Piazza finanziaria

La Banca Popolare di Sondrio (Suisse) continua a crescere

L’anno scorso la banca ha conseguito il suo miglior utile, in aumento del 6,6% a 15,1 milioni. In forte crescita la concessione di crediti ipotecari - L’istituto punta su personale e tecnologia
Erica Lanzi
20.02.2019 06:00

La Banca Popolare di Sondrio (Suisse) archivia il 2018 aggiornando i record: nel suo 24. esercizio l’utile netto è cresciuto del 6,6% rispetto al 2017 a 15,1 milioni di franchi. Col +7,5 % segnano un netto progresso anche i crediti nei confronti della clientela, che ora ammontano a 4,2 miliardi di franchi.

Risultati di cui essere ben contenti, considerate le sfide che lo scorso anno ha portato con se e che hanno messo i margini operativi sotto pressione. Come i tassi d’interesse bassissimi o negativi, i mercati azionari con una performance inferiore alle aspettative e il rallentamento generalizzato dell’economia europea e globale.

Il buon risultato, ha spiegato ieri a Lugano il presidente della direzione generale Mauro De Stefani, è da ricondursi ad una strategia efficace sia nel retail banking che nel private banking, cioè nei due settori operativi principali dell’istituto di credito. «Siamo una banca che opera sul territorio, per cui per definizione la consulenza non può essere fatta che a livello individuale», ha aggiunto Roberto Mastromarchi, membro della direzione generale. «Al contempo cerchiamo di essere una banca che si avvicina il più possibile al cliente con la tecnologia, ad esempio con la piattaforma di servizi Direct Banking».

I fondi della clientela sono pari a 4,8 miliardi di franchi, in leggero calo (-1%) a causa sia della svalutazione di cambio dei depositi espressi in euro (lo scorso anno il franco contro euro si è rafforzato di circa il 4%), sia dell’andamento negativo dei mercati che ha fatto svalutare diverse asset class. Il mercato italiano - ha aggiunto De Stefani - resta sempre importante. Ma de facto, senza accesso al mercato la raccolta di fondi resta limitata. «Inoltre, i capitali che arrivano in Ticino tutte le volte che nel Belpaese ci sono turbolenze politiche possono diventare un’arma a doppio taglio. Quando la paura passa, i patrimoni vengono spostati facilmente, quindi per fare la differenza non resta che investire nell’acquisizione di clienti grazie alla qualità dei servizi». Da notare che oggi BPS Svizzera è presente in 7 cantoni con 18 unità operative. Nel dicembre 2018 è stato aperto anche un ufficio di rappresentanza a Verbier, che si aggiunge alla presenza nel Principato di Monaco e allo sportello virtuale Direct Banking di Lugano.

Per contro ha registrato un ottimo andamento uno dei settori portanti della banca, ovvero l’attività creditizia sul territorio. Il portafoglio crediti è infatti aumentato del 7% a 4,2 miliardi di franchi. La maggior parte, cioè 3,7 miliardi di franchi, sono crediti ipotecari concessi quasi esclusivamente su immobili residenziali. La crescita dell’8% rispetto allo scorso anno, «è superiore a quella del nostro mercato di riferimento», ha sottolineato il vicepresidente della direzione generale e responsabile della divisione crediti e finanza Mauro Pedrazzetti. Secondo i quadri della banca, l’affaticamento in corso del mercato immobiliare va temuto in modo relativo. «Puntiamo ad acquisire clienti sul territorio grazie alle nostre competenze e trasparenza. Sono convinto che ci sia ancora spazio per crescere in questo settore, muovendosi in modo prudente e mirato».

Tornando ai risultati, la somma di bilancio è rimasta pressoché stabile a 5,1 miliardi di franchi. Positivi anche i dati sulle operazioni da interesse, che riflettono la crescita del settore creditizio salendo a 48,8 milioni (+13%). Hanno registrato una flessione invece sia il risultato da operazioni in commissione (-3%) che il risultato da attività di negoziazione (-10%), a causa sia della volatilità sui mercati sia di operazioni swap su divise estere. I costi di esercizio sono invece aumentati del 2% a 69,2 milioni, portando a un risultato di esercizio in progressione dell’8% a 19,9 milioni.

Tra gli investimenti più importanti ci sono quelli nell’organico, che è cresciuto di 14 unità per arrivare a 330 collaboratori, due terzi dei quali in Ticino. Un investimento, hanno fatto notare i quadri, sia in quantità ma anche in qualità (formazione). Ci sono anche gli investimenti immobiliari: nel 2019 ad esempio di prevede un rinnovo delle sedi di Neuchatel, Basilea e Biasca. E infine, ha spiegato il membro di direzione generale Paolo Camponovo ci sono i continui investimenti nella tecnologia, che ricopre un ruolo primario per la strategia della banca: da una parte aiuta ad acquisire volumi grazie all’interazione diretta con il cliente. Dall’altra serve a ridurre i costi via via che la complessità del business e delle regolamentazioni aumenta, grazie alla maggiore efficienza operativa.