Votazioni federali

Karin Keller-Sutter: «Non è stato un voto contro i musulmani»

La consigliera federale commenta il sì all’iniziativa anti-burqa: «Ricordo che solo poche decine di donne in Svizzera portano il niqab» - Sull’identità elettronica il Governo cercherà una soluzione condivisa
©KEYSTONE/Anthony Anex
Ats
08.03.2021 06:00

«Non è stato un voto contro i musulmani»: lo ha detto la consigliera federale Karin Keller-Sutter, commentando il voto odierno del popolo svizzero, che al 51% ha approvato l’iniziativa anti-burqa.

«Ricordo che solo poche decine di donne in Svizzera portano il niqab», ha affermato la responsabile del Dipartimento federale giustizia e polizia (DFGP) nella conferenza stampa del governo a Palazzo federale. Si tratta di un’infima minoranza delle musulmane che vivono nel Paese, ha aggiunto. La «ministra» del PLR ha ricordato che il divieto del velo integrale è in vigore anche in altri Paesi europei e in alcune nazioni musulmane. Ora il mandato costituzionale dovrà essere concretizzato dai cantoni, che rimangono competenti sulle misure di polizia sul suolo pubblico. La Confederazione dovrà intervenire a livello federale solo sui punti particolari di sua competenza, come i trasporti. Secondo Keller-Sutter - doppiamente sconfitta oggi: ha perso pure il referendum sull’identità elettronica - la campagna di votazione è stata difficile anche per via del coronavirus. Interrogata in merito a una eventuale perdita di credibilità e di sostegno popolare del Governo sulla scia della pandemia, la 57.enne ha detto di non volersi lasciare andare a speculazioni.

Sull’identità elettronica il Governo cercherà una soluzione condivisa

Il verdetto delle urne sull’identità elettronica è chiaro e il Consiglio federale intende avviare un dialogo con tutti gli attori coinvolti per trovare una soluzione che raggiunga una maggioranza. Per Karin Keller-Sutter è importante che le discussioni non si arenino. La proposta di E-ID ha suscitato discussioni intense e dibattito diretto e democratico sulla digitalizzazione. L’identità elettronica è solo una parte del processo di digitalizzazione, e altri dipartimenti stanno attualmente lavorando su ulteriori aspetti, come ad esempio il voto elettronico o la digitalizzazione nel settore della giustizia, ha detto la ministra. Uno degli obbiettivi della legge bocciata oggi era dare slancio alla ciberamministrazione. La prevista ripartizione dei compiti fra stato e privati però non ha convinto. Questo non garantisce che una soluzione puramente statale travi una maggioranza, ha sottolineato la consigliera federale davanti alla stampa. «Tutti devono abbandonare le idee preconcette su certi progetti», ha aggiunto chiedendo a tutti di rimanere aperti. «La digitalizzazione è uno degli obiettivi del Consiglio federale. Faremo tutto il possibile per trovare una soluzione». Il prossimo passo è una discussione sull’argomento all’interno del governo.

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