Politica

Dal passo al pedaggio: San Gottardo protagonista a Berna

Albert Rösti gela Rocco Cattaneo su un'eventuale apertura del passo tutto l'anno: «Costerebbe 300 milioni» – Il deputato PLR chiede trasparenza, Fabio Regazzi parla di risposta «sbrigativa» – E mercoledì, intanto, agli Stati arriverà la questione del balzello per il tunnel
© KEYSTONE / URS FLUEELER
Luca Faranda
18.09.2023 21:00

«Galleria del San Gottardo chiusa in entrambe le direzioni». Ecco, ci risiamo. Questa mattina, un messaggio del TCS annunciava un nuovo disagio all’interno del tunnel autostradale tra Airolo e Göschenen: «Oggetti sulla strada». Per fortuna, stavolta, niente a che vedere con l’ormai famosa soletta intermedia. Dopo pochi minuti, il traffico è tornato a circolare regolarmente nelle due direzioni.

Tutto risolto, ma la fragilità del collegamento continua a interrogare. E pure il Consiglio federale è stato chiamato in causa. Ci ha pensato il Consigliere nazionale Rocco Cattaneo (PLR), chiedendo di valutare l’idea di garantire il transito e la viabilità durante tutto l’anno (inverno compreso) sul Passo del Gottardo, almeno fino a quando la seconda canna del tunnel stradale non sarà operativa.

Ripari valangari

La risposta del «ministro» dei Trasporti non si è fatta attendere: «Mantenere il passo aperto tutto l’anno richiederebbe investimenti massicci sull’intera strada del Passo. Per ridurre i tempi di chiusura dagli attuali 210 giorni a 150 giorni all’anno, sarebbe necessario investire almeno 300 milioni di franchi per la costruzione di gallerie aggiuntive e ripari valangari», afferma Albert Rösti.

«La realizzazione di queste infrastrutture prima dell’apertura della seconda canna del tunnel stradale, di fatto, non è possibile. Gli investimenti necessari ci sembrano un po’ eccessivi», sottolinea.

Limitare il pericolo

«Partiamo dagli aspetti positivi della risposta: Rösti ha anche detto che cercherà di prolungare il più possibile i periodi di apertura del Passo – sicurezza permettendo – in primavera e in autunno», spiega il deputato ticinese. «Ci vorrebbero 300 milioni per eliminare il pericolo di valanghe. L’USTRA ritiene che il santo non valga la candela. Ma lo deve giustificare. Bisogna chiedere trasparenza su queste cifre. E poi magari procedere a tappe per permettere di allungare il periodo di transito».

La questione, insomma non è chiusa. «Bisogna portare avanti la proposta, perché trovo che per il Ticino sia importante», sottolinea Cattaneo. «Ora c’è da rilanciare con mozioni e postulati (la Deputazione ticinese alle Camere sta già valutando questo passo), anche tramite chi siede nella Commissione dei trasporti (al momento ci sono i ticinesi Marco Romano, Bruno Storni e Lorenzo Quadri, ndr.).

Vogliamo vederci chiaro

«Penso che sia stata un po’ sbrigativa la risposta del consigliere federale», afferma dal canto suo il consigliere nazionale Fabio Regazzi (Centro) e presidente della Deputazione ticinese, secondo cui andrebbe fatta una valutazione più seria e approfondita. I due tubi non saranno infatti in servizio contemporaneamente prima del 2032. «Non mancano solo due o tre anni. Rösti ha parlato di una ponderazione di vantaggi e costi, ma qui vorremmo vederci un po’ più chiaro».

Gli incidenti delle scorse settimane sono state un primo – e importante – campanello d’allarme. «È stata quasi una “tempesta perfetta”: era difficile immaginare che potesse succedere tutto contemporaneamente. Ora abbiamo visto quali problemi potrebbero esserci per il nostro Cantone. Fortunatamente, il problema in autostrada è stato risolto con tempestività e siamo riusciti ad attenuare il danno. Ma se dovesse verificarsi una chiusura di svariati mesi, in concomitanza con la chiusura del Passo nel periodo invernale, vorrebbe dire essere completamente tagliati fuori. È inaccettabile».

Balzello alpino

La domanda di Cattaneo ha dato il via a una serie di atti parlamentari che verranno trattati questa settimana a Palazzo federale. Il «senatore» Josef Dittli (PLR/UR) chiede di evitare lo spostamento del traffico sulla strada cantonale quando ci sono code al San Gottardo. Mercoledì sarà invece il presidente dell’UDC Marco Chiesa ad animare il dibattito sull’introduzione di un pedaggio autostradale alpino, che non generi però «nuovi oneri supplementari alla popolazione del nostro Paese».

Il Governo ha già reso noto di voler aspettare le conclusioni di un’analisi – previste entro la fine dell’anno – prima di esprimersi sulla questione. L’idea di un balzello, tuttavia, non convince gli altri parlamentari ticinesi: «La Deputazione ha espresso una posizione chiara sul pedaggio, anche se con sfumature diverse», tiene a precisare Regazzi. «Pensiamo che sia una chiara discriminazione, senza giustificazioni plausibili, rispetto al resto della Svizzera.

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