Dall'America: «Non visitate la regione della Jungfrau»

«Non andateci». Il monito, beh, è chiaro. Anzi, chiarissimo. Una volta all'anno, la guida turistica americana Fodor's pubblica la famosa (e famigerata) «No List». Include destinazioni che, secondo i suoi esperti, dovrebbero essere evitate a causa dell'eccessivo turismo e della pressione sugli ecosistemi. L'elenco del 2026 include, senza sorpresa verrebbe da dire, località turistiche come le Isole Canarie, Città del Messico e l'area intorno al quartiere di Montmartre a Parigi. Quest'anno, per la prima volta, è stata però inclusa anche la Svizzera. Fodor's, infatti, sconsiglia vivamente la regione della Jungfrau, nell'Oberland bernese. Gli esperti, leggiamo sul Blick, giustificano questa decisione con l'esplosione del numero di visitatori: «La gente è ansiosa di visitare la vetta che gli svizzeri chiamano Top of Europe. Ma stanno pagando il loro tributo ai ghiacciai che stanno scomparendo, alle risorse naturali e alla vita quotidiana della popolazione locale». Ahia.
La reazione, stizzita, non si è fatta attendere: «Non si possono paragonare luoghi come le Isole Canarie o il Messico, che gestiscono un numero di visitatori dell'ordine di decine di milioni, con una destinazione alpina come la regione della Jungfrau» ha dichiarato Marc Ungerer, direttore del turismo della regione della Jungfrau, al Blick. «È come paragonare mele e pere». E ancora: «Anche contando i viaggi di un giorno, il nostro flusso di visitatori non è di decine di milioni». L'anno scorso, in effetti, «solo» 1,06 milioni di visitatori hanno raggiunto lo Jungfraujoch. Cifre da record, rimanendo all'Oberland, ma che impallidiscono rispetto a Parigi: il quartiere di Montmartre ha accolto più di 11 milioni di visitatori nel 2024.
La guida turistica americana, dicevamo, cita le Isole Canarie come destinazione da evitare. Anche in ragione dell'atteggiamento della popolazione. Quest'estate, più o meno in tutta la Spagna, la gente del posto ha protestato contro l'eccessivo turismo, l'esplosione dei prezzi degli affitti a causa di Airbnb e degli appartamenti per le vacanze e l'affollamento delle spiagge. A Città del Messico, l'estate del 2025 è stata addirittura segnata da violente rivolte contro i residenti stranieri.
Nella regione della Jungfrau, gli abitanti non sono ancora saliti sulle barricate. E secondo Marc Ungerer, non c'è motivo per cui dovrebbero farlo: «Il nostro turismo non è certo paragonabile al turismo di massa che si registra attualmente in luoghi famosi in tutto il mondo. Grazie all'elevato numero di visitatori, i trasporti pubblici e i nostri impianti di risalita hanno potuto investire in un'infrastruttura senza pari, di cui ora beneficia l'intera regione».
Una domanda, pensando alla stagione 2026, tuttavia si pone: l'inserimento nella «No List» di Fodor's danneggerà o no la regione della Jungfrau? Ungerer ritiene che non ci saranno ripercussioni negative. Finora, almeno, non c'è stato alcun calo di visitatori a causa dei timori per il turismo di massa. «Naturalmente, alcuni visitatori apprezzano meno le destinazioni turistiche popolari e agiscono di conseguenza» ha spiegato il diretto interessato. Per questi clienti, all'interno della regione ci sono molte opzioni ed escursioni altrettanto interessanti fuori dai sentieri battuti, opzioni «che apprezzano molto». Insomma, agli occhi di Ungerer la guida turistica americana può scrivere quello che vuole: la regione della Jungfrau non ne risentirà.
