Emissioni di gas serra

La Svizzera rispetta l’Accordo di Parigi e fissa obiettivi di riduzione più rigorosi

L’Esecutivo, al contempo, respinge l’iniziativa per un fondo per il clima presentata da PS e Verdi
©Michel Euler
Paolo Galli
30.01.2025 06:00

Notizia di qualche giorno fa, peraltro già prevista: «Donald Trump ha firmato l’ordine esecutivo per l’uscita degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima». Lo ha fatto senza curarsi - evidentemente - dei dati presentati, soltanto qualche giorno prima, da Copernicus e dagli altri principali servizi meteorologici internazionali, secondo i quali il 2024 è stato il primo anno che il pianeta ha trascorso stabilmente sopra 1,5°C di aumento della temperatura rispetto all’era pre-industriale, considerato dalla scienza come ultima soglia climatica sicura. Quella soglia non può ancora dirsi superata definitivamente, ma secondo l’Emission Gap Report 2024 delle Nazioni Unite al momento siamo su una traiettoria che rischia di portarci molto oltre, in una forchetta tra +2,6°C e +3,1°C entro questo secolo. Ecco, è in questo contesto che andrebbero vissute le discussioni attorno all’Accordo di Parigi, ed è da queste premesse che si muove la Confederazione nel ritoccare i propri obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra. Proprio ieri, infatti, il Consiglio federale ha approvato il nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni della Svizzera nel quadro dell’Accordo sul clima. «Questo obiettivo è in linea con la traiettoria di riduzione stabilita dalla legge sul clima e l’innovazione», si legge nel comunicato. «Entro il 2035 il nostro Paese dovrà ridurre le proprie emissioni di gas serra di almeno il 65% rispetto ai livelli del 1990 e del 59% in media tra il 2031 e il 2035. Le misure per il raggiungimento degli obiettivi devono essere attuate in via prioritaria sul territorio nazionale ». È evidente come i nuovi obiettivi siano più rigorosi rispetto a quelli fissati (nel 2017) per il periodo precedente, tra il 2021 e il 2030. «Sono inoltre in linea con gli obiettivi intermedi della legge sul clima e l’innovazione, l’obiettivo di azzerare le emissioni nette entro il 2050 e le raccomandazioni dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Le misure per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni sono sancite dal diritto nazionale, principalmente dalla legge sul CO2 per il periodo successivo al 2030». Il Consiglio federale sottoporrà, in questo senso, a tempo debito, al Parlamento un progetto di revisione della legge sul CO2.

Presto nuovi aggiornamenti

Parallelamente al nuovo obiettivo di riduzione, il Consiglio federale ha adottato un supplemento alla strategia climatica a lungo termine della Svizzera. Tale supplemento presenta le misure della politica climatica svizzera contenute nella legge federale, nella revisione della legge sul CO2 e nella legge sull’approvvigionamento elettrico. Entro il 10 febbraio, la Svizzera presenterà il suo nuovo obiettivo e la sua strategia climatica aggiornata alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. In questo contesto, farà anche il punto sugli ultimi sviluppi della sua politica energetica, nonché sul ruolo delle energie rinnovabili e dell’energia nucleare nel conseguimento della neutralità climatica.

«Fondo non necessario»

Sempre ieri, il Consiglio federale ha adottato il messaggio concernente l’iniziativa popolare federale «Per una politica energetica e climatica equa: investire per la prosperità, il lavoro e l’ambiente (Iniziativa per un fondo per il clima)», presentata da PS e Verdi lo scorso 22 febbraio. L’Esecutivo, come si legge nel suo comunicato, «respinge l’iniziativa senza controprogetto diretto o indiretto ». Il Consiglio federale ritiene che «il fondo sul clima richiesto dall’iniziativa non sia necessario per il raggiungimento degli obiettivi climatici della Svizzera». Inoltre, rispetto all’ampia combinazione di misure già esistenti, «l’iniziativa si basa esclusivamente su investimenti federali ingenti ». L’obiettivo dell’iniziativa è quello di creare un fondo le cui risorse confluirebbero, tra le altre cose, in misure per il potenziamento delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica o della decarbonizzazione dei trasporti, degli edifici e dell’economia. Il Consiglio federale ritiene che «la strada intrapresa oggi, che prevede una combinazione di misure di promozione mirate, prescrizioni e strumenti di mercato, fornisca un numero sufficiente di incentivi efficaci per ridurre le emissioni di gas serra ». Il fondo per il clima proposto, invece, sempre secondo il Governo, celerebbe alcuni rischi.