Pandemia

Ginevra dichiara lo stato di emergenza

Nuova stretta nel cantone romando per tentare di rallentare la crescita dei contagi di coronavirus - Lockdown da lunedì sera con ristoranti e bar chiusi
©KEYSTONE/Martial Trezzini
Ats
01.11.2020 15:33

(Aggiornato alle 18.15) Torna il lockdown a Ginevra: confrontato a un forte aumento dei casi positivi di coronavirus in tutto il cantone, il Consiglio di Stato ha deciso di chiudere bar e ristoranti, le attività ricreative e anche i negozi non essenziali. Le misure entreranno in vigore domani alle 19.00 e lo resteranno almeno fino al 29 novembre.

Sono 474 i pazienti affetti da Covid-19 ricoverati all’ospedale universitario di Ginevra (HUG), di cui 56 in terapia intensiva e intermedia, ha indicato oggi alla stampa il medico cantonale Aglaé Tardin, aggiungendo che queste cifre non sono mai state raggiunte durante il picco di aprile.

Tra le 1000 e le 1300 persone risultano positive al virus ogni giorno. Secondo l’HUG, la situazione è drammatica, tanto che i pazienti dovranno essere trasportati in elicottero in altri ospedali e si avvicina la prospettiva di dover scegliere chi curare prioritariamente. Alla luce di questi dati, il Consiglio di Stato ha dovuto decidere di adottare «misure difficili per la popolazione», ha affermato la presidente dell’esecutivo, Anne Emery-Torracinta, aggiungendo che il cantone dichiara lo «stato di necessità».

Nel dettaglio, saranno chiusi gli esercizi pubblici come bar, ristoranti, caffetterie e locali notturni, cinema, musei, biblioteche, teatri e sale da concerto, casinò, piste di pattinaggio, centri fitness e piscine.

Saranno anche vietati gli assembramenti e le manifestazioni pubbliche e private di oltre 5 persone. Le manifestazioni politiche o della società civile rimarranno ammesse. L’insegnamento a distanza diventerà obbligatorio per le università e le alte scuole. Vietate anche le attività che implicano contatti fisici ravvicinati, come parrucchieri ed estetisti. Non più ammesso nemmeno l’esercizio della prostituzione.

Dovranno tenere la saracinesca chiusa anche i negozi non alimentari. Eccezioni saranno previste per farmacie, drogherie, ottici e i commerci indispensabili di servizi e riparazioni (come banche, uffici postali, librerie, fioristi e negozi del «fai da te»).

Restrizioni sono state decise anche per i luoghi di culto: questi potranno rimanere accessibili al pubblico ma non potranno offrire servizi religiosi, all’eccezione di matrimoni e funerali (con un numero di partecipanti limitato a 50).

«Rimanete a casa vostra il più possibile, non uscite se non è necessario», ha insistito Emery-Torracinta. Mauro Poggia, responsabile del Dipartimento della salute, del lavoro e della sicurezza, ha affermato che il virus è ovunque. «Dobbiamo intervenire su larga scala», ha aggiunto, sottolineando come le misure adottate finora non siano sufficienti.

Non si discute invece, per ora, di imporre un coprifuoco, come in Francia. Il Consiglio di Stato conta sulla responsabilità individuale. «Se i ginevrini decidono di fare nel cantone di Vaud quello che non possono fare qui, non funzionerà», ha ammonito Poggia.

Queste nuove misure avranno un impatto importante su molte imprese. Nathalie Fontanet, alla testa del dipartimento delle finanze, ha assicurato che il Cantone farà tutto il possibile per aiutare i settori in difficoltà.

La sezione ginevrina della Federazione delle imprese romande (FER Genève) ha reagito immediatamente all’annuncio odierno chiedendo che le disposizioni siano riviste «a brevi intervalli per non mettere a repentaglio più del necessario le aziende e i posti di lavoro ad esse associati».

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