L’idea ecologista contro i SUV: «Il Superbollo come in Italia»

Le auto più grandi e potenti sono nel mirino dei Verdi. Lo scorso giugno, il Consiglio nazionale ha nettamente respinto (126 voti contro 62) la proposta dell’ex deputata Isabelle Pasquier-Eichenberger (Verdi/GE) che chiedeva di introdurre un divieto per SUV e fuoristrada. Per gli ecologisti, però, bisogna fermare la «SUVizzazione» della Svizzera.
A fare da capofila è la consigliera nazionale Marionna Schlatter, ecologista zurighese, che poco più di un mese fa ha lanciato una nuova proposta: introdurre una sorta di «Superbollo», come in Italia, per i veicoli più grandi, pesanti e potenti. Come SUV e fuoristrada.
Tassa di lusso
Ma cosa è il «Superbollo» italiano? Dal 2012, le auto che superano i 185 chilowatt (252 cavalli) devono pagare una tassa supplementare (oltre al «bollo auto») di 20 euro per ogni kW di potenza che eccede il limite di 185 chilowatt. Per un SUV da 220 kW (pari a 300 cavalli), il proprietario paga 700 euro di «Superbollo». Oltre a varie esenzioni (ad esempio per auto d’epoca o veicoli elettrici), questa tassa di lusso in Italia diminuisce dopo 5, 10 e 15 anni.
Ora, il «Superbollo» viene proposto anche in Svizzera. Schlatter, in una mozione, chiede al Consiglio federale di creare le basi legali «per l’introduzione di una tassa supplementare progressiva a livello nazionale sui veicoli a motore particolarmente potenti e pesanti».
I possibili limiti
L’ecologista zurighese propone l’imposizione del balzello oltre una certa soglia di potenza del motore, ad esempio 165 chilowatt (225 cavalli), e del peso del veicolo (Schlatter si immagina oltre le due tonnellate).
Questa «tassa di lusso» annuale, in aggiunta all’attuale imposta di circolazione, agli occhi della deputata Verde dovrebbe «aumentare progressivamente con l’aumentare delle prestazioni» e i proventi andrebbero investiti per progetti legati alla protezione del clima (ad esempio per finanziare le infrastrutture per la mobilità elettrica, i trasporti pubblici e il traffico lento).
«Chi inquina paga»
Per Schlatter, da anni in Svizzera si registra la tendenza verso la scelta di veicoli sempre più grandi, pesanti e potenti: un’auto nuova su due è infatti un SUV.
Il modello italiano «Superbollo», a suo avviso, permette di fare pagare di più chi esige prestazioni del veicolo particolarmente elevate, anche secondo il principio «chi inquina, paga». Il Consiglio federale non ha ancora preso posizione sul tema, ma in una proposta analoga (vedi box) aveva reso noto che «il disincentivo fiscale in base a peso e dimensioni proposto nel postulato rientra nella competenza dei Cantoni, che in parte già lo applicano».
Perché Schlatter vuole regolamentare a livello svizzero? «Per prevenire l’evasione fiscale è necessario un approccio uniforme a livello nazionale attraverso il rilascio di licenze intercantonali», sostiene la zurighese nel testo della mozione.
Dal basso all’alto
«Oggi le imposte di circolazione sono riscosse e applicate dai Cantoni, non dalla Confederazione. Vedo sempre malvolentieri un passaggio di competenze dal basso all’alto», annota dal canto suo il consigliere nazionale ticinese Simone Gianini (PLR), che critica la proposta ecologista.
«Secondo l’immaginario collettivo, il “SUV” è un mezzo ingombrante e di lusso, ma bisogna riconoscere le necessità del singolo. C’è, ad esempio, chi ne fa capo perché ha una famiglia numerosa o chi vive in posti discosti. Sarebbe sbagliato colpire quelle persone ulteriormente con un’imposta supplementare», aggiunge Gianini. Il deputato liberale-radicale, presidente dell’Automobile Club Svizzero (ACS), osserva poi che «ci sono anche città svizzere che vorrebbero introdurre una tariffa di parcheggio in base alla lunghezza del veicolo, per cui vale lo stesso discorso: non viene riconosciuta la necessità del singolo».
A suo avviso, le imposte di circolazione (che variano da Cantone a Cantone), tengono già conto del peso e della potenza e mette in guardia che «non sempre le modifiche raggiungono poi lo scopo per cui sono pensate». Ricorda infatti che «in Ticino una precedente revisione dell’imposta di circolazione che mirava a tassare le emissioni inquinanti di CO2 (dopo vari tira e molla sulla formula di calcolo, dal 2024 vengono invece prese in considerazione massa a vuoto e potenza, ndr), aveva avuto l’effetto, non voluto, di penalizzare fasce di automobilisti meno abbienti».