Due soli sguardi all'accordo: «È peggio di quanto temuto»

Gli accordi tra la Svizzera e l’UE rimangono avvolti in un velo di mistero. A Berna, però, la bozza definitiva è già pronta: si trova in una sala di lettura allestita dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Finora, però, quasi nessuno ha potuto consultarla. Già, quasi. I servizi di Ignazio Cassis hanno infatti deciso di limitare l’accesso alla bozza a due soli parlamentari per partito. E lo smartphone, deve rimanere fuori dalla sala. È possibile prendere appunti, ma solo se scritti a mano.
La rigida selezione per l’accesso al documento ha fatto storcere il naso a Palazzo federale: il caso è finito sul tavolo della Commissione della gestione del Nazionale, ma anche della Commissione della politica estera della Camera del popolo. Quest’ultima ha scritto una lettera all’indirizzo del Consiglio federale, ritenendo che «questa procedura non sia trasparente e violi il diritto all’informazione delle Commissioni della politica estera». Non solo. A fine aprile ha chiesto espressamente al Governo di «astenersi dal concedere a taluni parlamentari il diritto di consultare per primi tali documenti».
Tutto inutile. Alcuni deputati hanno infatti già potuto accedere ai documenti: tra questi, il consigliere agli Stati Benedikt Würth (Centro/SG), i consiglieri nazionali Elisabeth Schneider-Schneiter (Centro/BL), Cédric Wermuth (PS/AG) ed Eric Nussbaumer (PS/BL). Questa mattina hanno invece avuto accesso i due deputati dell’UDC Magdalena Martullo-Blocher e Thomas Aeschi. Il risultato? «Per la Svizzera l’accordo con l’UE è peggio di quanto si potesse temere», hanno tuonato i due consiglieri nazionali a Berna, che ritengono questa segretezza «un affronto alla democrazia diretta e alla popolazione». Poiché vige l’obbligo di segretezza, i parlamentari non hanno potuto esprimersi nei dettagli sul contenuto del testo di 750 pagine (in totale, con il messaggio esplicativo e le modifiche legislative si raggiungono le 1.800 pagine). L’accordo deve essere immediatamente reso pubblico, critica l’UDC. E, stando al Blick, Cassis potrebbe portare la questione alla prossima seduta del Consiglio federale: se il Governo dovesse dare il via libera, tutti i membri dell’Assemblea federale potrebbero prenotare un appuntamento nella sala di lettura del DFAE già prima della parafatura degli accordi, prevista entro la fine di maggio. La consultazione, invece, dovrebbe essere avviata prima dell’estate.