Banche

L'ex maggiore azionista di Credit Suisse se n'è andato del tutto

Il Financial Times rivela che Harris Associates, società di investimento statunitense, è uscita completamente dall'istituto elvetico – Il vicepresidente David Herro, addirittura, parla di futuro incerto: «Perché investire in qualcosa che brucia capitale?»
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Red. Online
06.03.2023 12:01

Uno degli azionisti più anziani di Credit Suisse ha venduto la totalità delle sue partecipazioni nella banca elvetica, complici gli scandali in cui è stato coinvolto l’istituto, le perdite accumulate e la disaffezione dei clienti per la strategia del management. Così, in estrema sintesi, il Financial Times, il principale quotidiano economico europeo.

L’azionista in questione è il gigante americano Harris Associates. Fino all’anno scorso, Harris deteneva il 10% delle azioni di Credit Suisse. Da allora, la società di investimento basata a Chicago si è ritirata.

Il futuro della banca, a detta del vicepresidente di Harris, David Herro, è incerto. «Ci sono state importanti uscite» ha detto, riferendosi ai 111 miliardi di franchi prelevati dai clienti negli ultimi tre mesi del 2022. Herro, nello specifico, dubita che la ristrutturazione, radicale, annunciata da Credit Suisse possa permettere alla banca di invertire la rotta. «Abbiamo molte altre possibilità per investire» ha aggiunto. «Perché farlo in qualcosa che brucia capitale mentre il resto del settore ne genera?». Da anni, ha chiosato Herro, «Credit Suisse divora tempo e valori».

Harris era entrato in Credit Suisse nel 2002, quando il prezzo di una singola azione si aggirava sui 30 franchi. Nel 2008 aveva venduto la sua quota al doppio del prezzo; quindi, aveva investito di nuovo nell’istituto elvetico nel 2009 al prezzo di 23 franchi per azione. Sembrava un ottimo affare, così non è stato: venerdì, alla chiusura delle negoziazioni, un’azione di Credit Suisse valeva 2,78 franchi.

Chi resta, dunque? I due più grossi azionisti di Credit Suisse, ora, sono la Banca nazionale saudita (10%) e la Qatar Investment Autorithy (7%). Harris aveva iniziato a ridurre la sua posizione in ottobre, all’arrivo dei sauditi. Ritirandosi completamente, ora, la società di investimento statunitense ha rinforzato le voci secondo cui la banca presto verrà acquistata.