Governo

L'elettricità sarà più libera

Tutti i consumatori potranno scegliere il proprio fornitore: il Consiglio federale sta prevedendo misure per tutelare il mercato – L'accordo fa parte dell'intesa raggiunta con Bruxelles: nell'UE l'apertura totale è avvenuta nel 2007 – Le tariffe però potrebbero non diminuire
©JEAN-CHRISTOPHE BOTT
Luca Faranda
14.05.2025 20:45

In futuro ogni consumatore svizzero potrà liberamente scegliere il fornitore dell’elettricità. È il punto centrale dell’Accordo sull’energia elettrica raggiunto tra la Svizzera e l’Unione europea. Ma cosa cambierà concretamente? Quali sono i rischi e quali saranno gli effetti sui prezzi? Ecco le risposte alle principali domande.

1. Cosa ha deciso oggi il Consiglio federale?

Oggi, in realtà, il Consiglio federale non ha preso vere e proprie decisioni di rilievo, ma ha definito i punti cardine nell’attuazione del (previsto) Accordo sull’energia elettrica. I contenuti sono infatti già stati discussi nell’ambito del pacchetto negoziato tra Berna e Bruxelles. Oggi il Governo ha incaricato il Dipartimento federale dell’ambiente, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) di proseguire i colloqui, fino a fine novembre, con tutti gli attori interessati dal tema (i cosiddetti stakeholder): tra questi ci sono le aziende elettriche, le parti sociali, le associazioni ambientaliste e le autorità cantonali e comunali.

2. Cosa prevede l’Accordo sull’energia elettrica tra Svizzera e Unione europea?

L’intesa prevede che anche la Svizzera apra il proprio mercato elettrico a tutti i consumatori finali. Nell’UE il mercato è stato liberalizzato già nel 2007 (in Svizzera, ma solo parzialmente, dal 2009). Tutti i consumatori, cittadini e aziende, saranno liberi di scegliere il proprio fornitore di elettricità e non saranno quindi più vincolati all’attuale servizio universale fornito dal gestore della rete di distribuzione locale. La Svizzera potrà comunque introdurre un servizio universale con prezzi regolamentati per alcuni consumatori, ma solo a determinate condizioni.

3. Quali sono i limiti per accedere al servizio universale?

Bruxelles, a determinate condizioni, permette agli Stati membri dell’UE di avere un servizio universale a prezzi regolamentati. Ciò sara possibile anche per la Confederazione: l’accordo sancisce esplicitamente il diritto di introdurre un servizio universale (con prezzi regolamentati) per le economie domestiche e le imprese. C’è però un limite: i consumi devono essere inferiori a 50 megawatt (MWh) all’anno e per centro di consumo. Chi consuma più di 50 MWh all’anno dovrà passare al libero mercato. A titolo di confronto, un’economia domestica classica consuma circa cinque MWh all’anno (quindi un decimo della soglia prevista). Anche le piccole PMI dovrebbero essere al di sotto della soglia di 50 MWh: le cose iniziano a cambiare per le medie imprese o per i grandi ristoranti.

4. Se scelgo il libero mercato, poi posso cambiare?

Sarà possibile tornare dal libero mercato al servizio universale - e viceversa - solo per chi consuma meno di 50 MWh. Il passaggio da uno all’altro sarà possibile anche nel corso dell’anno. Il fornitore del servizio universale potrà tuttavia chiedere in cambio una somma di ingresso o di uscita a copertura dei costi. Le misure previste in questo accordo faranno parte della revisione della legge sull’approvvigionamento elettrico.

5. Cosa cambia rispetto alla situazione attuale?

In Svizzera il mercato dell’elettricità è diviso in due parti: il libero mercato e il servizio universale. Oggi solo i grandi clienti con un consumo annuo di minimo 100 MWh possono scegliere liberamente il proprio fornitore di energia, ossia accedere al libero mercato. Chi invece consuma di meno (le economie domestiche e molte PMI) non ha libertà di scelta e deve restare legato al fornitore locale. In futuro, se l’Accordo dovesse entrare in vigore, le cose cambierebbero: chi consuma meno di 50 MWh all’anno avrà la possibilità di passare a un regime di libero mercato. Se invece non desidera cambiare, rimarrà automaticamente nel servizio universale con il fornitore locale di energia a prezzi regolamentati.

6. I prezzi dell’elettricità saranno più bassi?

Non è garantito. Il «ministro» dell’Energia Albert Rösti, in conferenza stampa, ha detto che «sarebbe presuntuoso fare una previsione di mercato». A suo avviso, però, più concorrenza di regola porta a un abbassamento dei prezzi. D’altro canto, ha ammesso, l’integrazione nel mercato europeo dell’elettricità potrebbe portare a una maggior fluttuazione dei prezzi. In ogni caso, le tariffe del servizio universale verranno fissate per un anno (come avviene oggi: le tariffe per l’anno successivo sono pubblicate a settembre).

7. Quali misure sono previste per tutelare i consumatori?

Per aumentare la trasparenza sarà creato un portale per il confronto delle offerte e un organo di mediazione (ombudsman) analogo a quello già esistente nel settore delle telecomunicazioni. Oltre a ciò, ci saranno obblighi per i fornitori di energia: i contratti dovranno contenere requisiti minimi (prestazioni offerte, qualità, tariffe, durata del contratto, condizioni di disdetta) per evitare abusi. Inoltre, i fornitori di energia elettrica del libero mercato dovranno registrarsi presso la Commissione federale dell’energia elettrica (ElCom) e garantire un servizio di gestione del rischio e di assistenza ai clienti in Svizzera. I fornitori con più di 50 mila clienti saranno obbligati a offrire sia contratti di fornitura dinamici sia contratti con prezzo e durate fissi. La ElCom dovrà monitorare la situazione, anche per la tutela del personale attivo nel settore.

8. Qual è l’obiettivo dell’Accordo sull’elettricità?

Per il Governo, l’accordo «ha lo scopo di contribuire a rafforzare la sicurezza di approvvigionamento e la stabilità della rete, nonché a semplificare il commercio di elettricità». Disciplina infatti l’accesso della Svizzera (o meglio, dei fornitori di elettricità svizzeri) al mercato interno dell’UE, senza ostacoli. Con questa intesa i Paesi limitrofi non potranno più limitare le esportazioni o le capacità di transito verso la Svizzera, neanche in caso di crisi energetica. «Nel caso in cui non si riesca a raggiungere un’intesa sull’elettricità con l’UE, saranno necessarie maggiori centrali di riserva», ha spiegato Rösti in conferenza stampa. I costi che ne derivano - per garantire la stabilità della rete - vengono infatti trasferiti ai consumatori.