Pillole di storia

L'elezione del Consiglio federale, ecco i casi più clamorosi

Riavvolgiamo il nastro dei ricordi: quella volta nel 1973, i piani per estromettere Blocher nel 2007 e tanto, tantissimo altro ancora
Christoph Blocher oggi. © CdT/Chiara Zocchetti

Che cosa dice la Costituzione

L’articolo 168 della Costituzione recita: «L’Assemblea federale elegge i membri del Consiglio federale, il cancelliere della Confederazione, i giudici del Tribunale federale e il generale». Mentre l’articolo 161 dice: «I membri dell’Assemblea federale votano senza istruzioni». I parlamentari sono pienamente liberi di eleggere chi vogliono. Non devono attenersi a candidature ufficiali, né ci sono leggi che definiscono la ripartizione dei seggi. La «formula magica» è un accordo non scritto che si rinnova, con qualche variazione, dal 1959: due seggi ai tre partiti più forti e uno al quarto.

Eletti tre «candidati selvaggi»

Il 5 dicembre del 1973 resta nella storia.

L’Assemblea federale ignora le proposte dei partiti ed elegge, nella medesima tornata, al posto di tre «ministri» che non si ricandidano un PLR, un PPD e un PS - tre persone che non erano candidate ufficialmente. Il PS propone il consigliere nazionale argoviese, nonché presidente del partito, Arthur Schmid, giudicato però troppo a sinistra dai partiti borghesi. Il Parlamento gli preferisce nettamente il consigliere di Stato solettese Willi Ritschard che, non trovandosi a Berna, dà il suo consenso per telefono e poi si fa portare a Palazzo da un’auto della polizia. Ritschard subentra a Hans-Peter Tschudi, a oggi l’ultimo consigliere federale basilese (nel 1959 fu a sua volta un «candidato selvaggio»). Stessa storia in casa PPD: il ticinese Enrico Franzoni viene battuto già al primo turno dallo zughese Hans Hürlimann.

Infine, il vodese Georges-André Chevallaz ha la meglio con ampio margine sul candidato ufficiale del PLR, il ginevrino Henri Schmitt.

Stich e «La notte dei lunghi coltelli»

Dieci anni più tardi, il 7 dicembre 1983, la storia si ripete. Il PS propone come unica candidata ufficiale Lilian Uchtenhagen per la successione di Ritschard. La consigliera nazionale zurighese dovrebbe essere la prima donna a entrare in Consiglio federale. La maggioranza borghese però non ci sta ed elegge a sorpresa l’ex consigliere nazionale solettese Otto Stich, considerato più moderato, chiamato in causa la sera prima da un suo ex compagno di studi, Felix Auer (PLR). Da lì l’espressione «La notte dei lunghi coltelli» (che riprende la definizione coniata in Germania nel 1934 per l’epurazione delle SA). Scoppia la polemica. Il PS minaccia di uscire dal Governo, ma poi decide di rimanere.

Da Brunner a Dreifuss via Matthey

Il 3 marzo 1993 la consigliera agli Stati ginevrina Christiane Brunner (PS), sindacalista e femminista, è candidata ufficiale unica. I partiti borghesi però sono critici (contro la «senatrice» c’è anche una campagna stampa) e al suo posto eleggono il consigliere nazionale neocastellano Francis Matthey. Scoppiano proteste di piazza. Messo sotto pressione, Matthey si prende una pausa di riflessione e poi dichiara di non accettare l’elezione. Il PS, a questo punto, propone un’altra sindacalista di origini ginevrine, Ruth Dreifuss, che viene eletta il 10 marzo al terzo turno. Staccata Brunner.

Prima Metzler e poi Blocher

Il 6 dicembre del 2000 viene eletto, al sesto scrutinio, un altro «candidato selvaggio», in occasione della successione di Adolf Ogi. Il consigliere nazionale dell’UDC Samuel Schmid (BE) viene preferito ai candidati ufficiali Rita Fuhrer (ZH) e Roland Eberle (TG). Ma è ben più clamoroso quello che avviene tre, rispettivamente sette anni più tardi. Nel 2003 l’UDC sopravanza nettamente il PPD alle elezioni federali (è la seconda volta). Il 10 dicembre Christoph Blocher si candida contro la consigliera federale uscente Ruth Metzler e si impone al terzo scrutinio. L’UDC raddoppia, il PPD resta con il solo Joseph Deiss. Quattro anni più tardi l’UDC allunga ancora, ma c’è il colpo di scena. Per estromettere Blocher, considerato poco collegiale, il PS mette a punto un piano segreto, coinvolgendo il PPD e i Verdi. Il 12 dicembre la consigliera di Stato grigionese Eveline Widmer-Schlumpf viene eletta a sorpresa. Dopo essersi presa una pausa di riflessione, l’indomani accetta. In seguito, l’UDC espelle dal gruppo parlamentare sia Widmer-Schlumpf sia Samuel Schmid. Alcuni mesi dopo espelle anche la sezione grigionese e cambia lo statuto: chi viene eletto in Governo contro la volontà del gruppo e accetta è escluso automaticamente.

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