La pensione resta a 65 anni, più entrate con i contributi

Contributi «più equi» (con relativi maggiori introiti), possibilità di prolungare la vita attiva oltre l’età di riferimento e una serie di scenari per il finanziamento dell’AVS, a dipendenza di cosa deciderà il Parlamento su come pagare la 13. mensilità. Queste le linee direttrici della riforma AVS2030, proposta dal Consiglio federale per stabilizzare la situazione finanziaria del primo pilastro. Viene confermata la decisione di principio annunciata lo scorso maggio di non aumentare l’età pensionabile di 65 anni. Il Governo, comunque, dice che in vista di una «successiva riforma» intende porre le basi per flessibilizzare l’età di riferimento, esaminando modelli alternativi.
Ma ecco le novità. La prima riguarda i contributi. Il Consiglio federale conta di incassare 700 milioni di franchi fino al 2040. In concreto, vuole rendere più equa la riscossione dei contributi, prevedendo, ad esempio, di allineare il tasso di contribuzione dei lavoratori indipendenti (pari in media all’8,1%) a quello dei salariati (8,7%) per le fasce di reddito superiori. Le indennità giornaliere in caso di malattia e d’infortunio non sarebbero più esonerate dai contributi AVS. Inoltre, il Consiglio federale propone di assoggettare a contribuzione «i dividendi insolitamente elevati» che alcune imprese versano ai propri salariati azionisti. Attualmente, infatti, i dividendi non sono soggetti ai contributi AVS, il che, stando all’Esecutivo, «può indurre a privilegiarli rispetto al salario». Con questa misura si intende lottare contro gli abusi. L’USAM è critica con queste misure: lamenta un aumento del costo del lavoro e, relativamente ai dividendi, parla di attacco alle imprese familiari.
C’è anche l’intenzione di promuovere la prosecuzione dell’attività lucrativa fino al raggiungimento dell’età di riferimento e oltre. Il Governo propone di aumentare la franchigia applicabile al reddito soggetto a contribuzione (l’importo a partire dal quale vengono riscossi i contributi AVS) da 16.800 a 21.800 franchi all’anno. Quanto alle aliquote di riduzione in caso di anticipazione della riscossione della rendita e quelle di aumento in caso di rinvio verrebbero modulate in base a principi disincentivanti o incentivanti e non dipenderebbero più dalla speranza di vita. La riforma prevede anche di sopprimere l’età massima nell’AVS (70 anni). Attualmente, oltre questa età, un lavoratore non può migliorare la propria rendita, anche se continua a pagare contributi. Il Governo ha poi aggiunto una misura destinata a far discutere, armonizzando l’età minima per ritirare le prestazioni di vecchiaia nel secondo e terzo pilastro con quella dell’AVS. Questo significa che a differenza di oggi il capitale non potrà essere ritirato prima dei 63 anni.
C’è poi il capitolo del finanziamento. Siccome le Camere non hanno ancora trovato un’intesa su come pagare la tredicesima, che sarà versata per la prima volta alla fine del 2026 e avrà u n costo iniziale di oltre 4 miliardi di franchi, il Governo ragiona giocoforza per scenari. In settembre, il Nazionale aveva deciso un aumento temporaneo dell’IVA di 0,7 punti (dall’8,1% all’8,8%, per un maggior onere stimato a carico dei consumatori di almeno 2,6 miliardi di franchi). Gli Stati invece avevano votato un piano più incisivo e a lungo termine. Le posizioni sono ancora molto distanti e le divergenze andranno appianate nei prossimi mesi.
Ora, il Consiglio federale dice che se il Parlamento opterà per un finanziamento duraturo, la riforma AVS2030 non prevederà alcun finanziamento supplementare. Va ricordato che secondo le ultime previsioni, grazie agli sviluppi demografici (più popolazione attiva e minore crescita dei pensionati) e con un aumento dell’IVA di 0,7 punti l’AVS non avrebbe problemi fino al 2040. Per contro, se il Parlamento optasse per un finanziamento limitato nel tempo, il Consiglio federale proporrebbe di coprire il fabbisogno mediante un aumento dell’IVA di 0,7 punti, che andrebbe ad aggiungersi alle altre misure.
Se il Parlamento non dovesse decidere alcun finanziamento supplementare (e a condizione che le misure presentate sul fronte dei contributi e delle prestazioni siano mantenute) per garantire la stabilità finanziaria dell’AVS sarebbe necessario un aumento dell’IVA di 0,7 punti combinato a un incremento dei contributi salariali di 0,2 punti oppure un aumento dell’IVA di 0,9 punti. Il Consiglio federale adeguerà lo scenario di finanziamento in funzione delle decisioni definitive del Parlamento. Per mantenere in equilibrio i conti è prevista anche l’introduzione di un automatismo. Nel caso in cui la situazione del fondo di compensazione (il capitale dell’AVS) dovesse deteriorarsi e si profilasse una riduzione a lungo termine del suo livello al di sotto del 90% delle uscite.
