La formula magica attuale è ufficialmente in discussione

La formula magica attuale è ufficialmente in discussione. Con l’annuncio odierno della presidente dei Verdi Regula Rytz, che si è detta interessata a entrare in governo, la distribuzione fra i vari partiti delle poltrone in Consiglio federale rischia di cambiare.
La prima formula magica fu introdotta nel 1959 e resistette fino all’inizio degli anni 2000. Il fatto che oggi invece sia più frequentemente sotto pressione è dovuto alla frammentazione del panorama politico, ha detto all’agenzia Keystone-ATS il politologo Claude Longchamp.
Al momento, la composizione è la seguente: due UDC, due PS, due PLR e un PPD. La rappresentanza dei popolari democratici si è dimezzata dal 2003, quando il seggio di Ruth Metzler è finito a Christoph Blocher.
Dopo il successo dello scorso 20 ottobre, i Verdi ambiscono però a un adeguamento della formula, che permetterebbe loro di strappare un posto nell’esecutivo ma anche di rispettare, come il partito ha più volte sottolineato, la volontà dei cittadini. Attualmente, con il 13,2% delle preferenze, gli ecologisti sono davanti al PPD (11,4%) e inseguono da vicino PS (16,8%) e soprattutto PLR (15,1%), entrambi con un doppio rappresentante in governo.
A rischiare grosso sarebbe dunque il PLR e in particolare, a quanto si dice, il ministro degli esteri Ignazio Cassis. Se si guarda all’aritmetica pura (due seggi in Consiglio federale corrisponderebbero al 28,57% dei voti), solo la presenza di due UDC (25,6%) è legittima, mentre anche le due poltrone socialiste faticano a giustificarsi.
Addirittura, sommando il 13,2% dei Verdi e il 7,8% dei Verdi liberali, matematicamente l’ala ecologista potrebbe pretendere due consiglieri federali. Tuttavia, stando a Longchamp, non si tratta di uno scenario realistico. Un partito deve infatti soddisfare numerosi criteri per puntare al governo, per esempio a livello di rappresentanza minima in entrambe le Camere.
Per l’esperto, gioca un ruolo anche l’esperienza nei governi cantonali. Con sette elementi nei diversi esecutivi, i Verdi sono tranquilli sotto questo punto di vista, al contrario dei Verdi liberali, che per altro non raggiungono la simbolica soglia del 10% delle preferenze a livello nazionale. Gli ecologisti decideranno domani la loro strategia per l’elezione del Consiglio federale, in cartellone l’11 dicembre.
Una proposta di formula magica aggiornata è arrivata di recente da Christoph Blocher, deus ex machina dell’UDC. La «SonntagsZeitung» riportava a fine ottobre che l’ex consigliere federale ha proposto il ritiro di un PS e un PLR, in favore di un Verde e un Verde liberale. Altra possibilità, ventilata dal presidente dei socialisti Christian Levrat ma già evocata in passato, è quella di allargare l’esecutivo da 7 a 9 membri.
La consigliera nazionale bernese Regula Rytz è la prima verde a farsi avanti pubblicamente. Non hanno escluso una loro candidatura nemmeno il consigliere di stato ginevrino Antonio Hodgers e il consigliere nazionale di Zurigo Bastien Girod. Al contrario, diversi altri esponenti si sono ritirati dalla corsa ancor prima di iniziarla, fra cui il sindaco di Berna Alec von Graffenried e l’ex presidente del Nazionale Maya Graf (BL).