Berna

Il Nazionale boccia il fondo per il clima

L'iniziativa di PS e Verdi ha faticato a trovare simpatizzanti al di fuori della sinistra: il dossier passa agli Stati
Ats
19.06.2025 10:26

La Confederazione non deve istituire un fondo per sostenere, con investimenti miliardari, i progetti in ambito climatico. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale, bocciando - per 120 voti a 64 (quattro astenuti) - un'iniziativa popolare in questo senso. Il testo ha faticato a trovare simpatizzanti al di fuori della sinistra.

L'iniziativa «Per una politica energetica e climatica equa: investire per la prosperità, il lavoro e l'ambiente (Iniziativa per un fondo per il clima)» è stata presentata dal PS e dai Verdi nel febbraio del 2024. Mira a creare un fondo le cui risorse confluirebbero, tra le altre cose, in misure per il potenziamento delle fonti rinnovabili, dell'efficienza energetica o della decarbonizzazione dei trasporti, degli edifici e dell'economia.

I mezzi finanziari necessari andrebbero attinti dal bilancio federale. Berna dovrebbe quindi alimentare ogni anno il fondo con una quota compresa tra lo 0,5 e l'1% del prodotto interno lordo (pil), il che corrisponderebbe, secondo le stime, a una cifra fra 3,9 e 7,7 miliardi di franchi. Le uscite non sarebbero soggette al freno all'indebitamento.

Agire adesso

Il dibattito è ripreso questa mattina, dopo aver occupato ieri l'intero pomeriggio dei deputati ed essere stato interrotto alle 19.00 per raggiunti limiti di tempo. Il filo conduttore non è però cambiato: il campo rosso-verde da una parte, schierato a favore dell'iniziativa, gli altri partiti e il Consiglio federale dall'altra.

«Bisogna agire ora per non pagare un prezzo salato in futuro. Questa iniziativa crea le basi finanziarie necessarie», ha detto in aula Céline Widmer (PS/ZH). «Un fondo è uno strumento giusto perché servono investimenti importanti, che si protrarranno per anni», ha aggiunto Felix Wettstein (Verdi/SO).

«Il cambiamento climatico non è una minaccia astratta, bensì è tangibile», ha sottolineato Clarence Chollet (Verdi/NE). Stando alla neocastellana, il ritmo della catastrofi naturali è in aumento, un punto messo in risalto da molti deputati di sinistra, che hanno ricordato i vari disastri che hanno colpito la Svizzera negli ultimi tempi, ultimo in ordine cronologico quello del villaggio vallesano di Blatten. «I tracolli delle nostre montagne sono sempre più frequenti», ha confermato Bruno Storni (PS/TI).

Costi alti

Ma il resto del plenum l'ha vista in un altro modo. «L'iniziativa porterebbe più danni che vantaggi, in primis per le nostre casse», ha affermato a nome della commissione Mike Egger (UDC/SG). Il sangallese è stato perentorio: «Semplicemente non abbiamo questi soldi: sarebbero inevitabili aumenti fiscali». Un fondo statale è in contraddizione con la politica climatica finora perseguita, che si basa su diversi approcci quali tasse di incentivazione, divieti e obblighi, accordi volontari sugli obiettivi e misure di promozione, ha evidenziato l'altra relatrice, Christine Bulliard-Marbach (Centro/FR).

«La Svizzera fa già molto, abbiamo un comportamento esemplare», ha sostenuto Kris Vietze (PLR/TG). Secondo la turgoviese, l'iniziativa è ideologica e punta a una politica «socialista e non sociale». Una sua adozione genererebbe debiti che i nostri nipoti poi dovranno ripagare, ha avvertito dal canto suo Erich Vontobel (UDF/ZH).

Niente controprogetto

Contrario pure l'esecutivo, che raccomandava una bocciatura ritenendo il fondo richiesto non necessario per il raggiungimento degli obiettivi climatici della Svizzera. Anche perché, Confederazione e Cantoni stanziano già oggi circa due miliardi di franchi all'anno a favore del clima e dell'energia (più 600 milioni per la biodiversità).

Un concetto ribadito al termine del dibattito odierno dal consigliere federale Albert Rösti, stando al quale tali traguardi si potranno ottenere con le varie leggi introdotte di recente. Riguardo ai disastri naturali, il bernese ha rispedito al mittente le accuse: «Non è corretto dire che se avessimo fatto questo o quell'altro una montagna non sarebbe crollata».

In sede di commissione si è peraltro rinunciato a elaborare un controprogetto indiretto. Una minoranza ha chiesto il rinvio per confezionarne uno, volto a tassare tutte le emissioni di gas serra sul territorio svizzero secondo il principio di causalità. «L'iniziativa è costruita male, non è flessibile e costa troppo. Ma non fare niente non è un'opzione», ha detto Jürg Grossen (PVL/BE) presentando questa proposta, che però è stata respinta senza appello per 175 a 11.

Il dossier si trasferisce ora sui banchi del Consiglio degli Stati.