In autostrada fino a 130 km/h? «Non riapriamo il dibattito»

«La morte delle foreste». Waldsterbe, per utilizzare l’espressione in tedesco utilizzata allora. Erano gli anni ’80 e il declino delle foreste e dei boschi nell’Europa centrale era diventato un tema dibattuto anche in Svizzera. Il Consiglio federale, sull’onda delle preoccupazioni per le piogge acide e per l’inquinamento atmosferico, nel 1985 decise di ridurre i limiti di velocità sulle strade: da 130 a 120 km/h sulle autostrade e da 100 a 80 km/h fuori dai centri abitati. Pensata come temporanea, la misura ha invece resistito - e continua a farlo - per quarant’anni. Ogni tentativo di cambiare i limiti (sia per aumentarli, sia per diminuirli) è fallito, comprese alcune iniziative popolari che non hanno raggiunto il numero di firme necessarie: l’ultima, «Per un limite di velocità di 140 km/h sulle autostrade», è naufragata nel 2015.
L’ennesimo tentativo
Ora, però, all’orizzonte si intravede un nuovo tentativo. Il consigliere nazionale Andreas Glarner (UDC/AG) ha depositato negli scorsi giorni un’iniziativa parlamentare per chiedere al Consiglio federale di «reintrodurre i limiti di velocità originariamente in vigore di 130 km/h sulle autostrade e 100 km/h sulle strade al di fuori dei centri abitati». Il democentrista ritiene che il Consiglio federale, nel 1985, cedette «al panico e all’isteria». E le preoccupazioni di allora non sono più giustificate, poiché le emissioni delle vetture sono sensibilmente diminuite, mentre dal lato della sicurezza stradale, «nonostante il raddoppio del numero di veicoli e un massiccio aumento del volume di traffico, si verificano significativamente meno incidenti, meno feriti e meno decessi».
«La scienza lo dimostra»
A mettere il piede sul freno ci pensa però l’Ufficio prevenzione infortuni (UPI), che già nel 2021 metteva in guardia sull’aumento dei limiti di velocità: «Se sui tratti oggi limitati a 120 km/h si potesse viaggiare a 130 km/h, si registrerebbero 15 morti e 100 feriti gravi in più all’anno», indicava l’UPI, che ora (sulla base dei dati degli ultimi anni) prevede 11 vittime e 87 feriti gravi in più ogni anno. Dalle cifre ufficiali pubblicate dall’Ufficio federale delle strade (USTRA), risulta che nel 2024 sono 25 le persone che hanno perso la vita sulle autostrade o sulle semiautostrade (erano 28 nel 2022 e 28 anche nel 2023). I feriti gravi sono invece stati 213 (nonché 231 nel 2022 e 239 nel 2023). L’Ufficio prevenzione infortuni, per calcolare il possibile effetto sulla sicurezza dell’aumento del limite di velocità, si è basato su «modelli di proiezione, dati relativi agli incidenti sulle strade svizzere e confronti internazionali. La scienza lo dimostra chiaramente: se il limite di velocità viene aumentato, il numero di incidenti stradali gravi aumenta», ci spiegano dall’UPI, che non ha cambiato posizione rispetto al 2021: «Anziché innalzare il limite generale di velocità sulle autostrade, sarebbe più utile ridurlo temporaneamente su singoli tratti». Un progetto in tal senso - con la possibilità di limitare la velocità a 80 km/h in caso di traffico intenso - è già sul tavolo dell’USTRA.
I Paesi limitrofi
In tutti i Paesi limitrofi, però, il limite di velocità sulle autostrade è fissato a 130 km/h (in Germania, come noto, in numerosi tratti non ci sono limiti) e finora il Consiglio federale non ha mai appoggiato un aumento della velocità consentita. Difficilmente, però, la proposta otterrà un sostegno in Parlamento. A esprimersi contro la proposta - che sicuramente non farà breccia nemmeno nel campo rossoverde - è Simone Gianini. Il consigliere nazionale ticinese è presidente nazionale dell’Automobile Club Svizzero (ACS). Una sorpresa? «La sicurezza va al primo posto e in Svizzera stiamo facendo tanto», premette il liberale-radicale. «L’ultimo rilevamento dell’UPI (vedi box a lato) non era particolarmente brillante, ma va contestualizzato in base ai numeri già buoni rispetto al resto d’Europa. Non va però abbassata la guardia e bisogna rendersi conto anche della struttura della nostra rete stradale, nazionale e cantonale, che non permette sempre di circolare nemmeno alle velocità massime attuali», spiega il ticinese.
Chi vuole di più e chi di meno
«Dal mio punto di vista, invece di pensare a un aumento delle velocità massime consentite, bisogna riuscire a preservare il limite generale di 120 km/h in autostrada, viste anche certe derive. Deploro infatti l’idea, che fa sempre più breccia, di oramai quasi generalizzare gli 80 chilometri orari invece di migliorare le infrastrutture», aggiunge Gianini. Per il consigliere nazionale, «chi cerca di ottenere sempre di più, non fa altro che alimentare il gioco di chi invece vuole ottenere di meno. Lo dico chiaramente: non riapriamo quel dibattito».
Contrasto con l’attuale politica
Ma cosa ne pensa il Consiglio federale? Nel 2021, in risposta a una mozione di Erich Hess (UDC/BE), l’Esecutivo sosteneva che «la misura proposta difficilmente può migliorare la viabilità: la capacità ottimale di una strada si ha quando la velocità veicolare è uniforme; incrementando il limite in autostrada da 120 a 130 km/h si riduce la funzionalità, in quanto il maggiore scarto di velocità tra i veicoli sulla corsia normale e su quella di sorpasso determina un incremento delle distanze di sicurezza da rispettare». Per il Governo, inoltre, una tale misura «farebbe aumentare le emissioni sonore e di CO₂, in contrasto con l’attuale politica ambientale ed energetica».
