Pandemia

Losanna e Turgovia iniziano a trasferire i primi pazienti di terapia intensiva

I 13 ricoverati con la COVID-19 al CHUV (di cui solo uno è vaccinato) sono «un piccolo numero in termini assoluti, ma sono più del 30% della capacità» - A Turgovia sold out i letti di cure intense (met`à con il coronavirus)
© CdT/Gabriele Putzu
Ats
28.08.2021 12:21

A causa dei nuovi ricoveri per la COVID-19, l’Ospedale universitario di Losanna ha dovuto trasferire pazienti in altri cantoni. L’obiettivo è di mantenere un «margine di manovra in termini di letti di terapia intensiva» per le operazioni.

Il Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV) «non ha più i margini per aumentare il numero di letti di terapia intensiva come nelle fasi precedenti della pandemia», afferma oggi la consigliera di Stato Rebecca Ruiz (PS) in un’intervista a Le Temps.

Aumentare il numero di letti disponibili nelle unità di emergenza significa «attingere ai team che lavorano in sala operatoria» per prendersi cura dei pazienti affetti da COVID-19. È una decisione con «pesanti conseguenze», dichiara la responsabile cantonale della sanità. Significa rimandare le operazioni programmate, «anche se il nostro cantone non ha ancora recuperato gli arretrati delle ondate precedenti», dice Ruiz. «Una tale misura potrebbe avere conseguenze drammatiche in settori come l’oncologia, per esempio».

Un solo vaccinato su 13 pazienti in cure intense
Su 13 pazienti ricoverati in terapia intensiva al CHUV per il SARS-CoV-2, solo uno era vaccinato. «Ora che abbiamo il vaccino, non sarebbe accettabile dover fermare o ridurre ancora il nostro programma operativo», si rammarica Ruiz. I 13 pazienti sono «un piccolo numero in termini assoluti, ma rappresentano già più del 30% della nostra capacità di 35 letti», ha dichiarato Jean-Daniel Chiche, capo dell’unità di cure intense per adulti al CHUV, a La Liberté e ai suoi giornali partner. «Il limite per i pazienti COVID è quasi raggiunto».

Riattivata unità di coordinamento
«Ritornare a una situazione in cui dobbiamo rallentare l’attività operativa e ‘‘deconvocare’’ i pazienti sarebbe una vera catastrofe». L’unità di coordinamento per la Svizzera francese, gestita dal CHUV, è stata riattivata «più di tre settimane fa», nota il responsabile. «Accogliamo i pazienti che hanno bisogno delle nostre strutture tecniche al CHUV. Ma questo potrebbe non essere sufficiente», poiché le ospedalizzazioni stanno aumentando contemporaneamente in tutta la Svizzera.

Situazione «preoccupante» anche a Ginevra
Nelle precedenti ondate dell’epidemia, «siamo passati da 35 a 76 letti» e i pazienti sono stati trasferiti in ospedali di lingua tedesca, osserva Chiche. «Oggi non abbiamo più queste valvole di sfogo, perché anche le strutture di Berna, Lucerna, San Gallo o Zurigo sono piene». Anche presso gli ospedali universitari di Ginevra (HUG), «la situazione delle cure intensive è preoccupante», secondo il direttore generale della sanità del cantone di Ginevra, Adrien Bron, citato dalla Tribune de Genève. Per Bron, «si dovrà di nuovo considerare di rinviare delle operazioni». Secondo il giornale, 17 pazienti vengono attualmente curati per la COVID-19 nell’unità di terapia intensiva, 7 in più dei 10 posti dedicati ai pazienti con il nuovo coronavirus.

Segue Turgovia

Tutti i 22 posti di terapia intensiva dell’Ospedale cantonale turgoviese sono occupati, circa la metà da pazienti affetti da COVID-19. I nosocomi stanno quindi trasferendo pazienti fuori dal cantone. «La situazione è tesa», ha comunicato oggi l’ente ospedaliero. I ricoveri dei pazienti con la COVID-19 sono fortemente aumentati dopo la fine delle vacanze estive. A livello nazionale, il 30% circa di questi pazienti deve andare in terapia intensiva. Nel canton Turgovia, i reparti degli ospedali di Frauenfeld e Münsterlingen sono sovraccarichi.

La situazione è critica in quanto oltre ai pazienti COVID, si devono curare anche altri malati con patologie gravi. Pure i reparti normali stanno raggiungendo i loro limiti. Il problema, secondo quanto riferito, non è la mancanza di attrezzature o di letti, ma il carico sul personale.

Secondo gli operatori ospedalieri turgoviesi, la solidarietà federale ha ancora un buon ruolo nei trasferimenti. Tuttavia, la situazione si sta aggravando anche in altri cantoni. Inoltre, l’Ospedale cantonale turgoviese da lunedì impone nelle sue strutture l’obbligo di certificato per i pazienti e i visitatori. Introduce anche altre misure Gli operatori esortano le persone a vaccinarsi, dato che i loro ospedali sono quasi esclusivamente occupati da pazienti non vaccinati COVID-19.

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