La pedalata assistita anche per i giovanissimi

Mobilità di questi tempi fa sempre più rima con ecologia. Mentre le automobili elettriche si stanno pian piano ritagliando il loro mercato, nel mondo dei trasporti «green» uno dei cambiamenti più visibili di questi ultimi anni è sicuramente la presenza sempre più massiccia per le strade e i sentieri delle biciclette elettriche. Stando ai dati più recenti, infatti, ogni tre biciclette vendute una è a pedalata assistita. Visto il successo di questo tipo di mobilità, la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni (CTT-S) del Consiglio degli Stati, vuole rendere le biciclette elettriche più accessibili per i giovani.
Oggi, in Svizzera, per poter guidare una bicicletta a pedalata assistita (quelle classiche «bloccate» a 25 chilometri orari) occorre aver compiuto 16 anni, oppure, a partire dai 14 essere in possesso della licenza di categoria M (quella del motorino). Come detto, però, la scorsa settimana la CTT-S, contrariamente all’avviso del Consiglio federale, ha approvato all’unanimità una mozione del «senatore» grigionese Martin Schmid (PLR) che chiede un adeguamento legislativo per permettere l’utilizzo delle bici elettriche a partire dai 12 anni.
Turismo e città
Nel testo della mozione viene innanzitutto rimarcato che «nel confronto europeo siamo l’unico Paese con una tale regolamentazione». A questo proposito viene evidenziato che «le nostre località turistiche sono quindi chiaramente svantaggiate rispetto a quelle di Paesi limitrofi», portando l’esempio di una famiglia in vacanza in Svizzera che non può organizzare una gita con le biciclette elettriche con i propri figli. Inoltre, si legge nel testo, «la presente mozione è rilevante anche per città e agglomerati», dove «la quota delle cosiddette city-e-bike aumenta in continuazione» e non è quindi più possibile «escludere le giovani generazioni da questa tendenza». Infine viene fatto notare che «una bici elettrica da città può altresì costituire un’alternativa all’autotrasporto da parte dei genitori, con un potenziale di attrattiva maggiore rispetto al motorino agli occhi dei giovani».
«Serve una formazione»
Da noi contattato, il consigliere nazionale Bruno Storni che siede nella relativa Commissione alla Camera bassa (dove il dossier arriverà probabilmente durante l’estate), spiega che «il principio di favorire l’uso delle biciclette elettriche per i giovani è senz’altro positivo». Tuttavia, così come sottolineato dal Consiglio federale nel suo parere sulla mozione, Storni evidenzia la questione della sicurezza e chiede prudenza: «Le bici elettriche sono più pericolose di quelle convenzionali. Non dobbiamo quindi banalizzare il problema della sicurezza. Il numero di incidenti anche gravi con l’utilizzo delle e-bike è aumentato notevolmente, in particolare per gli anziani. E quindi anche con i giovanissimi dobbiamo essere cauti».
Secondo Storni, che è anche vicepresidente dell’Associazione traffico e ambiente, se si dovesse andare in questa direzione «sarà importante prevedere una formazione per i giovanissimi. Ad esempio tramite i corsi tenuti dagli agenti di polizia nelle scuole, oppure dovremo prevedere una sorta di patentino per i giovanissimi».
Ma più in generale secondo il consigliere nazionale, «se vogliamo concedere ai dodicenni la bici a pedalata assistita per raggiungere ad esempio la scuola, dobbiamo prima di tutto assicurarci che il percorso sia sicuro e che ci siano piste ciclabili protette. Solo così potremo evitare di accrescere i rischi per i giovani».
Il parere negativo del Governo
Nell’agosto dello scorso anno il Consiglio federale ha proposto di respingere la mozione. Pur ritenendo «importante promuovere l’uso di questa tipologia di veicoli», l’Esecutivo spiega che è «altrettanto importante la sicurezza stradale, tra i cui presupposti rientra la conoscenza delle norme della circolazione da parte degli utenti».