Losanna a ferro e fuoco: «Mai visto nulla di simile»

Dai balconi, scrive il Blick, c'è chi (anche in italiano) ha chiesto ai protagonisti dei disordini di smetterla. O, quantomeno, di non far degenerare la protesta in violenza. Per la seconda notte consecutiva, il quartiere di Prélaz a Losanna è stato messo a ferro e fuoco da diversi giovani, molti dei quali incappucciati. Il motivo? La morte, nella notte fra sabato e domenica, di un adolescente di 17 anni in fuga dalla polizia su uno scooter. Una vera e propria rivolta, fra cassonetti dati alle fiamme e fuochi d'artificio.
La collera, insomma, ha avuto il sopravvento. E a nulla, appunto, sono valsi gli appelli lanciati dagli abitanti del quartiere. Il giovane morto, ricordiamo, aveva rubato uno scooter. E la polizia, immediatamente, è finita sotto accusa. Alla rivolta hanno partecipato persone da Bussigny, Renens, Crissier. Chi ha partecipato a queste notti di protesta non ha dubbi: le tensioni di questi giorni sono state provocate dal comportamento delle forze dell'ordine. «Gli sbirri, loro, se la cavano sempre» ha spiegato un giovane al Blick. «Non vengono mai condannati».
Nel corso della giornata di ieri, altri eventi legati alla polizia hanno inasprito le citate tensioni. In mattinata, ad esempio, un nuovo rapporto ha messo in dubbio la legittimità dell'intervento della polizia alla stazione di Morges, nel 2021, in seguito al quale un uomo era morto. Nel primo pomeriggio, poi, sono emersi i contenuti di alcune chat WhatsApp condivisi da agenti di polizia: scambi razzisti, sessisti, antisemiti e discriminatori. Il sindaco Grégoire Junod ha persino denunciato il «razzismo sistemico» all'interno delle forze di polizia.
Informati tramite i social network, ma anche attraverso i media tradizionali, i giovani incontrati dal Blick a Prélaz erano al corrente di queste rivelazioni. Di più, se hanno puntato il dito contro la polizia è perché, nel canton Vaud, negli ultimi dieci anni i decessi legati a interventi della polizia sono aumentati. Anzi, moltiplicati. A Prélaz, alle 21.43, in Avenue de Morges, gli agitatori erano presenti in forze. Hanno ripetuto le azioni della sera precedente. L'esplosione di alcuni fuochi d'artificio, scrive sempre il Blick, ha fatto urlare di paura una bambina. Giovani, anche molto giovani, vestiti di nero e talvolta incappucciati, hanno sfilato per le vie del quartiere su veicoli a due ruote. I container sono stati spostati al centro della strada e dati alle fiamme, mentre i fuochi sono stati sparati in direzione di Malley. Una pensilina dell'autobus ha preso fuoco.
«Perché il Comune ha lasciato i cassonetti fuori dopo i disordini di ieri?» ha detto un residente, spiegando che i cassonetti erano già stati dati alle fiamme nel corso dell'estate. Altri residenti hanno tirato fuori i propri estintori per cercare di spegnere i fuochi che si accendevano ovunque, anche pericolosamente vicino alle case. I vigili del fuoco sono arrivati, ma sono rimasti bloccati su entrambi i lati della strada. «È da domenica che ci sentiamo insicuri» ha spiegato una donna con un'espressione affranta. «Oggi sono i cassonetti, domani le auto. Sul serio, perché dare fuoco al quartiere? Sono le stronzate a uccidere, non la polizia».
Poco più in alto, nei Jardins de Prélaz, un anziano è stato colpito da lacrimogeni agli occhi. «Tornate a casa» ha gridato un adolescente agli adulti. Sulla strada, ormai chiusa al traffico, i fuochi d'artificio sono stati infine sparati in tutte le direzioni. I rivoltosi hanno continuato a muoversi con un misto di paura ed eccitazione. «Vivo in Svizzera da 38 anni e non ho mai visto nulla di simile» ha raccontato un residente che, come molti altri, si è appoggiato a una ringhiera per assistere alla seconda notte di proteste. Cestini della spazzatura in fiamme, scooter di nuovo in fiamme. «Siamo proprio al centro dell'azione» ha sorriso un adolescente, dando una gomitata all'amico. «No, mamma, non posso entrare, stanno isolando tutto il quartiere» ha invece spiegato una ragazza al telefono, mentre un camion antisommossa si avvicinava lentamente, come un mastodonte, per aiutare a circoscrivere la zona.
La polizia ha finalmente riportato la situazione sotto controllo intorno all'una di notte, con solo una manciata di rivoltosi ancora in circolazione. A mezzanotte e mezza, alcuni di loro sono saliti sulla terrazza di un asilo nido per lanciare barre di metallo contro la polizia. In tarda serata, l'Avenue de Morges verso Malley era disseminata di container rovesciati e di barriere edilizie sradicate, mentre alcuni muri erano stati imbrattati.
Alla notte, tempestosa, ha fatto da contrasto il silenzio luttuoso che ha avvolto il luogo in cui l'adolescente è morto dopo essere caduto nella tarda serata di sabato. Molti giovani, alcuni dei quali sconvolti, sono rimasti senza parole davanti ai fiori e alle candele posate in omaggio al ragazzo. Nello stesso luogo, all'inizio della giornata, un adolescente ha chiesto: «Signora, posso farle una domanda? Sa cosa succede dopo la morte?».