Il dottor Putin, ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la guerra

A scanso di equivoci, il titolo è provocatorio e si rifà alla commedia nera di Stanley Kubrick Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba. Nel film del 1964, in piena Guerra Fredda, il regista, attraverso l’affilatissima lama della satira, mise in immagini e suoni la paura al limite del paranoico di un possibile conflitto nucleare tra Stati Uniti e Unione sovietica. Il terrore per la bomba atomica, già. Su un tema del genere – serissimo e spaventoso – si poteva anche sorridere, per esorcizzare i demoni. Una risata amara, ovviamente. Oggi, con la guerra in Ucraina ancora in corso, decine di migliaia di morti, feriti, intere città rase al suolo e milioni di sfollati, non c’è troppo da scherzare. Però c’è una cosa che sembra aver riportato il mondo ai tempi della Guerra fredda: il senso di minaccia costante. Oggi è la Russia di Vladimir Putin a incarnare questo senso di timore, di incertezza. Sono le decisioni dello «zar», le sue politiche, le sue mire espansionistiche, a fare il bello e il cattivo tempo sull'Europa, Svizzera compresa. E a Berna lo sanno bene.
Nella sua seduta dello scorso 30 aprile, il Consiglio federale ha infatti approvato il rapporto annuale sulla valutazione della situazione di minaccia secondo l’articolo 70 della legge federale sulle attività informative (LAIn). Il documento, di 11 pagine, menzionando la parola «Russia» oltre 30 volte, indica un peggioramento del contesto in materia di politica di sicurezza della Svizzera. Nel testo si parla di Medio Oriente, terrorismo jihadista e cibersicurezza, ma la vera protagonista è lei, sempre la Russia. La guerra in Ucraina continua a dominare la situazione in materia di sicurezza in Europa, mentre la rivalità e i contrasti tra Stati Uniti e Cina risultano essere la tendenza dominante sotto il profilo strategico a livello globale.
Nel 2024, il contesto della politica di sicurezza della Svizzera si è ulteriormente deteriorato, in quanto la cooperazione di Mosca con i suoi principali sostenitori nella guerra contro l’Ucraina si è ulteriormente intensificata. Russia, Cina, Iran e Corea del Nord stanno cercando di plasmare l’ordine internazionale secondo le proprie concezioni e intendono contenere l’influenza degli Stati Uniti e di altri Paesi occidentali. Mosca, Pechino, Teheran e Pyongyang oggi collaborano più strettamente dal punto di vista economico, politico e persino militare. In Russia arrivano componenti per i missili dalla Cina, droni iraniani, munizioni, armamenti e soldati nordcoreani.
L’invasione dell’Ucraina, secondo il report approvato dal Governo elvetico, ha contribuito ad accrescere l’interconnessione globale dei conflitti regionali. Lo scorso anno la Russia ha intensificato le attività nei Paesi dell’UE e della NATO nell’ambito della guerra ibrida, mettendo deliberatamente in conto danni collaterali e vittime civili. Fondamentale nei conflitti ibridi è la creazione intenzionale di incertezza. Disinformazione, sabotaggi, attacchi hacker, azioni certamente meno letali di quelle belliche, ma altrettanto temibili, anche perché l’intensificazione dei conflitti ibridi comporta notevoli rischi di escalation. E attraverso il fumo della propaganda, non è ancora possibile capire quale sia il ruolo degli Stati Uniti guidati dal presidente Donald Trump: continueranno a sostenere, anche dal punto di vista della sicurezza, l’Europa? Un'incognita che crea ulteriore preoccupazione.
Nel periodo che ha preceduto la conferenza sull'Ucraina, evidenzia il Governo elvetico, la Svizzera è diventata sempre più al centro dell'attenzione dei media di propaganda russi e da allora è sempre più colpita dalle attività d'influenza russe. Ad esempio, l'emittente Russia Today (RT) avrebbe strumentalizzato l'attacco con coltello di matrice jihadista avvenuto a Zurigo nel marzo 2024, per influenzare il dibattito tra la popolazione svizzera e minare la sua fiducia nelle autorità statali e nei servizi segreti svizzeri.
