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Dove va, quanto resta e quanto spende? Ecco l'identikit del turista svizzero in Italia

Proviamo, dati alla mano, a delineare l'attuale situazione del turismo elvetico nel Belpaese: nel 2024, sono stati 6 milioni gli svizzeri che si sono recati in Italia
Stefano Olivari
12.05.2025 09:00

Per gli svizzeri andare in vacanza in Italia sarà sempre più facile, vista l’intenzione delle FFS di acquistare treni ad alta velocità per migliorare gli spostamenti su alcune tratte, in particolare quelle verso Francia e appunto Italia. Come il Corriere del Ticino ha già scritto, è un progetto che diventerà concreto dal 2030 ma le cui basi devono essere messe oggi visto che già oggi il treno è il mezzo di trasporto preferito. Detto questo, qual è la situazione attuale del turismo svizzero in Italia?

Quarto posto

Nel 2024 l’Italia ha registrato un afflusso di circa 68,4 milioni di turisti stranieri, incrociando i dati di ENIT, cioè l’agenzia nazionale del turismo, e ISTAT, l’istituto centrale di statistica, e di questi ben 6 milioni sono stati svizzeri. Un dato clamoroso, in rapporto alla popolazione svizzera ma anche al turismo italiano: l’8,8% sul totale delle presenze, come Paese dietro soltanto a Germania (12,8 milioni di presenze), Francia (11,5 milioni) e Austria (7,2 milioni), e davanti a Regno Unito, Stati Uniti, Paesi Bassi, Spagna e Cina, con l’India a completare la top ten. Svizzeri in aumento del 4% rispetto al 2023 e nemmeno paragonabili, come numero e abitudini, a quelli degli anni Settanta: nel 1975 l’allora Ministero di Turismo, Sport e Spettacolo stimava in 1,2 milioni il numero dei turisti svizzeri in Italia, senza fornire un dettaglio sui cantoni di provenienza, un dettaglio che del resto non c’è nemmeno oggi anche se alcune regioni azzardano qualche stima.

Primo posto

Di sicuro 50 anni fa ci fu il primo vero boom del turismo svizzero in Italia, trainato prima dalla forza del franco e poi nel 1980 anche dal tunnel del San Gottardo e dai treni Intercity. Da lì una crescita costante, fino ai clamorosi 7 milioni del 2019, l’ultimo anno pre-Covid, numeri che quindi indicano un margine di crescita rispetto alla situazione attuale anche se nel frattempo la concorrenza è aumentata. In ogni caso l’Italia rimane il primo Paese per i pernottamenti turistici degli svizzeri, con il 26% del totale, davanti al 17 della Francia e al 16 della Spagna, senza dimenticare il 18% della… Svizzera. Di sicuro pochi Paesi al mondo hanno una percentuale più alta di turismo fatto all’estero, in Europa soltanto il Lussemburgo che però ha dimensioni non paragonabili.

D'accordo, ma le abitudini?

Al di là delle cifre, le abitudini del turista svizzero in Italia sono cambiate molto. Se nel 1975 non andava oltre alle città d’arte più scontate (Roma, Venezia, Firenze), ai laghi e alla Liguria, con soggiorni o viaggi di circa due settimane, dagli anni Ottanta sono state prese in considerazione località sciistiche e nei decenni successi anche quelle con giustificazioni enogastronomiche, tipo Langhe e Monferrato. In seguito, arrivando quasi ai giorni nostri, l’Italia anche in regioni meno presenti sui media come l’Umbria e le Marche ha intercettato un turista, svizzero ma non solo, interessato anche alla sostenibilità e meno a sottoporsi a chilometri di coda per farsi un selfie. Prova ne è, per ricollegarci al discorso delle FFS, che il treno è il mezzo di trasporto usato dal 40% dei turisti svizzeri in Italia, seguito dall’auto (35%, con presenza più che proporzionale di ticinesi), dall’aereo (15%) e dall’autobus o da una combinazione di mezzi di trasporto (10%).

La spesa

Nella testa degli operatori turistici italiani quello svizzero è un turista pregiato, ma non per quanto spende: nel 2024 circa 750 euro a persona, spostamenti esclusi, una cifra leggermente superiore alla media ma comunque lontanissima dal 1.800 euro dello statunitense medio. In aggregato gli svizzeri spendono in Italia ogni anno 4,5 miliardi di euro, l’8,2% del totale, quinti in classifica dietro a Germania, Stati Uniti, Regno Unito e Francia, ma i loro soldi sono ritenuti meno interessanti dei loro periodi di vacanza, visto che permettono di allungare una stagione turistica che se fosse soltanto per gli italiani sarebbe legata a luglio, agosto, vacanze di Natale e qualche ponte. Secondo i dati ENIT e ISTAT il periodo giugno-luglio-agosto attira il 40% degli svizzeri in Italia, ben distribuiti su questi tre mesi, aprile e maggio il 25%, dicembre-gennaio-febbraio il 15% e i «morti» settembre e ottobre un notevolissimo 15%, più qualcosa in novembre e marzo. Secondo i sondaggi presso i ristoranti è neutro il discorso sulle mance, a dispetto del luogo comune: gli svizzeri ne lasciano certamente meno di americani, inglesi e nord-europei, ma molto più di cinesi, giapponesi ed europei dell’Est.

Meglio il Nord Italia?

I dati delle regioni, oltre a quelli dell’ENIT, evidenziano una caratteristica quasi unica che il turismo svizzero ha rispetto all’Italia: quella di preferire il Nord rispetto al Centro e soprattutto rispetto al Sud, diversamente da quanto accade per gli americani ma anche per molti europei. Nel 2024 il 30% del turismo svizzero in Italia ha riguardato la Lombardia, in particolare Milano, il lago di Como e il lago di Garda, il 20% il Veneto con la classica Venezia ma con Verona in grande ascesa, il 10% il Trentino-Alto Adige ma anche Toscana e Liguria, con il rimanente 20% distribuito sul resto d’Italia e Roma che da sola vale il 5%. I pernottamenti indicano scelte simili a quelle dei tedeschi, con la differenza che dalla Germania si va meno in Liguria e di più in Romagna, e radicalmente diverse da quelle dei non europei: per gli statunitensi la sola Roma vale il 30% delle scelte e molti nel Nord Italia nemmeno ci passano, fatta eccezione per Venezia e Milano.