Critiche

Fuoco di fila contro Amherd, gli F-35 sono nel mirino della Gestione

Il possibile rincaro degli aerei da combattimento statunitensi travolge l’ex «ministra» della Difesa: la vallesana non ha voluto esprimersi – Martedì i commissari del Nazionale annunceranno un’ispezione – Stando al SonntagsBlick, solo 24 dei 36 jet saranno adeguatamente equipaggiati
© ENNIO LEANZA
Luca Faranda
29.06.2025 21:01

Il possibile rincaro degli aerei da combattimento ha alzato un vero e proprio polverone al Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). Il consigliere federale Martin Pfister, lo scorso mercoledì, ha annunciato che il costo degli F-35A, i jet statunitensi della Lockheed Martin, potrebbero non costare sei miliardi di franchi come previsto (e come deciso in votazione popolare nel 2020), bensì tra 650 milioni e 1,3 miliardi di dollari in più.

La caccia al responsabile è partita sin da subito. L’UDC, senza giri di parole, lo stesso giorno dell’annuncio di Pfister ha puntato il dito contro chi l’ha preceduto: Viola Amherd. «Questo episodio si aggiunge alla lista degli errori gravi commessi dall’ex consigliera federale de Il Centro in materia di sicurezza della Svizzera», scrive il partito. Oggi, la stampa d’Oltralpe non ha risparmiato la vallesana: «Amherd deve rispondere della debacle dell’F-35», titolava il domenicale «Sonntagszeitung». «Direttamente dal manuale di cattiva gestione», era invece il titolo dell’editoriale di Daniel Foppa sulla «NZZ am Sonntag». Per il «SonntagsBlick», «Keller-Sutter deve ripulire il cumulo di macerie di Amherd». Le responsabilità principali sono addossate all’ex consigliera federale, ma anche al Parlamento che non ha esercitato a dovere la sua funzione di controllo.

In viaggio per gli Stati Uniti

Nei prossimi giorni, la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter potrebbe volare negli Stati Uniti per siglare un accordo sui dazi con l’amministrazione Trump. Stando al SonntagsBlick, la «ministra» delle Finanze potrebbe cogliere l’occasione per evidenziare il malumore del Consiglio federale per l’interpretazione di «prezzo fisso» da parte delle autorità statunitensi.

Per Washington, infatti, il «prezzo fisso» è quello negoziato con il produttore Lockheed Martin al momento della produzione. Per la Svizzera, invece, si tratta del prezzo concordato (6,035 miliardi di franchi per 36 velivoli) al momento della firma del contratto nel settembre del 2022. Già nel luglio dello stesso anno, il Controllo federale delle finanze (CDF) aveva espresso dubbi in merito alla certezza giuridica del «prezzo fisso». Allora a capo del DDPS, Viola Amherd si era fidata delle valutazioni e delle perizie effettuate, mentre le commissioni competenti di entrambe le Camere (quella delle finanze e della politica di sicurezza) non avevano voluto indagare più a fondo.

Vederci chiaro

Il Consiglio federale, attraverso colloqui diplomatici, vuole trovare una soluzione a quello che viene definito «un malinteso» per mantenere il prezzo fisso a sei miliardi, ottenendo i 36 aerei statunitensi. Tuttavia, ha incaricato il DDPS di elaborare delle varianti nel caso in cui non dovesse trovare un accordo con Washington.

Sul caso si è chinato in fretta anche il Parlamento: lo scorso venerdì, secondo i domenicali, la Commissione della gestione del Consiglio nazionale ha deciso di avviare un’ispezione. La decisione, però, verrà presentata solo tra due giorni. «La Commissione comunicherà i prossimi passi martedì», ha confermato il suo presidente Erich Hess (UDC/BE) all’agenzia Keystone-ATS. Si tratta di uno degli strumenti più incisivi a disposizione della Commissione della gestione: Viola Amherd potrebbe essere chiamata a giustificarsi.

C’è però anche chi, soprattutto a sinistra, chiede l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI). Nei prossimi giorni - giovedì o venerdì - tratterà il tema degli F-35 anche la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati.

Silenzi e standing ovation

Amherd, dal canto suo, sabato si è presentata all’assemblea dei delegati del Centro a Berna. I presenti l’hanno omaggiata con una standing ovation e nel suo discorso ha ammesso che non tutto è sempre andato per il verso giusto durante i sei anni alla guida del DDPS, ma ha affermato di aver svolto i suoi compiti «al meglio delle sue conoscenze e convinzioni» e «per il bene della popolazione». Tuttavia, Amherd non ha risposto ad alcuna domanda in merito all’acquisto degli F-35 e ai recenti sviluppi. L’ex titolare del DDPS, tuttavia, «acquisterebbe di nuovo un jet statunitense». Sono queste le sue uniche dichiarazioni - riportate mercoledì dal Tages Anzeiger - rilasciate dopo l’annuncio del possibile rincaro degli F-35.

Il quadro generale, si legge sulle colonne del SonntagsBlick, potrebbe però essere anche peggiore: l’acquisto da parte della Svizzera dei caccia F-35 potrebbe rivelarsi ancora più costoso. Secondo il domenicale, solo 24 dei 36 jet saranno dotati di una bomba. Gli F-35 non avranno a disposizione missili «aria-aria» a medio e lungo raggio. Ma verranno forniti solo i cosiddetti missili Sidewinder per le brevi distanze. Alcuni sistemi d’arma dovrebbero pertanto essere acquistati nei prossimi anni.