Dopo il voto sulla caccia il lupo resta nel mirino

Mentre la revisione della legge sulla caccia, bocciata dal popolo svizzero il 27 settembre dell’anno scorso, è ormai tema archiviato, quello della presenza del lupo non lo è per nulla. Dopo il Consiglio degli Stati, anche il Nazionale ha approvato, con 136 voti a favore contro 36 e 17 astensioni, una mozione (l’atto approvato dalle Camere non è lo stesso ma la richiesta accettata è identica; entrambe le mozioni sono state depositate dalle relative Commissioni competenti) che chiede al Consiglio federale di sfruttare lo spazio di manovra all'interno dell'attuale legge sulla caccia e abbassare i valori di soglia a partire dai quali si può sparare a un lupo problematico.
La soluzione – appoggiata dal Governo - ha trovato quindi il sostegno della maggioranza delle Camere, ma non tutti sono soddisfatti. Per ragioni diverse. La verde Greta Gysin, chiarisce la posizione degli ecologisti: «Noi siamo aperti a un compromesso, lo abbiamo detto anche durante la campagna di voto sulla legge sulla caccia, ma questo vuol dire dare da una parte e prendere dall’altra. Il compromesso che ci immaginiamo noi è uno in cui si includano gli elementi legati a una maggiore protezione della biodiversità e delle specie protette che c’erano nella legge bocciata alle urne e uno che nel contempo permetta di velocizzare l’abbattimento dei lupi. Questa mozione comprende solo la questione del lupo e per noi quindi non è bilanciata».
L’atto accolto dalla Camera chiede anche al Consiglio federale di adottare misure per rafforzare ed estendere la protezione delle greggi, in particolare sugli alpeggi, nei pascoli propri dell'azienda e nei pascoli di inizio stagione, nonché degli equidi e del bestiame grosso. Le disposizioni d'esecuzione devono anche essere modificate in modo tale da poter escludere in ogni momento la possibilità che il lupo o branchi di lupi si abituino all'essere umano o divengano una minaccia per questo.
Un’applicazione difficile
Ora c’è da chiarire comunque come la richiesta - una revisione dell’ordinanza della legge sulla caccia - possa essere applicata: «Si sa che il margine di manovra che la legge attuale dà è molto piccolo. Di fatto è già sfruttato. Allentare ancora di più le misure in realtà vorrebbe dire andare contro alla legge attuale. Bisogna vedere se una revisione dell’ordinanza sopravviverebbe a un eventuale ricorso ad un tribunale», afferma Gysin.
Fabio Regazzi (Centro), presidente della Federazione Cacciatori Ticinesi e vicepresidente di Caccia Svizzera non si è opposto alla mozione, ma a suo parere questa non «dà nessuna risposta al problema che rimane irrisolto e che non si è voluto affrontare con il no alla nuova legge sulla caccia. Sebbene la decisione del popolo vada rispettata». Il sistema attuale rimane infatti sempre lo stesso: prima il danno (di una certa entità), poi la richiesta d’abbattimento. Mentre quello bocciato alle urne sarebbe stato un approccio proattivo in cui i Cantoni sarebbero potuti intervenire sulle popolazioni di lupi garantendone però l’esistenza.
Effettivi in aumento
«Il problema ora resta», insiste Regazzi. È quello che avevamo già denunciato durante la campagna per il voto sulla legge sulla caccia: la situazione ci sta sfuggendo di mano. Gli effettivi continuano ad aumentare. È solo questione di tempo e poi saremo costretti ad intervenire».
Il primo lupo è riapparso in Svizzera nel 1995. All’inizio si trattava di esemplari singoli. Nel frattempo in Svizzera si sono formati otto branchi. E il numero di esemplari aumenta continuamente: da fine 2019 all’autunno 2020 si stima che si sia passati da circa 80 a circa 100 effettivi. Con il loro aumento crescono anche i conflitti con l’agricoltura. In Svizzera i lupi predano ogni anno tra le 300 e le 500 pecore e capre. I loro attacchi colpiscono anche greggi protette da recinzioni o cani da protezione delle greggi, dato che i lupi sono in grado di imparare come aggirare le misure di protezione. A causa dei provvedimenti di protezione delle greggi, hanno sottolineato le commissioni competenti delle due camere nei testi delle loro mozioni, «il turismo deve sopportare sempre maggiori limitazioni e i lupi si avventurano sempre più spesso nelle zone abitate».