Banche

«La forza delle Raiffeisen è dovuta alla vicinanza ai clienti»

Intervista con il presidente della Federazione Ticino e Moesano - Lo scorso anno a livello nazionale registrato un calo dell’utile, dovuto alle vicende dell’era Vincenz, l’ex CEO autori di malversazioni.
mauro Cavadini, presidente della Federazione Ticino e Moesa delle Banche Raiffeisen.
Roberto Giannetti
Roberto GiannettieGian Luigi Trucco
02.03.2019 06:00

BELLINZONA - Raiffeisen ha pubblicato i dati 2018. Abbiamo intervistato Mauro Cavadini, presidente della Federazione Ticino e Moesa delle banche Raiffeisen, per sapere quali sono i principali trend a sud delle Alpi.

Come sta evolvendo il numero di soci delle casse Raiffeisen in Ticino? Voi avete già una presenza molto capillare nella popolazione. Quali sono a suo avviso le caratteristiche del movimento cooperativo che lo rendono interessante anche al giorno d’oggi?

«Nella nostra regione quasi uno sportello bancario su due è Raiffeisen, mentre una persona su tre (più precisamente 118.000 persone) è socia e come tale proprietaria di una delle nostre Banche Raiffeisen. Il ritmo di crescita nella Svizzera Italiana è di circa 1000 nuovi soci all’anno, segno questo che il capitale di fiducia di cui godiamo è elevato ed intatto. Il nostro modello di business si basa sul mantenimento di una forte componente di interazione con la clientela di tutti i segmenti, che abbiamo tradizionalmente coltivato grazie alla presenza fisica capillare e che ora dobbiamo essere bravi a trasferire sui canali elettronici, sempre più utilizzati dalla nostra clientela».

In Ticino la situazione del mercato immobiliare inizia a preoccupare, con un aumento dello sfitto e un ristagno dei prezzi. Il vostro portafoglio ipotecario è composto soprattutto da medio piccole abitazioni primarie. Come giudica la salute dei vostri crediti immobiliari?

«Nell’ambito del suo settore principale, quello dell’abitazione, Raiffeisen persegue una strategia di crescita qualitativa, in base alla massima ‘prima la sicurezza, poi la redditività e infine la crescita’. Uno degli obiettivi espliciti della strategia di rischio di Raiffeisen consiste nel garantire un modello aziendale solido anche in un contesto di mercato sfavorevole. Raiffeisen modula quindi i propri obiettivi di crescita e i limiti di rischio tenendo esplicitamente in considerazione gli scenari di stress del mercato immobiliare. Negli scorsi anni Raiffeisen è cresciuta in modo superiore alla media del mercato, per il futuro la previsione è di una crescita in linea con il trend generale».

Il settore bancario è molto toccato dal fenomeno della digitalizzazione. In che misura vi tocca e come rispondete a questa sfida?

«Oserei dire che il mondo bancario non è solo ‘toccato’ dal fenomeno della digitalizzazione, ma sta per esserne irrevocabilmente cambiato. È stato calcolato che in Svizzera oltre il 90% delle interazioni dei clienti con le loro banche (intendo qui tutte le banche e non solo le Raiffeisen) avviene già oggi senza il coinvolgimento personale di un collaboratore dell’istituto. Il tablet e lo smartphone sono già adesso i canali di accesso per eccellenza alla propria banca, mentre alle porte della Svizzera stanno premendo una serie di cosiddette ‘Smartphone banks’ che offrono servizi di tipo finanziario o di pagamento destinati a fare concorrenza alle banche tradizionali. Banca Raiffeisen ha una propria digital roadmap che prevede una progressiva entrata nel mondo della digitalizzazione, in modo da rispondere alle mutate esigenze della clientela. In ogni caso, posso rassicurare nel senso che la presenza fisica sul territorio è destinata a comunque a mantenere importanza nel mondo Raiffeisen, soprattutto nel contesto di consulenze complete e globali su questioni finanziarie che sempre di più vengono richieste dai nostri clienti».

Attualmente quali sono i temi caldi all’interno della Federazione e quali sono i vostri progetti per il futuro

