Dazi, tanta soddisfazione e qualche critica

(Aggiornato alle 20.31) L'UDC accoglie con favore la riduzione al 15% dei dazi doganali statunitensi sui prodotti svizzeri. Si tratta di un grande successo per la Svizzera, ha dichiarato il consigliere nazionale Thomas Aeschi all'agenzia Keystone-ATS.
Il deputato del canton Zugo ha inoltre elogiato il neoeletto presidente della Confederazione Guy Parmelin (UDC). Anche per lui si tratta di un grande successo, ha affermato il presidente del gruppo parlamentare dell'UDC. L'accordo non è ancora giuridicamente vincolante. Perché ciò avvenga saranno necessari ulteriori negoziati. Il Consiglio federale ha approvato venerdì scorso il progetto di mandato negoziale. Settimana prossima inizieranno le consultazione con le commissioni parlamentari competenti, dopodiché saranno consultati i governi cantonali, ha spiegato Guy Parmelin. Aeschi non prevede che il mandato venga modificato nel corso di questo processo, come ha detto a Keystone-ATS. Ha tuttavia sottolineato che, in definitiva, non è il mandato a essere determinante, bensì l'accordo che verrà negoziato.
L'entrata in vigore retroattiva dei dazi doganali Usa al 15% è una «buona notizia», ha detto da parte sua il portavoce del PLR Christopher Ulmer. È tuttavia solo l'inizio di un lungo processo che durerà circa due anni. È quindi difficile valutare i risultati in questo momento, prima ancora che i negoziati abbiano avuto inizio, ha affermato il portavoce del PLR. Il partito analizzerà alcuni aspetti in modo critico, ha aggiunto Ulmer, senza però fornire ulteriori dettagli.
Il Centro accoglie con favore sia la riduzione sia il fatto che il Consiglio federale stia ora avviando negoziati per un accordo definitivo. La posizione del partito non è cambiata di molto con i recenti annunci, ha detto il presidente Philipp Matthias Bregy. «Facciamo tutto questo per i posti di lavoro. Alla fine, però, bisognerà valutare l'accordo definitivo», ha dichiarato Bregy su richiesta di Keystone-ATS. Il consigliere nazionale vallesano giudica positivamente il fatto che l'economia abbia ora una maggiore sicurezza nella pianificazione.
«Non a tutti i costi»
Per il PS, la riduzione rappresenta un passo nella giusta direzione, ma allo stesso tempo un passo che non va fatto ad ogni costo. «È fuori discussione che la Svizzera rinunci a una tassa digitale per i giganti della tecnologia o alla protezione dei nostri dati solo per compiacere gli Stati Uniti del presidente Donald Trump», ha dichiarato il consigliere nazionale Fabian Molina. Per il deputato del canton Zurigo, esistono inoltre delle ambiguità riguardo alle «barriere commerciali non tariffarie», ovvero quelle barriere commerciali che non consistono in dazi doganali. «Non è accettabile che dobbiamo permettere l'importazione di polli al cloro e cybertruck nel nostro Paese», ha affermato Molina. Anche il possibile obbligo di trasferire 200 miliardi di franchi di investimenti negli Stati Uniti, secondo il consigliere nazionale del PS, deve essere esaminato criticamente. »Nessuno oggi può valutare quali rischi ciò comporterebbe«, ha detto Molina.
I Verdi ritengono «problematiche le concessioni fatte dal Consiglio federale a Donald Trump». Il governo sta creando un fatto compiuto pochi giorni prima che il Parlamento venga consultato. «La popolazione svizzera non vuole né carne agli ormoni a basso costo né polli al cloro nei propri piatti e nemmeno Cybertruck nei propri quartieri», ha dichiarato la presidente dei Verdi Svizzeri Lisa Mazzone. I Verdi non accettano un accordo a spese dei consumatori e dell'agricoltura.
«Chiediamo che il mandato negoziale venga finalmente reso pubblico e che tutti i dettagli vengano chiariti, affinché non solo i miliardari del Team Switzerland, ma l'intera popolazione possa avere voce in capitolo», ha dichiarato la presidente dei Verdi.
Soddisfazione
L'associazione delle industrie tech Swissmem, esprimendosi su X, accoglie positivamente l'accordo. Con i dazi al 15% retroattivi al 14 novembre, dopo l'iniziale shock del 39%, la Svizzera ha ottenuto un accordo migliore di quello di altri Paesi, mette in evidenza l'organizzazione. Inoltre, per alcune compagnie, ad esempio i produttori di determinate componenti per l'aviazione, i dazi cadono completamente. Ora, ha affermato Swissmem, è importante mostrare unità a livello di politica interna. Bisogna inoltre continuare a lavorare sulle condizioni quadro, poiché rimangono la volatilità e la difficile situazione economica.
L'Unione svizzera dei contadini, da parte sua, si è detta soddisfatta. Le aspettative su contingenti e requisiti per gli standard produttivi sono state soddisfatte.
«Ci aspettiamo che rimanga così», ha detto la portavoce Sandra Helfenstein all'agenzia Keystone-ATS. Il calo dei dazi al 15% è poi una buona notizia per il settore caseario.
I contadini chiedevano che non vi fossero concessioni per i prodotti agricoli cosiddetti sensibili, il mantenimento dell'attuale sistema di assegnazione dei contingenti, compresa la ripartizione in base alle prestazioni interne, e il mantenimento dei requisiti relativi agli standard di produzione.
