Salute

L'impegno della Svizzera nella lotta contro AIDS, malaria e tubercolosi

Il Consiglio federale ha pertanto deciso di destinare un contributo di 64 milioni di franchi al Fondo globale per il periodo 2026-2028
Ats
12.09.2025 11:50

La Svizzera vuole contribuire a salvare milioni di vite, a prevenire la diffusione di malattie infettive e a rafforzare i sistemi sanitari nei Paesi più vulnerabili. Il Consiglio federale ha pertanto deciso di destinare un contributo di 64 milioni di franchi al Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria per il periodo 2026-2028.

Le sfide sanitarie rimangono immense: ogni minuto qualcuno muore ancora a causa dell'HIV e la malaria minaccia quasi la metà della popolazione mondiale. Queste malattie colpiscono soprattutto le persone più povere e compromettono lo sviluppo socio-economico, indica una nota governativa odierna.

Con il suo finanziamento, la Svizzera mira a ridurre i rischi sanitari globali rafforzando al contempo la posizione di Ginevra quale centro di competenza in materia di salute mondiale.

In un momento in cui le crisi si moltiplicano e il multilateralismo è sotto pressione, il sostegno della Confederazione invia un segnale chiaro: la solidarietà internazionale non è solo possibile, ma anche efficace, viene precisato nel comunicato. Puntando su partenariati inclusivi - che riuniscono Stati, settore privato, comunità scientifiche, società civile e, soprattutto, le persone colpite dalle malattie - Berna vuole contribuire a dare risposte globali, sostenibili e inclusive.

Il Fondo globale, una fondazione svizzera senza scopo di lucro con sede a Ginevra, è un meccanismo di finanziamento internazionale indipendente con un budget annuale di circa 5 miliardi di dollari. Oltre a concentrare i propri sforzi sulla lotta contro l'HIV/AIDS, la tubercolosi e la malaria, il Fondo punta a rafforzare i sistemi sanitari nei Paesi a basso e medio reddito e a sostenere la risposta al COVID-19.

Dal 2002 a oggi, il Fondo ha contribuito a salvare 65 milioni di vite umane e ridotto del 61% il tasso di mortalità combinato di queste tre malattie nei Paesi interessati, viene ancora sottolineato.