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Le sfide della Difesa attendono il colonnello Pfister

Il successore di Amherd entrerà in carica il 1. aprile: venerdì ci sarà l’assegnazione del dipartimento – Nel DDPS servirà una politica di sicurezza coerente – Prevista una maggior cooperazione con la NATO e l’UE
© ALESSANDRO DELLA VALLE
Luca Faranda
12.03.2025 20:00

Venerdì il Consiglio federale procederà alla ripartizione dei dipartimenti e a meno di clamorose sorprese, il successore di Viola Amherd al DDPS sarà proprio Martin Pfister. «Come storico e colonnello dell’esercito, ho delle affinità con i problemi legati alla sicurezza», ha detto il neoletto. «Serve un esercito credibile». Le sfide, nel dipartimento, non mancano per chi ne prenderà le redini.

Elaborare una vera strategia

Il primo obiettivo è di permettere un rafforzamento della capacità di difesa. Cosa significa? Negli ultimi decenni i militari sono stati impiegati principalmente per compiti sussidiari, senza realmente esercitarsi nella difesa. Ora, la situazione di minaccia è cambiata. In questi ultimi anni sono stati elaborati numerosi rapporti all’interno del DDPS: «La difesa aerea del futuro» (2017), «Il futuro delle truppe di terra» (2019), «Concetto generale ciber» (2022) e il noto «Libro nero» del Comando dell’esercito intitolato «Rafforzamento della capacità di difesa» (2023).

Oltre a ciò, ci sono rapporti e decreti sull’orientamento strategico dell’esercito. Il nuovo capo del DDPS - anche su incarico del Parlamento, che ha approvato una mozione in merito - dovrà ora «armonizzare» tutti questi documenti ed elaborare una vera strategia che indichi quali sono le priorità, quali e quante le risorse necessarie (finanziamenti e acquisti) e una concreta tabella di marcia per «un esercito capace di difendere». Bisogna inoltre migliorare la cooperazione con le due «nuove creature» - istituite il 1. gennaio 2024 - all’interno del DDPS: il Comando Ciber (costituito da specialisti del ciberspazio) e soprattutto la Segreteria di Stato della politica di sicurezza (SEPOS).

La spese militari

L’UE sta elaborando un piano di riarmo europeo da 800 miliardi di euro. In Svizzera, il Parlamento ha deciso a dicembre di aumentare le spese militari all’1% del PIL entro il 2032 (nel 2023 è stato speso lo 0,74%; a titolo di confronto, i Paesi NATO devono investire una somma pari al 2% del PIL). Difficilmente Berna procederà ad allentare il freno all’indebitamento per sostenere le forze armate. Il capo del DDPS dovrà pertanto sapere gestire le risorse - nel 2025 il budget dell’esercito è di circa 6,3 miliardi - a sua disposizione. Pfister ha detto di voler «ristabilire la fiducia del parlamento» nel DDPS.

Sette progetti per 19 miliardi

Per il successore di Viola Amherd ci saranno anche numerose gatte da pelare. Ci sono sette progetti «problematici» per un costo totale di oltre 19 miliardi di franchi. L’allarme è stato lanciato dalla delegazione delle finanze del Parlamento e riguarda alcuni piani di armamento e informatici: il caso più emblematico è quello dei droni da ricognizione Hermes-900 (la consegna era prevista nel 2019, non voleranno prima del 2029), ma ci sono ritardi anche per quanto riguarda il nuovo sistema di sorveglianza dello spazio aereo, nonché l’introduzione di un nuovo software e la sostituzione dei sistemi di telecomunicazione mobile.

C’è poi il caos che regna attorno alla Ruag: a febbraio, il Controllo federale delle finanze (CDF) ha nuovamente criticato Ruag MRO per sospetti di frode, mancanza di fiducia, trasparenza, continuità e per una cultura dell’errore non sufficientemente sviluppata.

Le nomine di spessore

Il responsabile della Difesa sarà pure chiamato a scegliere degli uomini di fiducia in alcuni posti chiave del Dipartimento. Il capo dell’esercito, Thomas Süssli, ha dato le dimissioni per la fine dell’anno. Il capo dell’Intelligence elvetica, Christian Dussey, lascerà invece alla fine di marzo 2026. Il Consiglio federale – e dunque il capo del DDPS – dovrà anche approvare la candidatura del presidente del cda di Ruag International (da non confondere con Ruag MRO): Remo Lütolf lascerà infatti a maggio.

Le difficoltà del SIC

Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), ovvero l’Intelligence elvetica, da due anni è in una fase di intensa riorganizzazione. Mancano risorse e i sondaggi sulla soddisfazione del personale hanno evidenziato lacune e problemi nei processi di lavoro, nella direzione, nella coesione e pure nell’attuazione della riforma. I servizi segreti si sono pure affidati a una società di consulenza esterna, attirando ulteriori critiche.

La cooperazione internazionale

Pfister è favorevole a una maggior cooperazione e una migliore interoperabilità con la NATO. Esclude tuttavia l’adesione all’alleanza militare. Il Consiglio federale ha inoltre già approvato la partecipazione della Svizzera a due progetti della «Permanent Structured Cooperation» (PESCO) dell’UE. Il primo («Cyber Ranges Federation») mira a migliorare la cooperazione nell’ambito della ciber difesa, mentre il progetto «Military Mobility» ha come obiettivo di semplificare la mobilità militare sul territorio europeo.

Il «ministro» della Difesa dovrà anche respingere le (continue) critiche dell’UDC, ma il Consiglio nazionale – tramite una dichiarazione – ha chiesto al Governo di intensificare la cooperazione con l’Europa in materia di sicurezza. Inoltre, dal 14 aprile al 9 maggio, oltre 850 militari (soprattutto della Brigata meccanizzata 11) effettueranno un corso di ripetizione all’estero, in Austria, in collaborazione con le forze del Bundesheer austriaco e della Bundeswehr tedesca.

Il calo degli effettivi

Per cercare di mettere una pezza al calo di effettivi nell’esercito e nella protezione civile, sono state proposte due soluzioni: la variante «Obbligo di prestare servizio di sicurezza» riguarderà gli uomini svizzeri, che dovranno prestare servizio nell’esercito o nella protezione contro le catastrofi, una nuova organizzazione di competenza dei Cantoni che riunirà la protezione e il servizio civile. La seconda variante, denominata «Obbligo di prestare servizio orientato al fabbisogno» mira a mantenere il servizio civile, ma l’obbligo potrebbe essere esteso anche alle donne svizzere. Le Camere, inoltre, stanno dibattendo sulla possibilità che i civilisti - in caso di bisogno - possano venir chiamati a svolgere parte del loro servizio nella protezione civile. Oltre a ciò, in futuro sarà più difficile passare dal servizio militare a quello civile. Si sta valutando anche di reintrodurre l’esame di coscienza.

Gli aerei statunitensi

L’acquisto di 36 velivoli F-35 dell’impresa statunitense Lockheed Martin dovrebbero essere assicurati. Lo ha ribadito lunedì il Consiglio federale. A partire dal 2030 i jet da combattimento sostituiranno la flotta di F/A-18 Hornet e F-5 Tiger. Il compito del DDPS è far rispettare la tabella di marcia e assicurarsi che le cose procedano senza intoppi, impedendo spiacevoli inconvenienti e lievitazioni dei costi. Andrà poi trovata una soluzione per la Patrouille Suisse, dopo la messa fuori servizio degli F-5 Tiger.