I super-ricchi ancora nel mirino: «Giusto così» – «No, scapperanno»

Dopo l’iniziativa del 2015 per finanziare l’AVS, caduta in votazione popolare con il 71% di voti contrari, alle urne approda un’altra proposta per tassare a livello nazionale le grandi successioni. La Gioventù socialista (GISO) chiede un’imposta sulle eredità oltre i 50 milioni di franchi per finanziare interventi a favore del clima. Governo, Parlamento, partiti dell’area borghese e associazioni economiche sono contrari.
Che cosa chiede l’iniziativa dei giovani socialisti?
L’iniziativa popolare in votazione il 30 novembre s’intitola «Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo». È più conosciuta come «iniziativa per il futuro». I promotori chiedono l’introduzione di un’imposta federale del 50% sulle successioni e sulle donazioni superiori ai 50 milioni di franchi. Il gettito verrebbe attribuito per due terzi alla Confederazione e per un terzo ai Cantoni. L’uso è vincolato alla lotta contro «la crisi climatica».
In pratica come funzionerebbe?
Solo la quota che supera i 50 milioni di franchi verrebbe tassata con un’aliquota del 50%. Se una persona lascia in eredità 200 milioni, 50 sarebbero esenti da imposta mentre gli altri 150 verrebbero tassati al 50%. Questo significa che al fisco dovranno essere versati 75 milioni. Responsabili per l’imposizione e la riscossione sono i Cantoni.
E se invece l’operazione avviene in due o più tappe?
Poniamo che una persona facoltosa faccia in prima battuta una donazione di 30 milioni. Siccome non viene raggiunta la franchigia di 50 milioni, al fisco non dovrà essere versato nulla. Se anni dopo il donatore muore e lascia in eredità 170 milioni, fa stato il patrimonio complessivo. Come nel primo esempio, dei 200 milioni totali, 50 vengono esentati e 150 sono soggetti a un’imposta del 50%. L’importo da pagare, pertanto, è sempre di 75 milioni.
Si tratta di un’imposta sulla massa successoria o sulle quote ereditarie?
Come spiega il sito della Confederazione, si tratta di un’imposta sulla massa successoria. L’eredità viene distribuita agli eredi solo dopo la deduzione dell’imposta. Oggi, invece, le imposte di successione e donazione pagate a livello cantonale sono concepite come imposte sulle quote ereditarie. Ogni singolo erede o donatario deve pagare l’imposta sulla propria quota.
Quante sono le persone potenzialmente toccate dall’iniziativa?
Si stima che siano 2.500 i contribuenti che detengono una sostanza superiore a 50 milioni di franchi. Complessivamente, questo gruppo possiede circa 500 miliardi di franchi. Secondo uno studio dell’Università di Losanna, tuttavia, l’iniziativa interesserebbe principalmente circa 300 famiglie con un patrimonio superiore a 200 milioni di franchi. A questi si potrebbero aggiungere un numero imprecisato di globalisti tassati secondo il dispendio. La Svizzera è il Paese con la più alta densità di miliardari rispetto alla popolazione (152 in totale, vale a dire 17 per milione di abitanti).
Perché la GISO vuole imporre le successioni sui detentori di grandi patrimoni?
«I super-ricchi stanno distruggendo il clima e la democrazia con i loro investimenti e i loro consumi di lusso» affermano i giovani socialisti, secondo i quali le dieci famiglie più ricche della Svizzera producono insieme tanto CO2 quanto il 90% della popolazione.
I promotori dell'iniziativa quando contano di incassare per la tutela del clima?
Sei miliardi di franchi all’anno, di cui quattro destinati alla Confederazione e due ai Cantoni. A loro avviso non è possibile che la popolazione debba coprire i costi «per una crisi che non abbiamo causato. I super-ricchi responsabili devono finalmente pagare per i loro danni climatici».
Chi successione. E quanto?
