Embolia polmonare da COVID-19: come evitarla?

Molti pazienti affetti da COVID-19 soffrono di embolia polmonare: lo ha stabilito l’Ospedale Universitario di Zurigo (USZ) esaminato numerosi casi. Ora uno studio su vasta scala mira a chiarire se una fluidificazione del sangue nei pazienti curati ambulatorialmente possa salvare delle vite.
L’USZ ha analizzato i dati di 338 pazienti di un ospedale universitario di Milano. Essi mostravano tutti i sintomi ed erano risultati positivi al test per il coronavirus. Nel 21% dei casi sono stati rilevati coaguli di sangue, indica oggi l’ospedale zurighese in una nota.
Il tipo di coagulo di sangue di gran lunga più comune era quello dell’embolia polmonare: si tratta di un fenomeno che se non viene trattato sollecitamente può portare rapidamente alla morte per insufficienza cardiaca.
I ricercatori ritengono che molti pazienti abbiano sviluppato i coaguli di sangue prima ancora di essere ricoverati in ospedale. «Se queste persone subiscono un’embolia polmonare a casa, potrebbero non arrivare in tempo in ospedale», afferma Nils Kucher, direttore del reparto di angiologia dell’USZ, citato nel comunicato stampa.
Il suo team prevede ora di procedere a uno studio per scoprire se la profilassi mirata della trombosi nei pazienti ambulatoriali con COVID-19 possa ridurre il numero di complicazioni e persino evitare il decesso dei malati. Lo studio è ancora in fase di revisione da parte della commissione etica cantonale e l’inizio è previsto per la fine di aprile.