I contanti hanno i giorni contati? «No, ma non deve esserci l'obbligo di accettarli ovunque»

Da un paio di settimane la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha lanciato il sondaggio per scegliere la futura serie di banconote, che entreranno in circolazione «non prima del 2030». Il denaro contante, pertanto, non sparirà tanto facilmente. Eppure l’utilizzo e l’accettazione di monete e banconote ha subito un drastico calo negli ultimi anni: il pagamento con carta o tramite Twint (cashless) sta prendendo sempre più piede. Da un lato, i consumatori pagano sempre più senza utilizzare i contanti. Dall’altro, sono i commercianti stessi a preferire - e in alcuni casi a imporre - il pagamento in modalità esclusivamente digitale. Ma anche imprese come AutoPostale (vedi sotto). Il risultato: il «denaro liquido» è sempre meno utilizzato e ciò si riflette anche sul numero di bancomat disponibili. Si arriverà al punto che il contante non sarà più accettato? In realtà, già oggi non c’è un vero e proprio obbligo.
Progetto di legge
Il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri, lo scorso giugno, tramite una mozione ha chiesto al Consiglio federale di introdurre l’obbligo per i fornitori di prestazione, di accettare pagamenti in denaro contante.
Per Quadri, «i vantaggi del denaro contante sono evidenti: esso è il primo e più efficace mezzo di prevenzione contro l’indebitamento. Inoltre, garantisce la privacy, tutela l’anonimato, non è tracciabile, non necessita di intermediari, funziona anche senza corrente elettrica ed è immune da attacchi informatici». Bisogna dunque intervenire contro «la promozione sempre più aggressiva dei sistemi di pagamento elettronici». Il Consiglio federale, però, pochi giorni fa si è detto contrario alla proposta. «L’obbligo inderogabile di accettare contanti rappresenterebbe una grave ingerenza nella libertà contrattuale e nel diritto fondamentale della libertà economica», scrive il Governo.
Norma dispositiva
Già oggi, in realtà, l’articolo 3 della Legge federale sull’unità monetaria e i mezzi di pagamento (LUMP) prevede un obbligo di accettare contanti. Tuttavia, si tratta di una cosiddetta «norma dispositiva» (che dunque prevede la possibilità di escludere per contratto i pagamenti in contanti, ad esempio apponendo un cartello nel negozio) e non di una «norma cogente» (ovvero un obbligo inderogabile).
Il Consiglio federale pertanto si oppone all’obbligo di accettare contanti, ma «riconosce l’importanza del contante per l’economia e la società, e si impegna a garantirne la disponibilità come mezzo di pagamento ampiamente accessibile». L’obiettivo è di garantire l’accesso al contante e preservare l’accettazione di questo mezzo di pagamento.
Lunedì in Parlamento
Il tema non è certamente nuovo. Proprio lunedì, in occasione del primo giorno della Sessione autunnale alle Camere federale, il Consiglio nazionale si esprimerà sull’iniziativa «Sì a una valuta svizzera indipendente e libera con monete o banconote (Il denaro contante è libertà)». Il testo chiede che la Confederazione assicuri che siano disponibili in ogni tempo monete o banconote in quantità sufficiente (per garantire il mantenimento del denaro contante) e che la sostituzione del franco svizzero con un’altra valuta debba sottostare al voto del Popolo e dei Cantoni.
Il Consiglio federale e il Parlamento (che respingono l’iniziativa) stanno però affinando un controprogetto diretto: vogliono elevare a dignità costituzionale le disposizioni contenute già ora a livello di legge. Rimane un’ultima divergenza: il Nazionale deciderà lunedì di utilizzare il termine «franco» e non «franco svizzero». Poi, iniziativa e controprogetto saranno pronti per l’appuntamento alle urne.
Solo pagamenti digitali
Presto bisognerà dire anche addio a quasi tutti i distributori di biglietti per bus e trenini: dei circa 500 distributori automatici presenti alle fermate di bus e treni in Ticino, entro il 2027 ne rimarranno solo una trentina. Il biglietto si farà solo in modalità digitale con carta di credito, carta di debito o carta valore tramite colonnine «contactless» installate direttamente sui mezzi di trasporto. L’annuncio delle imprese di trasporto, tra cui AutoPostale, ha sollevato un polverone. A Berna è stata accolta una mozione di Manuela Weichelt (Verdi/ZG) che chiede di mantenere i pagamenti in contanti sui mezzi di trasporto sovvenzionati. Per il Governo, entro fine 2025, il settore deve attuare soluzioni concrete: accettare i contanti oppure offrire alternative di facile utilizzo, come carte prepagate.