Ex militari volontari per rimpolpare l'esercito

Per rimpolpare i ranghi dell'esercito si potrebbe in futuro fare capo agli ex militari che, volontariamente, fornirebbero il loro contributo alla difesa nazionale. Lo chiede una mozione di Rémy Wyssmann (UDC/SO) che piace anche al Consiglio federale.
Da anni, secondo l'autore della mozione, l'armata lamenta una carenza di effettivi che dovrebbe farsi più acuta entro il 2030, quando le ultime due classi d’età con un obbligo di prestare servizio militare di 12 anni saranno prosciolte dal servizio. Entro la fine del decennio, l’effettivo reale dell’esercito scenderà al di sotto delle 140 mila unità.
Questo calo è dovuto al fatto che già oggi l’esercito perde ogni anno oltre 11 mila soldati che abbandonano il servizio prima di aver adempiuto il loro obbligo militare. Tali lacune, stando a Wyssmann, potrebbero essere colmate almeno parzialmente consentendo agli ex militari motivati di continuare a sfruttare le competenze acquisite nell’interesse del Paese.
Un'eventualità che non dispiace al governo secondo cui le restrizioni e le direttive vigenti impediscano di sfruttare il potenziale dell’esercito e quindi di garantire la sicurezza del Paese.
Secondo l'esecutivo, con l’introduzione di forze volontarie l’esercito di milizia sarà maggiormente integrato e radicato nella società. Per questo saranno verificate le pertinenti basi legali e, se del caso, saranno preparati gli adeguamenti necessari per adempiere alla mozione (qualora venisse accolta dal parlamento, n.d.r.).