Oggi non esiste un’imposta federale. Eccetto Svitto e Obvaldo, gli altri 24 Cantoni riscuotono (in modi diversi) un’imposta sulle successioni e 23 Cantoni tassano anche le donazioni. Nel 2022, queste imposte hanno fruttato 1,4 miliardi di franchi (1,8% del totale dei gettiti cantonali e 0,9% del gettito totale di Confederazione, cantoni e Comuni). La nuova imposta ridurrebbe gli importi incassati. Nella maggior parte dei Cantoni, i discendenti diretti sono esentati o godono di ampie franchigie. In media, l’imposta di successione si aggira attorno all’1,6%. Una sorta di “ tassa sui ricchi” esiste già a livello cantonale tramite l’imposta sulla sostanza. Le aliquote sono progressive: più alto è il patrimonio, più alto è l’importo da pagare. Il 10% delle persone più ricche paga l’86% delle imposte patrimoniali. Nel 2022, la tassa patrimoniale ha fruttato 9 miliardi di franchi a Cantoni e Comuni, pari a un decimo delle loro entrate totali.
Quali sarebbero le ripercussioni finanziarie?
Come detto, la GISO prevede incassi di 6 miliardi di franchi all’anno. Berna, invece, prevede sulla carta 4,3 miliardi. Ma secondo una perizia commissionata dall’Amministrazione federale delle contribuzioni al prof. Marius Brühlart ci sarebbe una riduzione del potenziale sostrato fiscale compresa fra il 77% e il 93% perché i super-ricchi lascerebbero il Paese. Ad andarsene sarebbe tra il 49% il 74% dei contribuenti facoltosi. La stessa AFC, sulla base dei dati dei Cantoni, stima una perdita di 85%-98%. Detto altrimenti: dei 4,3 miliardi attesi, dopo gli effetti delle partenze rimarrebbero dai 100 ai 650 milioni. La partenza di questi contribuenti – l’1% di loro oggi assicura il 40% dei ricavi fiscali – comporterebbe anche una forte riduzione del gettito delle imposte sul reddito e sulla sostanza. Inoltre, l’attuazione dell’iniziativa avrebbe un effetto deterrente sui ricchi stranieri, che non si stabilirebbero più in Svizzera. Le perdite di getti stimate oscillano fra 2,8 e 3,7 miliardi di franchi a livello federale, cantonale e comunale.
L’iniziativa prevede un effetto retroattivo?
Il testo contiene una clausola retroattiva, secondo la quale andrebbero tassate le successioni e le donazioni fatte nel periodo compreso tra l’approvazione dell’iniziativa popolare e l’entrata in vigore delle disposizioni d’esecuzione. La retroattività alla data di accettazione dell’iniziativa, comunque, non si applicherebbe alle misure di «prevenzione dell’elusione fiscale» (ritiro del passaporto, controllo dei movimenti di capitale, ecc.). L’applicazione retroattiva colliderebbe con il principio della fiducia garantito dalla Costituzione.
Che sostengono i favorevoli?
A loro avviso, le cause della crisi climatica risiedono nel sistema economico. Una minoranza di super-ricchi distrugge la stabilità climatica. Queste persone «devono pagare per i danni climatici». Inoltre, la Svizzera non sta facendo abbastanza per la protezione del clima. Per raggiungere gli obiettivi climatici della Confederazione sono necessari diversi miliardi di franchi in più all’anno. La Confederazione sta facendo il contrario con i suoi piani di risparmio.
Cosa dicono i contrari all’iniziativa?
In generale, ritengono che l’iniziativa sia controproducente perché comprometterebbe gravemente l’attrattiva della Svizzera per i contribuenti facoltosi e comporterebbe una riduzione delle entrate fiscali totali. Per colmare la differenza, verrebbe chiamato alla cassa il resto della popolazione. Inoltre, i patrimoni delle imprese familiari sono spesso costituiti da immobili e macchinari e non da liquidità. L’iniziativa non prevede eccezioni. Per pagare le imposte gli eredi dovrebbero indebitarsi. Indirettamente, con la partenza di contribuenti facoltosi ci sarebbero anche effetti a cascata, a livello di posti di lavoro e di indotto. Oltre al danno economico si farebbe anche un autogol fiscale. L’autonomia finanziaria dei Cantoni verrebbe pregiudicata. Consiglio federale e Parlamento, infine, ritengono che si stia già conducendo una politica climatica coerente. Con le leggi approvate di recente sono già disponibili oltre due miliardi di franchi all’anno per la lotta contro il cambiamento climatico.
