Politica del personale

Friburgo colpisce ancora, otto settimane ai neopapà

La città si erge a capofila dei Comuni più generosi con i propri dipendenti: dopo aver introdotto il congedo mestruale di tre giorni, allunga anche la durata del periodo di assenza dal lavoro concesso ai padri – Il sindaco mantiene le sue perplessità
© KEYSTONE/Gaetan Bally
Fabio Lo Verso
25.04.2024 23:30

Friburgo si erge a capofila dei Comuni più generosi della Svizzera. Lunedì il legislativo cittadino ha concesso ai futuri padri quaranta giorni retribuiti di assenza dal lavoro, pari a otto settimane. Il congedo più lungo del Paese. Riguarda innanzitutto i papà, ma la decisione vale anche per il cosiddetto «altro genitore», alias la moglie di una neo-mamma, a seguito dell’estensione del diritto di sposarsi alle coppie omosessuali.Il voto è stato schiacciante, con 53 sì, 12 no e sei astensioni. Chi vuole avere figli e mettere su famiglia guarderà forse con maggiore interesse l’opportunità di farsi assumere come dipendente comunale a Friburgo. Usufruirà ormai di otto settimane per badare al neonato, a fronte delle tre settimane concesse ai funzionari del cantone e delle due settimane sancite dal diritto federale, quest’ultime adottate della maggioranza delle aziende locali. Promotrice del maxi congedo, la consigliera municipale verde Monica Mendez spera che «altri datori di lavoro seguano l’esempio» della città di Friburgo. Il Comune era stato molto generoso già nel 2019, portando a trenta giorni l’assenza dal lavoro per i neo-papà. Da allora non si è comunque assistito ad alcun fenomeno di equiparazione dei permessi per paternità, l’economia cantonale e le aziende pubbliche non hanno attivato policy per promuovere la genitorialità condivisa.

Ora, con l’allungamento da trenta a quaranta giorni, i dipendenti comunali potrebbero essere considerati dei «privilegiati» rispetto ai dipendenti cantonali. Ma per Monica Mendez è questa la leva per innescare un autentico cambiamento culturale. La «generosità» della città di Friburgo, spiega al Corriere del Ticino, «è una modalità per scardinare quei timori che vedono nell’assenza dal lavoro per paternità e maternità un freno alla carriera». Soprattutto la misura è per lei una risposta «al momento difficile che stiamo attraversando, all’insicurezza delle neo-mamme e dei congiunti». L’allusione è al carovita, all’aumento costante dei premi malattia e all’incertezza per il futuro. Secondo Monica Mendez, «la politica deve ora più che mai sostenere le famiglie».

Rompere gli schemi migliorando le condizioni di lavoro dei dipendenti: a Friburgo, nel 2024, il precetto è divenuto una stella polare della politica comunale. Così la città ha approvato nel gennaio scorso un permesso di tre giorni in caso di ciclo mestruale «invalidante»; le impiegate potranno restare a casa senza certificato medico. Una novità assoluta, anche se Zurigo e Losanna stanno a loro volta effettuando test per attuare lo stesso tipo di congedo.

In nessun altra città svizzera l’amministrazione si è spinta così lontano per rispondere alla nuova generazione che chiede di esercitare il proprio diritto alla paternità o alla genitorialità. Il maxi congedo per l’altro genitore era stato proposto dai Verdi nel febbraio 2023, e subito l’Esecutivo aveva espresso un parere contrario. Il sindaco socialista, Thierry Steiert, aveva sollevato la questione della «fattibilità». Al CdT, il sindaco mantiene oggi le sue perplessità: «Va sottolineato che un periodo di congedo di tale durata può avere un impatto sul lavoro dei dipartimenti e sull’avanzamento dei progetti». Thierry Steiert spiega che non sarà semplice sostituire un dipendente per otto settimane: «Per le donne in congedo di maternità, la cui assenza oscilla fra i quattro e sei mesi, si riscontrano difficoltà. Per le assenze brevi, sarà logicamente più arduo. Saranno coperte dai colleghi con degli straordinari? Dunque con un carico supplementare di lavoro?».

Se un anno fa gli eletti del PS avevano seguito il sindaco a ranghi compatti, in seguito hanno continuato a farlo in ordine sparso. Fino al cambiamento di rotta e all’adesione quasi totale al progetto dei Verdi. Complice forse il costo ragionevole per l’allungamento del congedo da trenta a quaranta giorni: circa 40 mila franchi l’anno.