«La Federazione sta attualmente svolgendo un lavoro a più livelli. Le faccio solo due esempi. Innanzitutto stiamo portando avanti campagne di marketing integrate su scala regionale e cantonale, messe in fase con i temi portati avanti a livello nazionale. Abbiamo incentivato le Banche ad ampliare l’utilizzo delle varie leve del marketing (pubblicità, eventi, sponsorizzazioni, mailing alla clientela), con lo scopo di ottimizzare la presenza sul territorio ed evitare una dispersione di risorse. In secondo luogo, abbiamo constatato che con il nuovo sistema informatico implementato da Raiffeisen a livello nazionale i compiti ripetitivi, certe funzioni di back-office e diversi lavori di segretariato generale dei consulenti al fronte potrebbero essere standardizzati e svolti da servizi dedicati e comuni alle Banche. Per fare questo stiamo lavorando per stabilire e fare crescere in Ticino un centro di servizi condivisi (in gergo shared service center), soluzione ideale per ottimizzare i costi di struttura e migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi. Un primo passo è già stato compiuto con la creazione a Bellinzona di un centro di primo supporto telefonico alla clientela (blocco carte, apertura conti, domande sull’e-banking, ecc.) a cui fanno per ora capo più di un terzo delle nostre Banche. Questo numero è destinato a crescere progressivamente. Le nostre banche potranno a breve fare capo ad un servizio comune di assistenza back-office ai consulenti clientela aziendale. Dopo una fase centralizzata alla sede di S. Gallo, contiamo di poter creare posti di lavoro in tal senso in Ticino per servire le nostre banche. Ma l’idea si potrebbe ulteriormente declinare in molti ambiti e sviluppare. La nostra visione per il futuro è quindi decisamente quella di una maggiore connessione e condivisione tra Banche Raiffeisen».

Sui risultati pesa l’era VincenzUtile netto calato del 41%, ma altri dati in miglioramento, come l’afflusso di fondi e la concessione di ipoteche

«2018, un anno difficile, con molte critiche. Ma in poco tempo il passato è stato rielaborato, ed oggi si presenta un quadro realistico, con priorità quali rinnovamento e modernizzazione e adattamento di un formula vincente, vicina ai clienti, per essere ancora più concorrenziali». Così Guy Lachapelle, presidente del Consiglio di amministrazione del Gruppo Raiffeisen, ha aperto la presentazione sui risultati di bilancio, svoltasi a Zurigo in collegamento livestreaming con Bellinzona, con un riferimento chiaro all’epoca di Pierin Vincenz, l’ex CEO autore di diverse malversazioni. Il valore della formula cooperativa, che non punta alla massimizzazione degli utili ma alla loro capitalizzazione nella misura del 95%, risiede fra l’altro nei 45 milioni di franchi di interventi sociali e nei 124 milioni di vantaggi diretti per i soci.

Se le conseguenze si sono fatte sentire sull’utile, i dati operativi del 2018, illustrati da Heinz Huber, presidente della direzione, sono però positivi: 6,3 miliardi di franchi di afflusso di nuovi fondi netti, +4% l’aumento dei crediti ipotecari (da 173 a 180 miliardi), +2,8% la crescita di depositi della clientela. L’utile di gruppo si ferma a 541 milioni, -41% rispetto al 2017, che era stato peraltro un anno record per la vendita delle partecipate. A pesare nel 2018 sono stati i 270 milioni di rettifiche del valore delle partecipazioni (201 milioni) e gli accantonamenti effettuati per l’acquisizione di Arizon Sourcing (69 milioni). Huber ha ricordato la strategia di «separazione», con la vendita di Notenstein La Roche a Vontobel.

Nel suo core business ipotecario Raiffeisen è cresciuta del 4% rispetto al 3,6% del mercato svizzero, raggiungendo una quota del 17,6%. L’aumento dei depositi (4 miliardi), non considerando Notenstein La Roche, è stato debole, ma in linea con il mercato e condizionato dal basso livello dei tassi. Salgono i redditi per operazioni da interessi (+1,7%) nonostante i margini ridotti, e quelli delle operazioni su commissione (+5,4%). I costi risultano leggermente superiori (+3,2%) per l’introduzione del nuovo sistema informatico e la crescita nel numero dei collaboratori (+136 unità). E nonostante l’utile ridotto, 120 milioni sono andati a rafforzare le riserve. Huber ha sottolineato i dati sulla forte capitalizzazione, superiore ai requisiti in vigore ed agevolmente adeguabili, grazie alla capitalizzazione dei risultati.

Le linee guida della crescita passano per tre aree: le imprese, i piani di previdenza che vedono ancora il 25% degli over-18 scoperti, ed il residenziale, visto che l’80% degli edifici ha più di 40 anni e richiede investimenti.

L’attività della Federazione regionale Ticino e Moesano è stata illustrata da Mauro Cavadini, presidente della Federazione stessa e da Luca Cimasoni, responsabile per la Svizzera italiana. Tutti i dati sono positivi: +3% la somma di bilancio a 15,78 miliardi di franchi, +3,10% i prestiti alla clientela (+3,58% quelli ipotecari), +2,49% i depositi e +1,33% l’utile lordo. Il numero dei soci ha superato quota 118.000 ed anche il personale delle sedi regionali (65) è cresciuto da 598 a 602 unità. Cavadini ha ricordato le prossime votazioni per le aggregazioni Raiffeisen nel Locarnese e nel Mendrisiotto e Cimasoni ha indicato, in un mercato immobiliare dalla crescita rallentata, la strategia di ridimensionare progressivamente il contributo dei ricavi ipotecari, puntando maggiormente sulle altre componenti reddituali.