Mobilità

L'eterno serpentone al San Gottardo: «Questione di abitudine e alternative più care»

Con Massimo Gonnella, portavoce del Touring Club Svizzero, analizziamo questo Venerdì Santo di fuoco al portale Nord del tunnel autostradale
© KEYSTONE / URS FLUEELER
Marcello Pelizzari
07.04.2023 15:00

Il serpentone, mentre scriviamo queste righe, ha raggiunto i 19 chilometri. Macchine e macchine in coda, nell’attesa (e nella speranza, a questo punto) di superare il tunnel del San Gottardo per godersi qualche giorno di vacanza. La storia si ripete, insomma. Anno dopo anno, colonna dopo colonna. Come se, oramai, armarsi di pazienza per molti automobilisti fosse la norma. E non più l’eccezione. A questo giro, anche gli attivisti climatici sono entrati in partita. Bloccando l’accesso Nord della galleria.

«Le previsioni, d’altronde, erano queste» afferma Massimo Gonnella, portavoce del Touring Club Svizzero, con un sospiro. Della serie: ve l’avevamo detto, eppure non avete ascoltato l’appello. Anche Viasuisse, fra gli altri, era stata chiarissima. Il problema, se così vogliamo definirlo, è la concomitanza. Ancora Gonnella: «In molti cantoni, in particolare quelli della Svizzera interna, le cosiddette vacanze primaverili quest’anno sono coincise con la Pasqua. L’anno scorso, invece, fra le due date c’era una settimana di differenza. Anche per questo avevamo previsto un flusso di traffico molto più marcato».

Molti Paesi in viaggio

Il picco, secondo il nostro interlocutore, «non andrà oltre la giornata di oggi». Ma non è da escludere che le colonne possano protrarsi fino a tarda sera. «La manifestazione, in questo senso, non ha aiutato considerando che la situazione, da giovedì, era già critica». Detto ciò, «chi parte per il weekend pasquale e basta difficilmente si metterà in viaggio domani, sabato, per rientrare lunedì» dice Gonnella. Il discorso cambia se chi parte «si ferma per una settimana o più». Magari, aggiunge l’esperto, «potrebbe rimandare la partenza a sabato proprio perché oggi sulle strade è un disastro».

Gonnella, poi, ricorda che a partire, in questi giorni, non sono soltanto gli svizzeri. «Abbiamo registrato partenze in molti Länder tedeschi, per tacere degli olandesi e dei belgi che sono in viaggio verso il Ticino o l’Italia. Quindi, appunto, non è solo una questione locale, svizzera, ma coinvolge più Paesi. Stando alle nostre previsioni, il fenomeno delle lunghe code dovrebbe attenuarsi a fine giornata, pur rimanendo critico». Da domenica, invece, «bisognerà fare attenzione all’ondata di ritorno, il controesodo».

Per una famiglia con bambini, magari con stipendi non altissimi, l’aereo o il treno possono rappresentare una spesa importante
Massimo Gonnella, portavoce del TCS

E il treno? E l'aereo?

La domanda, che avevamo posto anche alla portavoce di Renovate Switzerland, i cui manifestanti climatici sono stati arrestati dalla polizia dopo la protesta al portale Nord, è sempre la stessa: possibile che, nonostante l’evidenza, molti automobilisti si ostinino a prendere la via del Gottardo e a passare una buona fetta di vacanza in colonna? E il treno? L’aereo? Nulla. «Penso che, innanzitutto, vi sia una componente di abitudine» afferma Gonnella. Hanno sempre fatto così, continuano a fare così volendo tradurre. «Poi, però, c’è anche un problema economico. Per una famiglia con bambini, magari con stipendi non altissimi, l’aereo o il treno possono rappresentare una spesa importante. Inoltre, non va dimenticato che, a destinazione, senza mezzo privato sei per certi versi bloccato o, comunque, meno mobile. Come detto, in questo periodo sono le famiglie a spostarsi. Farlo in treno o in aereo, riassumendo, è un po’ più complicato. Nonostante l’aumento della benzina e altri problemi, come le code, un viaggio in auto rispetto a un weekend lungo a Londra o a Madrid, in aereo, è un’opzione più economica».

Per gli svizzerotedeschi, in ogni caso, Pasqua fa spesso rima con Ticino (o Italia). «È il primo weekend lungo, per molti l’unico. E allora, siccome in Svizzera interna o in Svizzera romanda il clima è meno clemente rispetto al Ticino o all’Italia, c’è questa ricerca del sole, della primavera, del caldo. Di picnic all’aperto, per farla breve, a Nord del Gottardo non c’è verso di farne ancora. Ci terrei a sottolineare, ad ogni modo, che il traffico stamane era forte anche altrove: al Monte Bianco, per dire, c’erano diversi chilometri di coda. E né i francesi né gli italiani festeggiano il Venerdì Santo».

La proposta urana

La chiusura è dedicata a una proposta di alcuni parlamentari urani, che vorrebbero introdurre un sistema di prenotazione per transitare nel tunnel del San Gottardo. Un sistema, affermano, che potrebbe aiutare a decongestionare l’A2, assieme ad altre misure. «Sono proposte locali – chiosa Gonnella – e non spetta al Touring Club Svizzero decidere se siano giuste o meno. Vorremmo, questo sì, capire di che cosa si tratta: abbiamo appreso della cosa dai media ma non abbiamo molti dettagli. Ne riparleremo, sì. L’obiettivo, immagino, sia migliorare la situazione attuale. Senza dimenticare che, in futuro, arriverà anche il secondo tunnel al San Gottardo. Una soluzione che, però, andrebbe relativizzata: indubbiamente porterà una miglioria, ma non risolverà tutti i problemi. Anche perché i flussi di macchine aumentano di anno in anno». Lasciando, una volta ancora, tutti quanti in coda.

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