Rilevamenti

Gli immobili fuori dalle zone edificabili sono più di quanto si pensasse

Stando alle ultime statistiche rilevate in Ticino sarebbero 28.000
©Chiara Zocchetti
Ats
03.06.2023 17:13

Stando a un recente rapporto dell'Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) gli stabili fuori dalle zone edificabili sono molto più numerosi di quanto si pensasse finora.

Rispetto ai precedenti rilevamenti - l'ultimo risale al 2019 - il numero è aumentato di 23.000 unità, raggiungendo quota 618.000, scrivono oggi Tages-Anzeiger (TA) e testate sorelle. Il cantone che ospita il maggior numero di questi immobili è Berna (82.000), seguito da Grigioni (33.000), San Gallo (31.000), Vallese (29.000), nonché Lucerna e Ticino (entrambi 28.000).

Gli esperti sono a quanto sembra perplessi sulle ragioni dell'aumento. Marco Kellenberger, ricercatore dell'ARE, sospetta che una delle ragioni sia da ricercare nelle segnalazioni di edifici, da parte dei cantoni e dei comuni, che sono apparse solo ora nelle statistiche. Inoltre in diversi casi vi sono immobili che sono stati frazionati. In dichiarazioni riportate da TA Kellenberger ammette però che la progressione è probabilmente dovuta anche a una «reale attività edilizia».

Il direttore della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (SL-FP) Raimund Rodewald non esita da parte sua a parlare di «catastrofe». A suo avviso i numeri in questione sono il riflesso del «completo fallimento della pianificazione territoriale elvetica». «La portata dell'espansione urbana è stata molto più grave di quanto siamo stati portati a credere negli ultimi anni», indica al giornale zurighese.

Rodewald teme che le cose possano peggiorare ulteriormente. La settimana prossima il Consiglio nazionale deciderà infatti su un significativo allentamento delle normative vigenti: la commissione competente proporrà che le vecchie stalle al di fuori della zona edificabile possano essere ristrutturate, a condizione che abbiano l'accesso necessario. Inoltre i proprietari potranno demolire le stalle e ricostruirle come edifici residenziali. «Questo trasformerebbe il terreno agricolo in superficie edificabile», sostiene Rodewald.