resti sotto controllo».
Il 2019 è parso dargli ragione con +1,2%, rispettivamente +2,5%. E il «ministro» della salute si era lasciato andare: «C’è una presa di coscienza di tutti gli attori, ma c’è ancora da fare». E siamo quasi ai giorni nostri, con i premi del 2020 con un +0,2% e +2,5%: «Notizia molto buona, aumento quasi nullo a livello nazionale, a dimostrazione che si può agire in modo efficace nel contenimento dei costi. È uno degli aumenti più moderati mai avuti dall’introduzione della LAMal (1996)».
Il 2021 (+0,5% e +2,1%) era stato l’anno dell’indignazione ticinese con Raffaele De Rosa a parlare di «schiaffo». «Abbiamo subito i danni maggiori dalla pandemia, siamo delusi». E Berset a replicare: «De Rosa poteva telefonarmi. È il terzo anno consecutivo in cui abbiamo un aumento moderato». Ed eccoci allo storico calo del 2022: -0,2% e -0,1% (prima volta dal 2008). Berset: «I costi della pandemia non possono ancora essere quantificati. Non è chiaro quali conseguenze avranno sui premi futuri. In ogni caso a causa degli sviluppi demografici e tecnologici, i costi della salute continueranno ad aumentare in futuro». E chiudiamo con il 2023, l’anno della doccia gelata: +6,6% e +9,2%. Berset: «I premi sono il riflesso dei costi della sanità: crescono fortemente perché queste spese hanno preso l’ascensore».