I produttori di latte si lamentano per i prezzi ma in Ticino un po’ meno degli altri

BERNA - Il cosiddetto «prezzo medio» del latte pagato ai produttori nel 2018 in Svizzera - rispetto all’anno precedente - è aumentato di 1,52 centesimi (+2,4%) al chilogrammo, raggiungendo così i 63,88 centesimi. Il dato, insufficiente per coprire i costi degli agricoltori secondo l’Unione svizzera dei contadini (USC), nasconde notevoli differenze tra tipi di latte e tra regioni del Paese. In Ticino e Romandia il prodotto è meglio remunerato. Questi in estrema sintesi i dati contenuti nel Rapporto sul mercato del latte pubblicato dall’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG). Con 63,88 centesimi al chilogrammo, il prezzo medio dell’anno scorso è molto vicino alla media degli ultimi dieci anni (2009-2018).
Va ricordato che il mercato del latte svizzero ha conosciuto una frattura proprio nel 2009, quando il prezzo pagato ai produttori ha subito un sensibile calo (a 66,60 cts/kg) in seguito alla soppressione del contingentamento e alla riduzione del prezzo dei prodotti lattieri a livello internazionale. Inoltre il 2008 era risultato positivamente anomalo per i produttori: a causa della penuria di materie prime, il prezzo medio in Svizzera aveva raggiunto i 78,29 cts/kg. Tra il 2000 e il 2007 tale prezzo si era situato tra un massimo di 79,96 cts nel 2001 e un minimo di 70,90 nel 2007, all’interno di un costante trend al ribasso.
A seconda dei tipi di latte, i prezzi pagati ai contadini sono molto diversi. In confronto alla media degli ultimi due lustri, il prezzo del 2018 è aumentato per il latte di caseificio e soprattutto per il latte biologico (+0,21 e +4,01 cts/kg), mentre è diminuito per il latte di latteria (-1,86 cts/kg). Quest’ultimo è acquistato al prezzo più basso e viene trasformato in prevalenza in latte di consumo, burro, latte in polvere, panna di consumo, yogurt e formaggi industriali come la mozzarella. «Il prezzo del latte di latteria è e rimane troppo basso. La maggior parte dei produttori non è in grado di coprire i costi e di guadagnare un salario orario decente», indica l’USC reagendo alla pubblicazione del rapporto.
L’UFAG pubblica pure la quota del prezzo alla produzione per ogni franco speso dal consumatore, ma solo fino al 2016. Definizione con un esempio: un agricoltore riceve 64 cts/kg di latte crudo trasformato in latte intero pastorizzato e, su quest’ultimo, si realizza un ricavo totale di 1,40 franchi. La quota del prezzo alla produzione nel 2016 è stata del 42,5% in media nazionale per il latte al consumo e del 33,6% per il formaggio. In entrambi i casi il dato è in calo dal 2014 quando rispettivamente era del 46,8% e del 36,3%. Il tipo di valorizzazione, il metodo di produzione, la situazione del mercato in Svizzera e all’estero sono tra i fattori che incidono maggiormente sul prezzo del latte, scrive l’UFAG.
I prezzi medi pagati in quella che l’UFAG definisce regione I (tutta la Romandia ad eccezione del Vallese francofono ma compreso il Giura bernese) e regione V (Ticino e Vallese) sono stati superiori alla media nazionale del 2018, ovvero rispettivamente 71,88 e 70,45 cts/kg. Nelle altre regioni, che comprendono tutta la Svizzera tedesca e l’insieme dei Grigioni, i prezzi del latte sono risultati inferiori alla media nazionale. Queste differenze sono riconducibili ai prezzi relativamente alti pagati ai produttori delle regioni I e V per il latte trasformato in formaggio. Esempio con due prodotti caseari famosissimi anche all’estero: il prezzo del latte fornito ai caseifici artigianali è stato superiore nella regione I (83,74 cts/kg) nella quale predomina la produzione di Gruyère. Nella regione II (canton Berna e quasi tutta la Svizzera centrale), caratterizzata dalla produzione di Emmental, il prezzo del latte fornito ai caseifici artigianali è stato il più basso (65,12 cts/kg). Il prodotto finito e il suo successo sul mercato determinano il prezzo pagato al produttore per la materia prima.
Nell’Unione europea nel 2018 il prezzo alla produzione del latte è diminuito del 2,84% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 0,34 centesimi di euro/kg (0,39 cts di franco/kg al cambio attuale).