Aviazione

Gli svizzeri hanno volato (tanto) anche nel 2023, ma dove?

L'Ufficio federale di statistica ha pubblicato i dati relativi all'anno scorso: la Spagna ha recitato la parte del leone mentre il numero di passeggeri si è fermato di poco sotto (9%) ai livelli pre-COVID
©KEYSTONE/GAETAN BALLY
Marcello Pelizzari
23.02.2024 15:30

Si vola. Anche in Svizzera. Come nel 2019, l'ultimo anno prima della pandemia. O quasi. Nel 2023, spiega l'Ufficio federale di statistica, gli aeroporti della Confederazione hanno registrato 53,3 milioni di passeggeri, compresi quelli cosiddetti in transito, in arrivo o in partenza. Parliamo, a livello di traffico di linea e charter, di 9,7 milioni di viaggiatori in più del 2022, per un aumento del 22%. Mica male. Sebbene il flusso di passeggeri si sia fermato sotto, di poco ma comunque sotto, rispetto ai livelli del 2019. Parliamo del 9%. 

Il ritorno alla normalità, se così vogliamo definirla, in ogni caso c'è stato. Basti pensare al numero di decolli e atterraggi, pure quello salito se prendiamo come metro di paragone il 2022: +15% per un totale di 408.957 movimenti. Certo, il citato pre-pandemia – pur vicino – rimane distante. Nel 2019, infatti, i movimenti erano stati di più (13%). A calare, per contro, è stato il traffico merci: dal 2022 al 2023 le tonnellate trasportate sono diminuite del 2%, addirittura del 20% se prendiamo il 2019. 

Bene, fatte le dovute premesse sorge spontanea una domanda: quali destinazioni hanno privilegiato, gli svizzeri, lo scorso anno? Per il terzo anno consecutivo, la Spagna si è confermata regina assoluta. Principale sbocco europeo per i passeggeri «locali» in partenza dagli scali elvetici, come sono stati definiti i residenti dall'Ufficio federale di statistica, il Paese iberico è stato scelto da 2.877.226 passeggeri. A ruota il Regno Unito, a quota 2.718.336, mentre il podio è completato dalla Germania con 1.394.342 passeggeri. Volendo dividere per continenti, gli Stati Uniti dominano Nord e Sudamerica con 1.108.036 passeggeri, la Thailandia si è ripresa lo scettro dell'Asia (236.162) a discapito degli Emirati Arabi Uniti (229.508) e l'Egitto, oseremmo dire senza problemi, ha confermato la sua leadership per l'Africa (264.619). Marginale, e di molto, l'Oceania con l'Australia che ha racimolato poco più di 83 mila passeggeri. 

Venendo ai singoli scali, la parte del leone evidentemente l'ha recitata Zurigo-Kloten, l'hub di Swiss e del Paese. 28,9 milioni di persone, per un aumento del 28% sull'anno precedente, hanno scelto l'aeroporto zurighese. Ginevra, per contro, ha accolto poco più di 16 milioni di passeggeri, il 17% in più del 2022, laddove Basilea-Mulhouse (con il traffico più volte disturbato da allarmi bomba) ha chiuso con 8,1 milioni di passeggeri, il 15% in più dell’anno precedente. 

Dicevamo della normalità: a livello globale verrà riagguantata, anzi superata, nel corso del 2024. Almeno secondo le previsioni dell'Organizzazione internazionale di compagnie aeree, la IATA, secondo cui i record pre-pandemia sono destinati a cadere proprio quest'anno. Nello specifico, stando alle indicazioni della IATA saranno (almeno) 4,71 i miliardi di passeggeri trasportati nel 2024. Con un traffico superiore del 3,6% ai livelli pre-crisi che, prendendo come riferimento il dato passeggero-chilometro, potrebbe aumentare del 4,5% sempre tenendo come paragone il 2019.

Dopo aver perso 183 miliardi di dollari in soli tre anni, complice appunto la pandemia, il settore si è dunque ripreso con successo. E velocità. Oggi, è sulla strada della stabilizzazione definitiva. «Considerate le ingenti perdite degli ultimi anni – aveva non a caso detto Willie Walsh, il direttore generale di IATA, citato dall'AFP – salutiamo lo straordinario ritmo della ripresa». Quanto alle previsioni per il 2024, «illustrano la capacità di recupero dell'industria aerea».

In questo articolo: