Florian Willet è morto: aveva accompagnato la prima paziente alla morte nella capsula Sarco

La notizia è stata data dal Tages-Anzeiger. Florian Willet, 47 anni, l'amministratore delegato di Sarco, è morto. Pochi, anzi pochissimi i dettagli: sappiamo solo che Willet è deceduto lo scorso 5 maggio nel suo Paese d'origine, la Germania. A confermare il decesso sono stati l'avvocato di Willet e l'organizzazione a favore dell'eutanasia, Exit International.
Willet era balzato agli onori della cronaca, in Svizzera, lo scorso anno. Sarco, infatti, era sbarcata in Svizzera tramite l'associazione The Last Resort proponendo una cosiddetta «capsula suicida» per chiunque cercasse l'eutanasia. L'eutanasia, o «buona morte» in greco, è l'atto di provocare intenzionalmente la morte di una persona che ne faccia esplicita richiesta, al fine di alleviare le sofferenze dovute a una condizione di malattia. In Svizzera, l'eutanasia attiva diretta è illegale, mentre il suicidio assistito è ammesso sotto determinate condizioni. Willet era stato arrestato lo scorso settembre e posto in custodia cautelare dopo che la citata capsula Sarco era stata utilizzata nei boschi del canton Sciaffusa. «La prima donna muore in una «capsula suicida» in Svizzera» titolava un articolo apparso su de Volkskrant, giornale dei Paesi Bassi. Articolo condiviso su X dall'inventore della capsula Sarco, il medico australiano Philip Nitschke, fondatore e direttore di Exit International, il quale aveva aggiunto: «Una morte idilliaca e pacifica in una foresta svizzera per una donna statunitense» di 64 anni, che aveva raggiunto la Confederazione per questo scopo.
Willet era la sola persona, quel giorno, presente alla morte della 64.enne. Aveva descritto la morte della donna come «pacifica, rapida e dignitosa». Il decesso era avvenuto all'aperto, sotto una chioma di alberi, in un'area boschiva privata vicino al confine tra Svizzera e Germania. La donna soffriva da molti anni di una serie di gravi problemi legati a una grave immunodeficienza. I responsabili di Sarco, a partire dall'inventore della capsula Philip Nitschke, hanno tuttavia sempre negato con veemenza che qualcuno avesse «assistito» alla morte della donna: la 64.enne americana, a loro dire, era entrata nella capsula di sua spontanea volontà, aveva chiuso il coperchio da sola e aveva premuto il pulsante per porre fine alla sua vita. La morte, nella capsula, è provocata dall'azoto.
The Last Resort, lo scorso settembre, aveva sospeso le richieste per l'utilizzo della capsula Sarco. In quel momento, erano ben 371 le persone che si stavano iscrivendo per il processo di suicidio assistito (stato delle domande al 23 settembre). «Il processo rimarrà sospeso fino alla conclusione dell'indagine penale sull'uso della Sarco in Svizzera» aveva spiegato l'associazione. Chiara, alcuni giorni dopo, la risposta del Consiglio di Stato ticinese all'ipotesi che la capsula potesse sbarcare in Ticino: «Sì, il Consiglio di Stato ha esaminato la questione Sarco alla luce delle posizioni espresse da vari attori già negli scorsi mesi, inclusa Swissmedic, che non considera la capsula né un medicamento né un dispositivo medico» aveva detto Governo in risposta alle domande dei Verdi Liberali. «A supporto di questa posizione, giova menzionare la recente risposta fornita dalla consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider durante la seduta del Consiglio nazionale del 23 settembre 2024» in cui aveva chiarito che «la capsula per suicidio Sarco non è conforme alla legislazione svizzera». Motivo per cui, appunto, il Consiglio di Stato, «alla luce di queste considerazioni (...) condivide le preoccupazioni emerse e ritiene che Sarco non rappresenti una soluzione adeguata né necessaria nel contesto del suicidio assistito». Anzi, aveva aggiunto il Governo, «il dispositivo potrebbe comprometterne la prassi consolidata in Svizzera, che si fonda sul rispetto della dignità umana e sull’accompagnamento medico-professionale».
Willet era rimasto in custodia per dieci settimane. Al momento della sua morte, la procura di Sciaffusa lo stava ancora indagando per istigazione e favoreggiamento del suicidio. La stessa procura è appena stata informata del decesso, come ha confermato il procuratore capo Peter Sticher al Tages-Anzeiger: «L'avvocato di Florian Willet ci ha comunicato via e-mail venerdì pomeriggio, 30 maggio 2025, che il signor Willet era deceduto». Non è chiaro come procederà il procedimento penale. Sticher sostiene che prima è necessario fare dei chiarimenti. Di solito, il procedimento si interrompe alla morte dell'imputato. Ma il caso Sarco riguarda un precedente che avrebbe dovuto rispondere per la prima volta alla questione ampiamente dibattuta se l'uso di una simile capsula suicida sia compatibile con la legislazione svizzera sull'eutanasia. Inoltre, dopo la prima richiesta di Sarco nel settembre scorso, non è stato indagato solo Willet. Anche due avvocati di The Last Resort e un fotografo olandese sono stati oggetto di procedimenti penali perché erano presenti sul posto prima e dopo il suicidio della donna americana. Sono inoltre tuttora sospettati di essere colpevoli di favoreggiamento del suicidio.
Sempre lo scorso anno, Willet in un'intervista al Blick aveva risposto così alla domanda su come avrebbe voluto morire: «Molto prima di ammalarmi. Semplicemente in un incidente che mi uccide, ancor prima che mi renda conto di ciò che sta accadendo. Sarebbe la situazione perfetta: non dover pensare alla morte, ma essere sorpresi dalla morte».