Se la guerra in Ucraina continua a dominare la situazione di sicurezza del Vecchio continente, è la rivalità economica tra Stati Uniti e Cina a rappresentare la tendenza strategica globale dominante. Secondo il rapporto, le due superpotenze cercheranno di far valere i propri interessi contrastanti e questo avrà un profondo impatto sulla politica di sicurezza globale, sull’economia e sul potenziale di risoluzione dei problemi internazionali nei prossimi anni. Il mondo di oggi è frammentato, volatile e pieno di rischi.
Tornando all’Ucraina, per il presidente russo Vladimir Putin il conflitto riveste ancora la massima priorità. La Russia sembra infatti convinta di poter continuare a combattere, almeno per tutto il 2025, con l’intensità attuale. Putin è determinato a includere saldamente Kiev nella sfera di influenza russa e non pare disposto per nessun motivo a rinunciare ai territori ucraini occupati da quando è scattata l’invasione, ovvero le regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson.
La Russia ha intensificato le operazioni militari dall’ottobre del 2024 quando, dopo aver siglato un’intesa di reciproca difesa con Pyongyang, ha iniziato a impiegare soldati nordcoreani per combattere nella regione russa di Kursk, attaccata dalle truppe di Volodymyr Zelensky ad agosto. Dopo mesi di silenzio, propaganda e mezze verità negli scorsi giorni Putin e Kim Jong Un hanno ufficialmente ammesso l’impiego dei combattenti asiatici contro gli ucraini.
Alla fine dello scorso anno, gli Stati Uniti e altri alleati occidentali hanno permesso a Kiev di utilizzare armi occidentali per colpire obiettivi strategici in territorio russo e questo ha portato a ulteriori frizioni tra i Paesi impegnati nel conflitto. Di più, ha aumentato la pressione su Zelensky, con un possibile disimpegno degli americani, i quali con il presidente Trump stanno cercando di arrivare una tregua, in un contesto sempre più complicato. Di fatto, l’Ucraina, dopo il via libera sui missili a lungo raggio, è passata all’attacco dopo mesi e mesi di strenua difesa, con il rischio di ampliare la portata del conflitto. Il presidente USA ha più volte accusato il presidente ucraino di giocare con la Terza guerra mondiale, mentre a Putin sono state riservate parole ben più lievi o, comunque, non troppo severe.
La Russia non sente alcuna pressione che la spinga a impegnarsi per un cessate il fuoco o per negoziati di pace, anche perché la situazione sul campo di battaglia è decisamente favorevole a Mosca, nonostante l’ingente quantità di soldati persi. Per Berna le difficoltà sul cammino verso una tregua o l’avvio di trattati di pace tra Russia e Ucraina rimangono ancora notevoli. Inoltre, dopo una eventuale tregua, rimarrebbero comunque profonde tensioni tra i due blocchi: ad oggi, non è ancora chiaro se verranno impiegati peacekeeper europei in Ucraina per garantire la sicurezza nei territori occupati, solo per citare un esempio. La Russia mira strategicamente a riconquistare il suo status precedente al conflitto, quindi a ripristinare la sua sfera di influenza nell’Europa orientale, come ribadito più volte dal presidente Putin. Oltre a ricostituire le perdite subite nella guerra contro l’Ucraina, il Cremlino sta pianificando un forte aumento del suo potenziale militare, preparando le sue forze armate per una possibile conflitto armato contro la NATO.
Putin sta inoltre aggravando la situazione in Africa, evidenzia il Consiglio federale, sottolineando che le nuove dittature militari in Africa stanno riducendo la loro dipendenza dagli Stati occidentali, collaborando sempre di più con la Russia.
I venti da Guerra Fredda sembrano essere tornati e, anzi, soffiano sempre più forte, con il rischio di un’escalation nucleare in Europa: nel novembre 2024, constata infine il rapporto, la Russia ha adottato una nuova dottrina nucleare. Le minacce e le armi atomiche come strumento di potere hanno assunto un’importanza che non si vedeva dai tempi del testa a testa tra USA e URSS: oltre agli Stati occidentali, anche la Cina e l’India hanno messo in guardia la Russia dall’infrangere il tabù nucleare, per la prima volta dal 1945. Nonostante gli avvertimenti, oggi le potenze nucleari sembrano aver perso la memoria e potenziano ulteriormente i propri arsenali atomici. Come se le bombe su Hiroshima e Nagasaki fossero esistite solamente in un film di Kubrick.