«I media privati vanno sostenuti con l'aumento del canone radio-tv»

I media privati dovrebbero ricevere una quota maggiore del canone radio-tivù, ossia il 6-8% invece del 4-6% attuale. Inoltre, vanno potenziate le misure generali di sostegno ai media elettronici. È quanto ritiene il Consiglio degli Stati che oggi ha approvato (con 30 voti a 6) l'entrata in materia su un progetto di revisione legislativa che prende origine da due iniziative parlamentari in tal senso.
Quella dell'ex «senatore» Philippe Bauer (PLR/NE) vuole che le emittenti radiofoniche e televisive locali vadano sostenute con un aumento della quota di ripartizione del canone. Secondo il suo estensore, si tratta di un importante passo per rafforzare la pluralità mediatica, senza dover adeguare l'importo di questo balzello.
L'altra iniziativa presentata dalla «senatrice» Isabelle Chassot (Centro/FR) vuole garantire un sostegno ai media elettronici, in particolare a quegli istituti che propongono in modo continuativo offerte di formazione e formazione continua a orientamento pratico per chi opera nelle redazioni dei media elettronici, segnatamente formazioni di base e formazioni continue nel settore del giornalismo d'informazione.
Oltre a ciò, potrebbero anche essere sostenute agenzie di stampa e agenzie di produzione di contenuti audiovisivi che rivestono importanza nazionale e garantiscono un'offerta equivalente in tedesco, francese e italiano.
Stando alla maggioranza del plenum, entrambi i provvedimenti - attuabili rapidamente - dovrebbero migliorare la qualità dei media svizzeri, ha dichiarato Stefan Engler (Centro/GR) a nome della commissione.
Una minoranza - guidata da Esther Friedli (UDC/SG) - ha tentato invano di convincere il plenum a respingere il progetto, adducendo che queste misure facevano già parte del pacchetto di provvedimenti a favore dei media respinto in votazione popolare nel 2022.
Oggi, per motivi di tempo, la Camera dei cantoni non ha effettuato alcuna deliberazione di dettaglio. «Le discussioni riprenderanno mercoledì 18 giugno», ha dichiarato il presidente del Consiglio degli Stati Andrea Caroni (PLR/AR).