Flotilla contro il DFAE: «Risposta timida e insufficiente all'azione illegale di Israele»

Dura critica di Waves of Freedom Switzerland (WOFA) - gruppo che si è occupato di organizzare gli equipaggi svizzeri della Global Sumud Flotilla - nei confronti del Dipartimento federale degli Affari esteri. In un comunicato diffuso questo pomeriggio, dopo l'avvenuto arrembaggio in acque internazionali da parte dell'esercito israeliano, il WOFA sottolinea come la flottiglia, «composta da 44 navi e quasi 500 partecipanti da circa quaranta Paesi» sia stata «illegalmente intercettata dalle forze navali israeliane in acque internazionali a circa 100 chilometri dalla costa di Gaza». Israele, ha denunciato l'organizzazione, ha impedito oggi che i partecipanti alla missione - tra i quali 19 svizzeri - vedessero i propri avvocati. Il tutto mentre il DFAE, afferma WOFA, ha assunto una posizione «timida e insufficiente» nei confronti di Tel Aviv e dell'azione avvenuta la scorsa notte, una «violazione del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali che richiede sanzioni».
Senza protezione
Arrestati dall'esercito di Tel Aviv, i 19 partecipanti svizzeri, evidenzia l'organizzazione, «sono rappresentati da avvocati con sede in Svizzera» che «fungono da principali punti di contatto per le autorità svizzere e sono in costante comunicazione con le famiglie dei partecipanti alla delegazione svizzera». Adalah, il gruppo di avvocati indipendenti con sede ad Haifa e specializzato nella difesa dei diritti della minoranza araba in Israele, «assicura la difesa di tutti i partecipanti» alla Global Sumud Flotilla. Tuttavia, evidenzia WOFA, «oggi alle 14:45, Adalah ha denunciato che ai suoi avvocati era stato impedito di accedere ai partecipanti».
Le udienze di detenzione e di espulsione, sottolinea l'organizzazione elvetica, sono state avviate direttamente al porto di Ashdod, senza avvisare gli avvocati e negando ai partecipanti qualsiasi assistenza legale. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha confermato di essere in contatto con le autorità israeliane dopo l'intercettazione della Sumud Flotilla.


Il DFAE ha fatto sapere a WOFA di aver cercato, tramite l'Ambasciata svizzera a Tel Aviv «di ottenere al più presto informazioni precise sull'identità e il luogo di detenzione dei cittadini svizzeri coinvolti e, non appena sarà concessa l'autorizzazione, sarà organizzata una visita consolare». Il DFAE ha inoltre ricordato che la sua assistenza consolare è disciplinata dalla legge sugli svizzeri all'estero. In questo contesto, può intervenire per garantire il rispetto delle condizioni di detenzione e delle garanzie procedurali, ma non ha la competenza per ottenere il rilascio né per interferire nei procedimenti giudiziari locali.
Un impegno, sottolinea Waves of Freedom Switzerland, decisamente «insufficiente»: «La Global Sumud Flotilla ha denunciato un sequestro illegale, qualificato come crimine di guerra dal diritto internazionale. L'intercettazione di navi umanitarie in acque internazionali, il rifiuto dell'accesso alla difesa legale e l'occultamento della sorte delle persone arrestate aggravano ulteriormente questa violazione. A titolo di confronto, il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha immediatamente denunciato l'intercettazione come una grave violazione del diritto internazionale. Ha chiesto il rilascio dei suoi cittadini e la consegna degli aiuti umanitari trasportati dalla flottiglia a Gaza, ricordando che l'intercettazione in acque internazionali viola la sovranità degli Stati di cui le navi battevano bandiera e contravviene a un'ingiunzione della Corte internazionale di giustizia, che stabilisce che gli aiuti umanitari devono poter circolare senza ostacoli», ricorda WOFA. E la Svizzera? «Di fronte a questa chiarezza, la posizione del DFAE e del nostro governo appare timida e insufficiente. Limitare la risposta svizzera a contatti amministrativi o a un richiamo ai limiti dell'assistenza consolare non è adeguato alla gravità della situazione. Le autorità svizzere devono affermare senza ambiguità che l'intercettazione della Global Sumud Flotilla è illegale, che costituisce una violazione del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali e che richiede sanzioni. Ci aspettiamo che la Svizzera assuma una posizione simile a quella del Sudafrica: ferma, esplicita e coraggiosa. Deve condannare l'intercettazione illegale in acque internazionali e difendere attivamente il rispetto del diritto internazionale e l'effettiva protezione dei suoi cittadini».
La missione
La Global Sumud Flotilla, composta da 44 navi e circa 500 partecipanti provenienti da una quarantina di paesi, trasportava cibo, latte per neonati, filtri per l'acqua e medicinali destinati a Gaza. «Si trattava di un convoglio pacifico e non violento, come dimostrano le immagini dell'intercettazione, i cui partecipanti si erano impegnati a comportarsi in modo non violento. Questi ultimi erano stati addestrati a reagire in modo appropriato, ovvero in modo strettamente pacifista, in caso di intercettazione», ha evidenziato WOFA.
«L'obiettivo non era solo quello di trasportare aiuti umanitari, ma di mostrare al mondo che questo blocco è illegale e deve essere spezzato. Il fatto di essere riusciti ad avvicinarci così tanto alle coste di Gaza, cosa che non era mai successa prima, è già di per sé un successo», ha spiegato Hicham El Ghaoui, presidente dell'associazione Waves of Freedom e medico vallesano. «Siamo rimasti in contatto permanente con tutte le imbarcazioni fino all'ultimo momento. Poi le forze israeliane hanno utilizzato dei disturbatori per interrompere le comunicazioni radio e Internet. Su alcune navi, i soldati sono saliti direttamente a bordo e hanno distrutto le telecamere. Abbiamo ancora le immagini dei minuti precedenti l'intercettazione, in cui si vedono i militari arrivare e rompere le attrezzature. Poi tutto si è spento». La flottiglia trasportava tra le 100 e le 150 tonnellate di materiale umanitario, l'equivalente di tre camion. «Non è molto, ma l'essenziale è altrove: è un simbolo. Abbiamo dimostrato che la libertà di navigare nelle acque internazionali viene calpestata».