Guerra

Dalla Svizzera 96 milioni di franchi per la ricostruzione dell'Ucraina

È quanto prevede un decreto federale adottato oggi dal Consiglio degli Stati
©Ukrainian Emergency Service
Ats
03.12.2024 11:01

La Svizzera dovrebbe partecipare con 96,11 milioni di franchi all'aumento di capitale della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) impegnata nella ricostruzione dell'Ucraina. È quanto prevede un decreto federale adottato oggi dal Consiglio degli Stati con 36 voti contro 2 e 3 astenuti.

La BERS è un partner fondamentale per la Svizzera poiché è il principale investitore istituzionale dell'Ucraina, ha spiegato Franziska Roth (PS/SO) a nome della commissione. I Paesi membri di questa istituzione hanno deciso un aumento del capitale di quattro miliardi di euro. Entro il 2032 questo capitale supplementare genererà circa 24 miliardi di euro di prestiti per l'Ucraina.

La partecipazione Svizzera sarà finanziata con fondi riservati all'Ucraina nel quadro della cooperazione internazionale, ha indicato il consigliere federale Guy Parmelin. «Questa compensazione è eccezionale poiché l'aumento di capitale è direttamente legata all'impegno della Svizzera in favore della ricostruzione dell'Ucraina», ha precisato il vodese.

La BERS, fondata nel 1991 per sostenere l'istituzione di un'economia di mercato nell'Europa centrale e orientale, è un importante partner multilaterale della Svizzera per la cooperazione internazionale. La Svizzera è membro fondatore ed è presente in modo permanente nel Consiglio di amministrazione. È anche a capo di un gruppo di voto che include l'Ucraina, ha ricordato Parmelin.

Da notare che oltre all'aumento di capitale, gli Stati hanno anche adottato - con 21 voti contro 19 e una astensione - un secondo decreto federale che approva la modifica dell'accordo istitutivo della BERS che permetterà a quest'ultima di estendere la portata delle sue operazioni anche all'Africa subsahariana e all'Iraq. In queste regioni gli interventi saranno solo puntuali, priorità resterà la ricostruzione dell'Ucraina, ha precisato Roth.

I due decreti passano ora all'esame del Consiglio nazionale.

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