«La Svizzera è oggi solo parzialmente in grado di difendersi»

Secondo lo storico militare Fritz Kälin, la Svizzera è oggi solo parzialmente in grado di difendersi, per sua stessa colpa. Le condizioni per «tornare ad avere una capacità di difesa credibile» sono però buone.
Fino all'introduzione dei caccia F-35 e del sistema di difesa aerea terrestre Patriot, prevista per il 2027, la Svizzera ad esempio non è protetta dagli attacchi aerei a lungo raggio, ha dichiarato il vice caporedattore dell'Allgemeine Schweizerische Militärzeitschrift (ASMZ) in un'intervista all'agenzia Keystone-ATS. Anche a livello europeo i sistemi di difesa e i missili difensivi disponibili sono troppo pochi.
Grazie ai rifugi, tuttavia, la popolazione elvetica sarebbe più protetta rispetto a quella di altri Paesi. Sarebbe tuttavia pericoloso se la Confederazione venisse attaccata da più direzioni contemporaneamente. Ciò potrebbe accadere, ad esempio, se le attuali strutture d'alleanza occidentale dovessero crollare, ha affermato l'esperto.
In linea di principio questi ritiene che la Svizzera sia in una buona posizione per recuperare le proprie capacità di difesa. I motivi sono il servizio militare obbligatorio e il sistema di milizia, la densità di rifugi, la neutralità armata e la posizione geografica, che rendono il paese «un obiettivo politicamente meno interessante per attacchi costosi da parte di Stati o gruppi terroristici».
Kälin vede un potenziale di miglioramento nel sistema di servizio militare obbligatorio, che ha sicuramente bisogno di essere modernizzato. La Svizzera ha centinaia di migliaia di uomini e donne che hanno completato la formazione militare, ma l'esercito può equipaggiarne solo una piccola parte. A suo avviso l'obbligo di prestare servizio militare dovrebbe essere esteso in termini d'età e a fasce più ampie della popolazione.
Anche la produzione interna di munizioni dovrebbe essere aumentata: con le riserve attuali, infatti, in caso di guerra la Svizzera dipenderebbe dall'approvvigionamento dall'estero entro pochi giorni, ha avvertito l'esperto.
Commentando le dimissioni - emerse ieri - di Thomas Süssli e Chritian Dussey, Kälin ha affermato che le partenze ai vertici dell'Esercito e del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) rappresentano una perdita di know-how, ma hanno solo un impatto psicologico.