Domande e risposte

L'identità elettronica 2.0 torna alle urne: gestione pubblica, ma c'è chi non si fida

Per una questione di sicurezza e di protezione dei dati, l'e-ID sarà affidata direttamente alla Confederazione – Contro la legge sono stati lanciati tre referendum – Nel 2021 il popolo si era detto contrario, ma l'emissione era affidata a fornitori privati
©ANTHONY ANEX
Luca Faranda
02.09.2025 06:00

In futuro sarà possibile richiedere documenti ufficiali in modo digitale, ma anche aprire conti bancari, ottenere una firma elettronica o stipulare contratti di telefonia. È l’obiettivo della Legge federale sul mezzo d’identificazione elettronico e altri mezzi di autenticazione elettronici (Legge sull’e-ID). Ma di cosa si tratta? E cosa è cambiato dall’ultimo progetto? Ecco le risposte alle principali domande.

1. Che cosa è l’identità elettronica?

Si tratta di una «carta di identità» digitale, che funziona su Internet esattamente come la carta di identità funziona nel mondo analogico: serve ad attestare la propria identità. Attualmente, in Svizzera, manca un mezzo di identificazione online ufficiale e riconosciuto dallo Stato. La e-ID potrà essere richiesta dai cittadini svizzeri e dai titolari di un permesso di soggiorno per stranieri.

2. Sono obbligato ad avere un’identità elettronica?

No. L’identificazione elettronica è facoltativa. Chi non ha interesse a creare una propria e-ID potrà continuare a richiedere i documenti e ad autenticarsi come accade oggi. Per i contrari alla nuova norma, però, non ci sono sufficienti garanzie che l’identità elettronica non diventi col tempo indispensabile o finanche obbligatoria. Se in futuro, per determinati casi, si volesse rendere obbligatorio l’impiego dell’e-ID, tuttavia, sarebbe necessaria una modifica della legge da parte del Parlamento.

3. Il popolo ha già respinto l’e-ID il 7 marzo 2021. Perché si deve tornare alle urne?

Dopo il fallimento della prima legge (con il 64,3% di no, il 55,8% in Ticino), il Consiglio federale è tornato alla carica con un nuovo progetto. Il principale motivo dell’affossamento alle urne, quattro anni fa, era la partecipazione dei privati (per ottenere una e-ID occorreva rivolgersi a operatori e fornitori come ad esempio banche, compagnie di assicurazione e casse malattia), avversata da molti ambienti poiché temevano falle nella protezione dei dati. La nuova e-ID sarà invece in mani pubbliche: lo Stato è responsabile dell’emissione e della gestione dell’infrastruttura.

4. A cosa servirà questa identità elettronica?

La Confederazione ha stilato un elenco - non esaustivo - delle funzionalità di una e-ID: sarà ad esempio possibile ordinare la licenza digitale per allievo conducente, la patente di guida, dimostrare l’età richiesta per l’acquisto di prodotti (ad esempio alcolici o sigarette), accedere ai servizi delle autorità di tutta la Svizzera (come richiedere un attestato di residenza), aprire un conto bancario, costituire una società, iscriversi nel registro delle donazioni di organi, ottenere una firma elettronica o anche stipulare un contratto (ad esempio di telefonia). Sono anche stati ipotizzati dei possibili utilizzi futuri: come ordinare l’estratto del registro delle esecuzioni, oppure firmare elettronicamente iniziative popolari e referendum. Sono previsti anche utilizzi più quotidiani: ad esempio, salvare le carte clienti fedeltà o i biglietti dei concerti e degli eventi sportivi.

5. Chi ha lanciato il referendum contro la legge sull’e-ID?

La raccolta delle sottoscrizioni - 55.344 quelle risultate valide - è stata promossa su tre fronti dalle associazioni e dai movimenti (alcuni dei quali nati per opporsi alle restrizioni durante la pandemia) Amici della Costituzione, Aufrecht, Mass Voll e Verfassungsbündnis Schweiz (Alleanza Costituzione Svizzera), nonché dal Partito pirata (poi spaccatosi in occasione dell’inoltro delle firme alla Cancelleria federale) e sostenuta anche dall’Unione democratica federale (UDF) e dai Giovani UDC.

6. Chi è favorevole e chi invece è contrario?

Consiglio federale e Parlamento sono favorevoli alla nuova norma, così come tutti i principali partiti in Svizzera, eccetto la base dell’UDC. La legge è sostenuta anche dagli Svizzeri all’estero e varie organizzazioni (come Digitale Gesellschaft, all’origine del referendum contro l’e-ID privatizzata di quattro anni fa) hanno cambiato lato e ora sostengono la proposta in votazione. Per l’UDC e i movimenti che hanno lanciato i tre referendum, la nuova legge non fornisce sufficienti garanzie di sicurezza. Temono infatti che il comportamento dei cittadini possa essere registrato e tracciato, dal momento che garantire una protezione sicura dei dati al 100% non è possibile. I primi sondaggi pubblicati indicano che l’e-ID dovrebbe essere accolta da circa il 60% dei votanti.

7. Si parla anche dell’applicazione «swiyu». Di cosa si tratta?

È un’app per smartphone per «custodire i documenti digitali». In gergo tecnico è un «wallet» (portafoglio elettronico) messo a disposizione dalla Confederazione. Si può già scaricare e testare nella versione di prova «Public Beta» (ovvero aggiungere una fittizia e-ID inserendo i dati personali di prova). L’e-ID, se dovesse passare lo scoglio delle urne, si potrà ordinare a partire dall’estate 2026.

8. Qualcuno può creare un’e-ID con le mie informazioni o utilizzare i miei dati per altri scopi?

Per prevenire abusi di identità, l’e-ID è collegata allo smartphone personale. Pertanto, non puo essere copiata. In caso di smarrimento o sostituzione del telefonino, sarà necessario richiedere una nuova e-ID. Inoltre, l’identità elettronica gestita dallo Stato non permette alle aziende di dedurre l’identità o i comportamenti di una persona (profilazione). Un esempio: nel caso di acquisto di alcolici, l’esercente potrà solo verificare che la persona è maggiorenne (senza accesso a informazioni sensibili). È il principio della «non tracciabilità». Gli utenti avranno il controllo dei propri dati: essi saranno memorizzati in modo decentralizzato sullo smartphone personale e non centralizzati in un database governativo.

9. È davvero gratuita l’identità elettronica?

L’utilizzo dell’e-ID sarà gratuito. Per quanto riguarda invece l’ottenimento, ci saranno due opzioni: la prima è la richiesta online (che sarà gratuita) e la seconda è la richiesta dell’e-ID presso un ufficio passaporti. In questo secondo caso, i Cantoni (come il Ticino) potranno riscuotere una tassa per l’identificazione della persona che ne fa richiesta. I costi per la Confederazione, per il periodo 2023-2028, ammontano a circa 180 milioni di franchi.