Conflitto

Chiusa l'ambasciata svizzera in Iran

L'edificio che ospita la rappresentanza elvetica a Teheran è stato chiuso e tutti i membri del corpo diplomatico, compresa l'ambasciatrice Nadine Olivieri Lozano, hanno lasciato il Paese
© KEYSTONE/Anthony Anex
Red. Online
20.06.2025 14:50

L'ambasciata svizzera in Iran è stata (temporaneamente) chiusa. Lo ha dichiarato il consigliere federale Ignazio Cassis nel corso della conferenza stampa sul Messaggio relativo alle misure volte a rafforzare il ruolo della Svizzera in qualità di Stato ospitante nel periodo 2026-2029 e sul pacchetto di misure urgenti per la Ginevra internazionale (2025-2026).

«La protezione delle ambasciate a Tel Aviv e Teheran è una priorità», ha detto il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). «La sicurezza a Teheran non può più essere garantita al momento. L'ambasciatrice svizzera ha quindi lasciato il Paese ieri sera e gli edifici sono stati chiusi». A differenza dell'ambasciata in Israele, a Teheran non sono disponibili le strutture bunker necessarie a proteggere il personale e la situazione non consentiva di garantire la sicurezza dello staff e del personale locale.

Cinque dipendenti (e le persone di accompagnamento) avevano abbandonato Teheran martedì, diretti in Turkmenistan, mentre gli ultimi sette membri del corpo diplomatico svizzero – tra cui l'ambasciatrice Nadine Olivieri Lozano – hanno lasciato il Paese stanotte con un convoglio di automobili e «sono entrati poco fa in territorio dell'Azerbaigian», nell’attesa di raggiungere la Svizzera a breve. L'edificio che ospita la rappresentanza elvetica è rimasto danneggiato: ora a presidiarlo è rimasto solo un custode locale.

Cassis ha inoltre spiegato che a Berna è stata creata una task force per coordinare i lavori nella regione al centro del conflitto. L'ambasciatrice svizzera Nadine Olivieri Lozano era stata nuovamente convocata dal Ministero degli esteri iraniano nella serata di mercoledì, visto che Berna rappresenta gli interessi americani in Iran. «La Svizzera continuerà comunque a garantire il suo ruolo di intermediario tra USA e Iran». I due Paesi sono stati informati.

Nel corso della conferenza stampa, il consigliere federale ha precisato che sarà molto difficile aiutare i cittadini svizzeri che si trovano in Iran», anche se le linee del DFAE restano a disposizione.

«Il rischio di una spirale ancora più violenza non è affatto escluso»

«La Svizzera segue con grande preoccupazione l’escalation tra Israele e Iran, iniziata il 13 giugno scorso. La situazione è molto instabile e il rischio di una spirale ancora più violenta non è affatto escluso», si legge in una nota del DFAE. La Svizzera continua a fungere da intermediaria per la trasmissione delle comunicazioni che le parti riterranno utili e a svolgere il suo mandato in qualità di potenza protettrice, il quale può proseguire indipendentemente dalla situazione geografica. Su mandato degli Stati Uniti, il DFAE provvede a informare costantemente le cittadine e i cittadini statunitensi in Iran – mediante le pagine Internet della Sezione degli interessi stranieri – sui rischi e sulle misure da adottare

Il ritorno a Teheran è previsto non appena la situazione lo permetterà. Il DFAE rimane in stretto contatto con il personale locale, che per motivi di sicurezza non accede più ai locali dell’ambasciata.

Il Consiglio federale è stato informato della chiusura temporanea dell’ambasciata a Teheran questa mattina da Ignazio Cassis. «La Svizzera rinnova il suo appello a tutte le parti coinvolte affinché rispettino rigorosamente il diritto internazionale. L’escalation in corso non giova a nessuna delle parti ed è urgente tornare al dialogo». Il DFAE è disposto a offrire i suoi buoni uffici.

Il conflitto a Gaza

Per quanto concerne la situazione a Gaza, malgrado sia molto tesa, per il personale diplomatico lavorare è "più semplice". Ci sono bunker e sistemi d'allerta che consentono di agire con una certa sicurezza, ha aggiunto Cassis. Ieri Simon Geissbühler, ambasciatore svizzero in Israele, ha confermato di stare bene dopo l’impatto di un missile iraniano, caduto a soli 300 metri dalla sua residenza e a pochi chilometri dall’ambasciata elvetica. L'esplosione è stata enorme, ha riferito Geissbühler su LinkedIn. «Abbiamo sentito l'onda d'urto anche nel nostro bunker». Una volta uscito dal rifugio il diplomatico ha potuto riscontrare «distruzione completa» e la presenza di decine di ambulanze.

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