Ginevra

L'obiettivo di Berna sui dazi è di seguire la Gran Bretagna

Karin Keller-Sutter e Guy Parmelin hanno incontrato il segretario al Tesoro americano Scott Bessent – L'intento è di accelerare i colloqui per essere fra i prossimi, dopo Londra, a raggiungere un'intesa sulle tariffe doganali
©MARTIAL TREZZINI
Giovanni Galli
09.05.2025 21:30

Con un’abile mossa diplomatica la Svizzera ha propiziato i colloqui ad alto livello fra Stati Uniti e Cina sui dazi, in programma fra oggi e domani a Ginevra. La Confederazione ne ha approfittato a sua volta per affinare i contatti bilaterali con gli USA in vista dei negoziati veri e propri, che avranno luogo nelle prossime settimane. «Entrambe le parti sono decise ad accelerare il processo e a trovare rapidamente una soluzione» ha dichiarato la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, al termine dell’incontro con il segretario di Stato al Tesoro (ndr. il ministro delle Finanze) americano Scott Bessent. All’incontro hanno preso parte anche il vicepresidente del Consiglio federale Guy Parmelin, capo del Dipartimento dell’economia e il rappresentante al commercio Jamieson Greer . I quattro si erano già visti il mese scorso a Washington, a margine delle riunioni primaverili delle istituzioni di Bretton Woods. Bessent e Greer avevano segnalato che la Svizzera figura tra i 15 -18 Paesi prioritari con cui gli Stati Uniti intendono trovare una soluzione e assicurato che gli USA rinunciano a un nuovo aumento dei dazi doganali nei confronti della Svizzera. Il presidente Donald Trump aveva deciso, il 9 aprile, di sospendere per 90 giorni la messa in atto dei dazi supplementari annunciati una settimana prima e di limitarli al 10% per la maggior parte dei Paesi, tra cui la Svizzera. Inizialmente, nei confronti della Confederazione erano state fissate tariffe del 31%. «La Svizzera dovrebbe essere fra i prossimi Paesi – naturalmente speriamo il secondo –a concludere un accordo sui dazi» ha sottolineato Keller-Sutter, a dimostrazione della piega positiva assunta dai colloqui, definiti «conviviali e costruttivi». Finora l’unico Paese ad avere già raggiunto un’intesa sui dazi con gli USA, dopo il cosiddetto «Liberation day», è stata la Gran Bretagna. L’annuncio è stato dato nella giornata di giovedì. «Faremo un accordo anche con l’UE», ha assicurato il presidente americano. 

Spira, insomma, un vento di ottimismo. Nelle prossime due settimane dovrebbe essere siglata una dichiarazione d’intenti per poi inviare negli Stati Uniti la Segretaria di Stato all’economia, Helene Budliger Artieda, e quella alle questioni finanziarie internazionali, Daniela Stoffel. Il nostro obiettivo, ha ribadito la presidente della Confederazione, «è giungere velocemente a una soluzione». Le buone intenzioni ci sono da entrambe le parti – la Svizzera è fra i principali partner commerciali degli Stati Uniti – ma vanno discusse alcune questioni parallele a quella dei dazi. «Dobbiamo spiegare agli USA che non sovvenzioniamo l’industria in Svizzera», ha spiegato Keller-Sutter, per poi ricordare che sul tappeto c’è anche la forza del franco, spesso oggetto di interrogativi da parte di Washington. In ogni caso, secondo Keller-Sutter, gli USA hanno reagito «con molta sensibilità» all’annuncio delle aziende svizzere di voler investire circa 150 miliardi di franchi negli Stati Uniti nei prossimi anni. Si tratta di un aspetto interessante per la controparte, ha aggiunto, perché crea posti di lavoro. A tale riguardo, Keller-Sutter ha rammentato anche il ruolo svolto dalle imprese elvetiche nella formazione della manodopera, un ambito nel quale la Svizzera ha una certa esperienza che può condividere con gli Stati Uniti. Da parte sua, Parmelin ha dettoLa Svizzera non farà grandi concessioni agli Stati Uniti nei settori sensibili dell’agricoltura.  

Libero scambio con la Cina

A Ginevra, Keller-Sutter e Parmelin hanno incontrato in separata sede anche il vicepremier cinese He Lifeng, incaricato per i colloqui di oggi sui dazi con gli Stati Uniti. Dal 2014 Svizzera e Cina hanno un accordo di libero scambio. Da allora le esportazioni svizzere di beni verso la Cina sono passate da 8,8 miliardi a 15,4 miliardi di franchi. Nello stesso periodo le importazioni di beni dal Paese asiatico sono lievitate da 12,1 miliardi a 17,9 miliardi di franchi. La Confederazione è il terzo partner commerciale di Pechino dopo gli USA e l’Unione europea. Nel colloquio di oggi a Ginevra sono stati affrontati la difficile situazione della politica commerciale internazionale, le relazioni economiche bilaterali e i negoziati in corso per ottimizzare l’Accordo di libero scambio bilaterale. Parmelin ha assicurato che i negoziati stanno avanzando e che vi sarà un’altra tornata di trattative in Svizzera nel mese di luglio. L’obiettivo di Berna è di migliorare l’accesso al mercato di alcuni prodotti non inclusi nell’accordo. 

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