Svizzera

La partita FM è tutt'altro che chiusa

Mentre la SSR va avanti con i tagli al personale, la Commissione del Nazionale chiede al governo un passo indietro - come andrà a finire?
©MICHAEL BUHOLZER
Giovanni Galli
02.07.2025 06:00

La questione FM è tutt’altro che chiusa, nonostante la Confederazione abbia deciso di spegnere il segnale analogico e di passare al DAB+ entro la fine del 2026. La Commissione delle telecomunicazioni del Nazionale non ci sta. L’organo parlamentare ha messo a punto e approvato una mozione che incarica il Governo di rinunciare alla disattivazione della radiodiffusione FM e di prorogare le attuali concessioni, oppure di indire una nuova gara pubblica per la loro attribuzione, se del caso mediante asta, a partire dal 1. gennaio 2027. La proposta è stata accolta di strettissima misura, con dieci voti fa vorevoli, dieci contrari, quattro astensioni e il voto decisivo del presidente Philipp Kutter (Centro/ZH).

La SSR ha abbandonato completamente la trasmissione in analogico dei suoi canali radiofonici alla fine dell’anno scorso, mentre i privati possono continuare a diffondere in FM ancora per un anno e mezzo. La SSR aveva motivato la sua decisione con la crescente diffusione di ricevitori DAB+ e la volontà di ottimizzare risorse e costi. L’abbandono del segnale analogico le consente risparmi di oltre 15 milioni di franchi all’anno.

No allo spegnimento forzato

Secondo la commissione, il passaggio obbligato al DAB+ è inaccettabile. A suo avviso, l’abbandono delle frequenze FM metterebbe a rischio le radio private e incoraggerebbe gli ascoltatori svizzeri a rivolgersi alle stazioni all’estero. A ispirare il cambiamento di rotta sono stati i dati sugli ascolti. La disattivazione dei canali FM da parte della SSR ha già provocato una perdita di ascoltatori del 25%. Un impatto simile, dice, la commissione, «sarebbe drammatico per le radio private che dipendono dalle entrate pubblicitarie. Nella Svizzera romanda e in Ticino questa disattivazione ha causato una migrazione verso le stazioni radiofoniche francesi e italiane. Il divieto per le radio private indebolirebbe fortemente il panorama radiofonico svizzero. Con questo spegnimento forzato, la Confederazione non agisce in modo tecnologicamente neutro». Il passaggio al DAB+ deve pertanto avvenire in modo naturale, grazie al progressivo aumento dei veicoli equipaggiati, ma più lentamente di quanto auspicato. Altri Paesi stanno progressivamente abbandonando le frequenze FM senza una scadenza fissa. «Sono queste stazioni all’estero che gli Svizzeri ascolteranno», sottolinea la commissione, che chiede di tutelare le radio private elvetiche ed evitare che gli ascoltatori, soprattutto quelli della Svizzera romanda e del Ticino, si rivolgano all’estero. Una nuova gara pubblica, aggiunge, potrebbe generare ulteriori entrate. Il termine per la disattivazione dovrebbe essere rinviato almeno sino alla fine del 2031 e stabilito d’intesa con le radio private. La minoranza, invece, non ritiene necessario intervenire, perché il passaggio al DAB+ era stato annunciato con largo anticipo. La mozione ora dovrà fare il suo corso.

Avanti con i risparmi

Dopo la casa madre SSR, che con il progetto di riorganizzazione «Enavant» intende risparmiare 270 milioni di franchi entro il 2029 (cfr. CdT del 1. luglio), ieri è toccato alle unità aziendali regionali di lingua tedesca e francese annunciare una serie di tagli. Anche la SRF e la RTS adotteranno misure al pari della RSI, che nell’ambito di un piano di risparmio di 7 milioni di franchi, il 12 giugno scorso, aveva comunicato la soppressione, per l’anno prossimo, di 37 posti di lavoro a tempo pieno.

L’emittente francofona RTS, costretta a risparmiare 16,5 milioni di franchi, ha annunciato l’intenzione di sopprimere fra 60 e 70 posti a tempo pieno. Il taglio occupazionale dovrebbe tradursi in una ventina di licenziamenti. Dal canto suo, l’emittente svizzerotedesca SRF ha deciso di tagliare 66 posti a tempo pieno, in particolare nei settori della produzione e della tecnologia. In totale verranno risparmiati 12 milioni di franchi. Fra le altre misure di risparmio, è prevista la chiusura di singoli studi a Zurigo Leutschenbach.

Meno produzione sportiva

Cambiamenti logistici e organizzativi sono stati comunicati anche dalla stessa SSR, che ha deciso a deciso di non presentare offerte per la produzione audiovisiva delle partite di hockey su ghiaccio della National League e delle competizioni UEFA per club allo scadere dei contratti attuali, nell’estate 2027. Questa decisione, che riguarda esclusivamente la produzione, non avrà alcun impatto sugli attuali diritti di diffusione e sull’offerta di programmi sportivi. La futura rinuncia ai due mandati di produzione consentirà alla SSR di ridimensionare i propri dipartimenti di produzione: oltre a risparmiare su risorse come le unità mobili, queste misure comporteranno anche una piccola riduzione di posti di lavoro. In linea di principio, la SSR si concentrerà sempre più nella produzione di partite e discipline sportive che può mostrare al pubblico perché ne detiene i diritti di diffusione. Nel quadro della ristrutturazione in corso, la SSR ha deciso di rinunciare alla sua sede centrale in Giacomettistrasse a Berna, che ospita la direzione generale. A fine 2026, si trasferirà alla Schwarztorstrasse, dove so no già presenti studi radiofonici e varie redazioni.

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