Incriminato a Zurigo un presunto cibercriminale

Il Ministero pubblico di Zurigo ha incriminato un presunto cibercriminale 51enne che, stando agli inquirenti, è coinvolto in dieci attacchi ransomware (attacchi che bloccano l'accesso ai dati di un dispositivo per i quali viene poi richiesto un riscatto) contro aziende in Svizzera e all'estero che hanno causato danni per 130 milioni di franchi.
L'uomo, di cittadinanza ucraina, sarà processato per estorsione, vari delitti informatici, riciclaggio di denaro, pornografia e altri reati, ha comunicato oggi la procura cantonale, che chiede una pena detentiva di dodici anni da scontare e l'espulsione dal paese per un periodo non precisato.
L'ucraino, che al momento delle sue attività illegali risiedeva in Svizzera, è in carcere dal suo arresto nel settembre 2022. Non è ancora stata fissata la data del processo dinanzi al tribunale distrettuale di Zurigo.
L'uomo faceva parte di un gruppo criminale internazionale che utilizzava i programmi LockerGoga, Megacortex e Nefilim. Complessivamente dodici membri di questo gruppo sono già stati arrestati.
Gli attacchi contro aziende in Svizzera, Francia, Norvegia, Scozia, Canada, Paesi Bassi e Stati Uniti sono avvenuti tra il dicembre 2018 e il maggio 2020. Gli hacker hanno bloccato i dati delle imprese e chiesto un riscatto per decriptarli.
Questi attacchi hanno causato danni ingenti alle aziende, che hanno subito perdite di fatturato a causa delle interruzioni del servizio e hanno dovuto ripristinare i propri sistemi informatici. Alcune società hanno pagato un riscatto in bitcoin; quello più consistente è stato di 41 milioni di franchi.
Secondo il Ministero pubblico, l'imputato ha ricevuto una parte dei riscatti pagati per la sua partecipazione agli attacchi.