La Svizzera chiede «con forza» azioni diplomatiche per «una soluzione a due Stati»

Rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di tutti i belligeranti, fornitura non ostacolata di aiuti umanitari per la popolazione della Striscia di Gaza e rilascio di tutti gli ostaggi, un cessate il fuoco immediato e duraturo, e seri sforzi diplomatici per attuare la soluzione a due Stati: sono queste le richieste formulate dalla Svizzera in occasione della conferenza dell’ONU sulla soluzione a due Stati che si è svolta a New York dal 28 al 30 luglio alla presenza di circa 120 Stati.
Alla conferenza dell’ONU, copresieduta da Francia e Arabia Saudita, la Svizzera ha espresso il proprio rammarico per le sofferenze sempre più gravi della popolazione nella Striscia di Gaza. «La situazione attuale è insostenibile e dobbiamo agire con urgenza», ha dichiarato Monika Schmutz Kirgöz, capo della Divisione MENA (Medio Oriente e Nord Africa) del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), che ha rappresentato la Svizzera al summit di New York con il titolo di segretaria di Stato. Alla luce del fatto che i beni di prima necessità scarseggiano in tutta la Striscia di Gaza e che la catastrofica prospettiva di una carestia è diventata realtà, la Svizzera sostiene diverse organizzazioni partner che forniscono aiuti umanitari anche in quest’area.
Milioni di civili vivono in una realtà drammatica a seguito degli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023 e della successiva guerra a Gaza. A New York, il nostro Paese ha sottolineato che tutte le parti devono rispettare rigorosamente il diritto internazionale, compreso quello umanitario, come anche lo Statuto delle Nazioni Unite e le risoluzioni dell’ONU, in modo da fermare la spirale di violenza.
La Svizzera ritiene altrettanto importante ripristinare un orizzonte politico e procedere urgentemente sulla via della diplomazia per attuare la soluzione a due Stati, in base alla quale due Stati, Israele e Palestina, coesistono fianco a fianco in pace e all’interno di confini sicuri e riconosciuti. Dal punto di vista del nostro Paese, questa soluzione è l’unica che possa garantire alle popolazioni israeliane e palestinesi una vita in pace, sicurezza e dignità. In questo contesto, la Svizzera ritiene che il riconoscimento di uno Stato palestinese sia una delle premesse per una pace duratura basata sulla soluzione a due Stati. Il riconoscimento potrebbe essere preso in considerazione se venissero adottate misure concrete per la sua attuazione, che garantiscano sia la sicurezza di Israele sia il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.
Alla conferenza di New York, Monika Schmutz Kirgöz ha quindi esortato con forza tutte le parti coinvolte a impegnarsi seriamente e in maniera costruttiva a favore del dialogo e della ricerca di una pace duratura. La Svizzera è pronta a dare un sostegno decisivo agli sforzi internazionali volti ad attuare la soluzione a due Stati. Questa conferenza è solo la prima tappa del processo che persegue l’obiettivo comune di rendere il Medio Oriente una regione sicura e pacifica.
Durante il suo soggiorno a New York, Monika Schmutz Kirgöz ha anche partecipato a vari incontri bilaterali, durante i quali si è discusso in particolare della situazione nella Striscia di Gaza e nel resto del Territorio palestinese occupato, come anche degli sforzi per trovare una soluzione politica al conflitto in Medio Oriente.
Francia e Arabia Saudita stanno pianificando di organizzare una conferenza di follow-up nell’ambito della settimana di alto livello delle Nazioni Unite in programma a settembre.