Lotta all'inquinamento da plastica, l'appello di Berna: «Serve un segnale forte»

Più di 170 paesi sono riuniti da oggi per dieci giorni a Ginevra per cercare di raggiungere un accordo vincolante contro l'inquinamento da plastica. All'apertura dei lavori, la Svizzera ha invitato le delegazioni a lanciare «un segnale forte a favore del multilateralismo».
«Vogliamo porre fine all'inquinamento da plastica. Vogliamo proteggere la salute umana e l'ambiente. E vogliamo farlo ora», ha affermato all'inizio dei lavori Katrin Schneeberger, direttrice dell'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM). Di fronte a un «problema globale» occorrono «soluzioni globali», ha aggiunto. «Anche le politiche nazionali più ambiziose non saranno sufficienti» senza uno sforzo internazionale comune.
Intanto la sezione elvetica dell'associazione ambientalista Greenpeace chiede una riduzione significativa dell'uso della plastica, poiché questa sostanza si ritrova negli ecosistemi e negli esseri umani. «Per proteggere il clima, la biodiversità e la salute degli esseri umani, sarebbe necessaria una riduzione di almeno tre quarti» rispetto ai livelli attuali, ha affermato una delle sue responsabili, Joëlle Hérin, interrogata da Keystone-ATS.
È necessario «un segnale chiaro che non si vuole più continuare con una produzione esponenziale» e che ci si impegna a combattere l'inquinamento causato da questa sostanza, ha dichiarato dal canto suo il capo negoziatore per la Svizzera, responsabile della divisione affari internazionali dell'UFAM, Felix Wertli.
Negli ultimi giorni del vertice ginevrino, il 13 e 14 agosto, il consigliere federale Albert Rösti, capo del Dipartimento federale dell'ambiente (DATEC), e oltre 70 suoi omologhi porteranno i colloqui a livello ministeriale.