Il caso

In Svizzera ci sono troppi gatti randagi: «Microchip per tutti»

La sovrappopolazione felina ritorna sotto la luce dei riflettori: il governo federale sembrerebbe intenzionato a trovare una soluzione a livello nazionale – Ma i problemi non mancano
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Online
13.12.2024 09:15

Il gatto, leggiamo, è l'animale domestico più popolare in Svizzera. Nel nostro Paese, ce ne sono quasi due milioni. Il che, per certi versi, è un problema. Nella Confederazione, riporta il Blick, si stima che ci siano infatti fino a 300 mila gatti randagi. E questo numero sarebbe in costante aumento. Il problema nel problema è che, appunto, parliamo di stime. E questo perché, a differenza dei cani, i gatti non necessitano di registrazione. Detto in altri termini, i proprietari non sono tenuti a mettere un microchip ai loro felini. 

Il governo federale, come spiega sempre il Blick, facendo leva su fonti del settore veterinario, sembrerebbe intenzionato a risolvere questo vuoto legislativo, se così vogliamo definirlo. Come? Semplice: rendendo obbligatoria, in tutta la Svizzera, la marcatura dei gatti. Interpellato dal Blick, lʼUfficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) ha ammesso che una soluzione a livello nazionale sarebbe «benvenuta». Non solo, una discussione con i servizi veterinari cantonali è già in corso. Sarebbe benvenuta, scrive il quotidiano zurighese, poiché molti gatti randagi vivono in miseria tant'è che, ogni anno, migliaia di loro muoiono in condizioni orribili.

La Confederazione, parallelamente, intende promuovere l'obbligo di sterilizzazione. Una mossa per garantire maggiore benessere agli animali, responsabilizzare i proprietari e, non da ultimo, contribuire alla sovrappopolazione felina. Al riguardo, tempo fa l'USAV ha commissionato uno studio sulla popolazione incontrollata di gatti. La sovrappopolazione felina, di rimando, è un problema per altri animali. Ogni anno, infatti, milioni fra uccelli, rettili e insetti vengono uccisi da questi felini, che di per sé sono cacciatori. L'UFAV, pur senza entrare nei dettagli, ha spiegato al Blick che attraverso una mappatura via microchip sarebbe possibile studiare, concretamente, l'impatto dei gatti sulla biodiversità. 

Vicepresidente della Federazione felina elvetica, Jürg Keller-Friskovec si è detto favorevole a un eventuale obbligo di microchip: «Nella nostra associazione la microchippatura è già obbligatoria. Quando qualcuno vuole ottenere il pedigree di un gattino, deve fornire all'allevatore i numeri del microchip». Anche la Protezione svizzera degli animali (PSA) è dello stesso avviso: i gatti vengono spesso acquistati con leggerezza, perché costano poco e sono considerati (a torto) facili da tenere. Così, quando sorgono problemi, vengono spesso trascurati o addirittura abbandonati. Finora i proprietari non sono stati minacciati di pagarne le conseguenze. Con la chippatura obbligatoria, la situazione potrebbe cambiare.

Eppure, la stessa PSA ha stimato che solo un terzo dei gatti in Svizzera, al momento, sia registrato. Per molti proprietari, l'obbligo di microchippatura comporterebbe costi maggiori e più lavoro. Il prezzo del microchip e della registrazione, di per sé, varia da veterinario a veterinario, ma in genere si aggira intorno agli 80 franchi. Secondo Martin Haab, consigliere nazionale dell'UDC e presidente dell'Unione dei contadini di Zurigo, una legge del genere potrebbe suscitare malcontento negli ambienti agricoli. Sebbene i suoi gattini siano sterilizzati, non sono dotati di chippatura: «Per un contadino con quattro o cinque gatti, si tratta di un sacco di lavoro». Haab non ha nulla in contrario alla chippatura dei gatti, «ma l'obbligo va oltre lo scopo prefissato». Nelle fattorie, in ogni caso, i gatti abbandonati sono particolarmente comuni. Ancora Haab: «Nella nostra fattoria ci sono sempre gatti che non so a chi appartengano. Non è accettabile che io sia considerato responsabile per loro, solo perché si trovano sul mio terreno». Ma un obbligo generale di microchippatura, di nuovo, «non vedo come possa essere attuato. Anche se ogni Comune nomina una o più persone responsabili, molti animali rimarrebbero comunque senza padrone». Un aspetto, questo, che ha affrontato anche Keller-Friskovec: «Per la protezione degli animali è già difficile controllare gli allevatori illegali che vendono gatti in nero».

I gatti sono senza dubbio uno dei temi più caldi della politica svizzera. Le richieste per combattere la sovrappopolazione felina, puntualmente, finiscono sotto la luce dei riflettori: microchippatura obbligatoria, castrazione generalizzata o addirittura, nei casi più estremi, divieto di importare e allevare gatti. Le idee, insomma, non mancano. Recentemente, si sono registrati alcuni progressi a livello cantonale sulla questione della microchippatura obbligatoria. Il Parlamento dell'Argovia ha votato a favore. Anche nel Cantone di Basilea Campagna la questione sarà esaminata sulla base di un mandato del Parlamento cantonale. Nel Vaud, i parlamentari hanno presentato a settembre un postulato al Gran Consiglio per introdurre misure di protezione della biodiversità.

Finora, la Confederazione si era sempre opposta a una misura uniforme per tutta la Svizzera. Quattro anni fa, il Consiglio federale sosteneva ancora che obbligare tutti i proprietari di gatti a registrare i loro animali sarebbe stato eccessivo. Ora, il vento sembrerebbe essere cambiato anche se una data di introduzione della legge sul microchip obbligatorio non esiste ancora.